Dopo qualche tempo le streghelle decisero che il bambino era abbastanza grasso e lo portarono verso il forno. Il bambino gridava così forte sperando che lo sentisse il cervo. Attraverso valli e monti il cervo udì ed arrivò, prese il bimbo fra le corna e lo portò nella casupola. Da quel giorno il bimbo ubbidì sempre al cervo e non aprì mai a nessuno e le streghelle non vennero mai più.
1. Выберите правильный вариант:
1. Il bambino abitava con l’orso.
2. Il bambino abitava con il gatto.
3. Il bambino abitava con il cervo.
4. Il bambino abitava con la volpe.
2. Perché il cervo vietò di aprire la porta?
1. Perché fuori fa freddo.
2. Perché le streghelle possono portare via il bambino.
3. Perché questo è molto pericoloso.
4. Perché il fuoco può spegnersi.
3. Вставьте пропущенное слово:
1. Il giorno dopo, non appena il cervo se ne andò, qualcuno _____ alla porta.
2. Dopo qualche tempo le streghelle _______ che il bambino era abbastanza grasso.
3. Non aprirò, vi ______ e non voglio essere portato via da voi.
4. Appena furono dentro ______le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola.
4. Выберите нужный глагол:
Il cervo questa volta era talmente lontano che non lo udiva e nel frattempo le streghelle ______ il bimbo a casa loro dentro uno sgabuzzino.
1. presero
2. portarono
3. lasciarono
4. misero
5. Выберите нужный предлог:
a – in – da – con
1. Un giorno mentre il cervo era ___ pascolo ed il bambino era solo ___ casa si udirono colpi ____ porta.
2. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via ____ casupola.
3. Infatti lo sentì e dopo avere attraversato valli e monti si presentò ___ le sue enormi corna davanti ___ streghelle che lasciarono il bimbo e sparirono.
4. ____ quel giorno il bimbo ubbidì sempre ___ cervo e non aprì mai ____ nessuno e le streghelle non vennero mai più.
6. Поставьте глаголы в нужную форму:
1. Dopo qualche giorno, mentre il bimbo (essere) di nuovo a casa da solo (ripresentarsi) le streghelle e (bussare) alla porta.
2. Ogni giorno quando (uscire) per andare a pascolare (dire) al bimbo.
3. Le vocine (essere) delle streghelle e che se le (fare) entrare lo (portare via).
4. Il bambino (gridare) così forte (sperare) che lo (sentire) il cervo.
7. Ответьте на вопросы:
1. Che cosa diceva il cervo al bambino ogni giorno?
2. Perché il bimbo non ubbidì?
3. Che cosa dicevano le streghelle al bambino?
4. Le streghelle erano buone?
5. Raccontare il testo.
1. Il bambino abitava con il cervo.
2. Perché le streghelle possono portare via il bambino.
3.
1. Il giorno dopo, non appena il cervo se ne andò, qualcuno bussò alla porta.
2. Dopo qualche tempo le streghelle decisero che il bambino era abbastanza grasso.
3. Non aprirò, vi conosco e non voglio essere portato via da voi.
4. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola.
4. portarono.
5.
1. Un giorno mentre il cervo era al pascolo ed il bambino era solo in casa si udirono colpi alla porta.
2. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola.
3. Infatti lo sentì e dopo avere attraversato valli e monti si presentò con le sue enormi corna davanti alle streghelle che lasciarono il bimbo e sparirono.
4. Da quel giorno il bimbo ubbidì sempre al cervo e non aprì mai a nessuno e le streghelle non vennero mai più.
La tessitrice
Tanto tempo fa una donna tesseva la tela vicino alla finestra. Lei tirava la navetta da destra a sinistra, poi prendeva il filo in bocca e tornava a tirare[40] la navetta nello stesso senso, da destra a sinistra. Passò un vecchio, nessuno sapeva da dove venisse. Aveva una gran barba bianca. Si fermò un attimo a guardare la tessitrice, poi le disse: “Perché prendi il filo in bocca, invece di[41] far passare la navetta una volta da destra a sinistra e una volta da sinistra a destra?” La tessitrice provò a fare come aveva detto il vecchio, la navetta andava avanti ed indietro rapidamente, il lavoro era assai più spedito. Il vecchio andò avanti[42] e vide un contadinello che stava arando. Egli arava un solco, giunto in fondo al campo prendeva in spalla l’aratro e tornava in principio, e qui cominciava a tracciare un altro solco. Il vecchio stette un po’ a guardarlo, poi disse: “Senti, quando sei in fondo al campo, perché non giri il cavallo e non ari un solco anche mentre torni indietro?”
