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Il carrello schizzò in avanti.

«E faresti meglio a venire con noi!» gridò Windle, mentre Schleppel spariva nella nebbia.

«No, non farebbe meglio» disse l’Arcicancelliere, mentre prendevano velocità. «Creda a me. Che cos’era quello?»

«È un uomonero» disse Windle.

«Credevo che si trovassero solo negli armadi!» gridò Ridcully.

«È uscito dall’armadio» disse orgoglioso Reg Scarpa. «E ha trovato se stesso».

«Finché non lo troviamo noi, va benissimo».

«Non possiamo lasciarlo…»

«Possiamo! Possiamo!» sbottò Ridcully.

Alle loro spalle ci fu un rumore come uno scoppio di gas di palude, accompagnato da lampi di luce verde.

«Gli incantesimi stanno partendo!» gridò il Decano. «Più svelto!»

Il carrello infilò l’entrata e uscì a razzo nella notte fresca, con le rotelle che urlavano.

«Yo!» ululò Ridcully, mentre la folla fuggiva davanti a loro.

«Significa che posso dire ‘Yo’ anch’io?» chiese il Decano.

«Va bene. Una volta sola. Possono dirlo tutti una volta sola».

«Yo!»

«Yo!» fece eco Reg Scarpa.

«Oook!»

«Yo!» disse Windle Poons.

«Yo!» disse Schleppel.

(Da qualche parte nell’oscurità, dove la folla si era diradata, la scarna figura del signor Isolite, l’ultima banshee sopravvissuta, si avvicinò con cautela all’edificio tremante e infilò timidamente un biglietto sotto la porta. Diceva: ‘OOOOeeOOOeeeOOOeee’).

Il carrello si fermò del tutto. Nessuno si voltò. Reg disse, lentamente: «Sei dietro di noi, vero?»

«Esatto, signor Scarpa» rispose felice Schleppel.

«Dobbiamo preoccuparci quando è davanti a noi?» chiese Ridcully. «Oppure è peggio quando sappiamo che è dietro di noi?»

«Haha! Niente più armadi e cantine per questo uomonero» disse Schleppel.

«È un peccato, perché abbiamo delle cantine molto grandi all’Università» si affrettò a dire Windle Poons.

Schleppel rimase in silenzio per un po’. Poi disse, in tono indagatore: «Grandi quanto?»

«Enormi».

«Ah sì? E con i ratti?»

«I ratti sono soltanto l’inizio. Ci sono demoni fuggiti e roba di ogni tipo là sotto. Sono infestate».

«Che sta facendo?» sibilò Ridcully. «Sta parlando delle nostre cantine!»

«Preferirebbe averlo sotto il letto?» mormorò Windle. «O costantemente alle spalle?»

Ridcully annuì bruscamente.

«Uau, sì, quei ratti là sotto ci stanno veramente scappando di mano» disse a voce alta. «Ce ne sono certi… oh, saranno almeno cinquanta centimetri, vero Decano?»

«Sessanta» corresse il Decano. «Almeno».

«E grassi come il burro, poi» disse Windle.

Schleppel ci pensò su. «Be’, d’accordo» aggiunse riluttante. «Magari vengo a dare un’occhiata».

Il grande negozio esplose e implose allo stesso tempo, cosa quasi impossibile da ottenere senza un enorme budget per gli effetti speciali o tre incantesimi che lavorano l’uno contro l’altro. Si ebbe l’impressione di una vasta nuvola in espansione ma che allo stesso tempo si spostava così in fretta che l’effetto generale fu di una cosa che avvizziva. Le pareti esplosero e furono risucchiate. Il terreno fu strappato e turbinò nel vortice. Ci fu un violento scoppio di non-musica, che morì quasi all’istante.

E poi nulla, a parte un campo fangoso.

E migliaia di fiocchi bianchi che scendevano dal cielo dell’alba come neve. Fluttuavano silenziosi nell’aria e atterravano leggeri sulla folla.

«Non saranno mica semi, vero?» disse Reg Scarpa.

Windle afferrò uno dei fiocchi. Era un rozzo rettangolino, irregolare e macchiato. Con un certo sforzo di immaginazione, era quasi possibile intuire le parole:

Svendita per chiusura

fuori tutto!

«No» disse Windle. «Probabilmente no».

Si rilassò e sorrise. Non è mai troppo tardi per una bella vita.