Il contadino provò a fare come diceva il vecchio, arava un solco andando su, un altro tornando giù e il lavoro andava avanti più velocemente. Il giorno dopo quel vecchio ripassò per la stessa strada e vide il contadinello che arava in su e in giù. “Chi ti ha insegnato ad arare così bene?” domandò il vecchio. “Ma sei stato tu, nonno, ieri sera quando sei passato di qui”. Il vecchio sorrise e disse: “Bravo. E io ti dico che un giorno lavorerai e per tutto da mangiare avrai”. Poi il vecchio passò sotto la finestra della tessitrice, stette un po’ a guardare la navetta che correva svelta in su e in giù e le domandò: “Chi ti ha insegnato a tessere così bene?” “Nessuno, ho imparato da sola.” rispose la tessitrice, senza neanche guardarlo in faccia. Il vecchio si oscurò in volto, scosse la testa e disse: “E allora ti dico che un anno intero lavorerai e più di un fazzoletto non tesserai”. E se ne andò.
I tredici briganti
Dice che una volta c’erano due fratelli. Uno faceva il ciabattino[43] ed era ricco, l’altro il contadino ed era senza nulla. Un giorno il contadino era in campagna, e vide tredici uomini sotto un albero di quercia, con certi coltellacci. “I briganti!”, pensò il contadino, e si nascose; li vide avvicinarsi alla quercia e il capo disse: – Apritiquercia[44]! – Il tronco s’aperse e a uno a uno i tredici briganti ci entrarono. Il contadino restò nascosto[45] ad aspettare. Dopo un po’ i briganti uscirono, uno a uno, e l’ultimo fu il capo. – Chiuditiquercia[46]! – disse, e la quercia si richiuse. Quando i briganti se ne furono andati, il contadino volle provare anche lui. S’avvicinò all’albero e disse: – Apritiquercia! L’albero s’aperse e lui passò. C’era una scala che andava sottoterra; scese e si trovò[47] in una caverna. Una caverna, dalla terra al soffitto, piena di roba ammonticchiata: un monte di monete d’oro, uno di brillanti, uno di marenghi, un altro d’oro, un altro di brillanti, un altro di marenghi, ancora uno d’oro, uno di brillanti, uno di marenghi; e così via, fino a tredici. Il contadino cominciò a guardare, a empirsi gli occhi di quel luccichio: empiti gli occhi cominciò a empirsene le tasche della giacca, poi le tasche dei calzoni, poi si strinse bene in fondo i calzoni e a lenti passi tintinnanti[48] tornò a casa. – Che t’è successo[49]? – gli disse la moglie vedendolo arrivare a quel modo. Lui cominciò a rovesciare le tasche e i pantaloni, e le raccontò tutto. Per misurare i soldi, gli serviva uno stoppello; ma lui non l’aveva; così mandò a chiederlo in prestito al fratello. Il ciabattino pensò: “Cosa mai avrà da misurare mio fratello che non ha mai avuto nulla al mondo? Voglio vedere un po”, e impastò una lisca di pesce sul fondo dello stoppello. Quando gli restituirono lo stoppello andò subito a vedere cosa c’era rimasto attaccato e figuratevi[50] come rimase quando vide un marengo! Andò subito a trovare il fratello. – Dimmi chi t’ha dato questi soldi! – E il contadino gli raccontò. Il ciabattino allora gli disse: – Be’, fratello, mi ci devi portare anche a me. Io ho figli, e ho più bisogno di soldi di te!