E mentre nessuno guardava, l’ultimo carrello superstite su Mondo Disco si allontanò tristemente nell’oblio della notte, perso e solitario.[17]

«Cucchiruccò!»

La signorina Flitworth era seduta in cucina.

Fuori si sentivano dei rumori abbattuti, prodotti da Ned Simnel e dal suo apprendista che raccoglievano i resti contorti della Mietitrebbiatrice. Un gruppo di altre persone teoricamente dava una mano, ma in realtà coglieva l’opportunità per guardarsi intorno. Lei aveva preparato il tè e li aveva lasciati fare.

Ora sedeva col mento sulla mano, e fissava il vuoto.

Bussarono alla porta aperta. Il faccione rosso di Zipolo comparve nella stanza.

«Signorina Flitworth…»

«Mmm?»

«Per favore, signorina Flitworth, c’è lo scheletro di un cavallo che gira per la stalla! E mangia il fieno!»

«E come fa?»

«Infatti cade tutto!»

«Davvero? Allora lo teniamo. Almeno costerà poco mantenerlo».

Zipolo rimase un po’ lì, rigirandosi il cappello fra le mani.

«Sta bene, signorina Flitworth?»

«Sta bene, signor Poons?»

Windle fissava il vuoto.

«Windle?» disse Reg Scarpa.

«Mmm?»

«L’Arcicancelliere ha appena chiesto se vuoi qualcosa da bere».

«Vuole un bicchiere di acqua distillata» disse la signora Torta.

«Come, solo acqua?» chiese Ridcully.

«È quello che vuole» disse la signora Torta.

«Vorrei un bicchiere di acqua distillata, per favore» rispose Windle.

La signora Torta prese un’aria compiaciuta, almeno da quel che si poteva vedere di lei, vale a dire la parte tra il cappello e la borsetta, che era una sorta di controparte del cappello, così grossa che quando era seduta e la teneva sulle ginocchia doveva alzare le mani per prendere i manici. Quando aveva sentito che la figlia era stata invitata all’Università era venuta anche lei. La signora Torta dava sempre per scontato che un invito a Ludmilla era un invito anche per la madre di Ludmilla. Madri come lei esistono ovunque, e a quanto pare non ci si può fare nulla.

I membri del Club Nuovo Inizio facevano conversazione con i maghi, cercavano di sembrare divertiti. Era una di quelle occasioni problematiche con lunghi silenzi, sporadici colpi di tosse, e frasi isolate del tipo: «Be’, interessante, no?»

«Per un attimo mi è sembrato un po’ perso, Windle» disse Ridcully.

«Sono solo un po’ stanco, Arcicancelliere».

«Credevo che voi zombie non dormiste mai».

«Sono stanco lo stesso» disse Windle.

«È sicuro che non vuole che riproviamo la faccenda della sepoltura? Stavolta potremmo farla come si deve».

«Grazie lo stesso, ma no. Non sono tagliato per la vita da non-morto, mi sa». Windle guardò Reg Scarpa. «Mi dispiace. Non so come faccia tu». Fece un sorriso di scusa.

«Tu hai il diritto di essere vivo o morto, come preferisci» disse Reg in tono grave.

«Un-Secchio dice che la gente muore di nuovo normalmente» informò la signora Torta. «Forse può prendere un appuntamento».

Windle si guardò intorno.

«Ha portato il cane a fare una passeggiata» disse la signora Torta.

«Dov’è Ludmilla?» chiese lui.

Poi sorrise, imbarazzato. Le premonizioni della signora Torta potevano essere molto faticose.

«Sarebbe bello sapere che qualcuno si prenderà cura di Lupine, se… me ne vado» disse. «Mi chiedevo se potrebbe tenerlo lei?»

«Ecco…» disse la signora Torta, esitante.

«Ma lui è…» cominciò Reg Scarpa, poi vide la faccia di Windle.

«Devo ammettere che sarebbe un sollievo avere un cane in casa» disse la signora Torta. «Mi preoccupo sempre per Ludmilla. C’è un sacco di gente strana in giro».

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17

È opinione generale, su quei monti in cui la forma di vita del centro commerciale ha attecchito, che la gente porti via i cesti di fili di ferro e li lasci in posti strani e isolati, così che bisogna assumere gruppi di giovanotti per raccoglierli e riportarli indietro. È esattamente il contrario. In realtà quelli sono cacciatori che tallonano le loro prede sferraglianti, le intrappolano, spezzano il loro spirito, le domano e le costringono a una vita di schiavitù. Forse.