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«L’ho tatto,» replicai, «e mi è stato detto che i rinforzi sono considerati come miglioramenti esterni.»

«Solo se sono all’esterno.» Mi porse un D-268. «Mi dispiace,» disse in tono di scusa. «Se potessi le verrei incontro, ma il mio capo è un pignolo ed esige i moduli giusti.»

«C’è un’altra cosa che può fare per me,» le dissi. «Dovevo consegnare un messaggio a uno dei nostri collaboratori a tempo ridotto, ma ho perso il suo indirizzo. Potrebbe procurarmelo? Jack Settle. Altrimenti dovrò girare tutta Chelsea per trovarlo.»

Si guardò alle spalle, poi disse: «Aspetti un attimo,» e schizzò lungo il corridoio. Tornò con un foglio di carta.

«Settle?» chiese. «Postazione quarantotto, Chelsea?»

«Proprio quella,» risposi. «Mi serve il suo recapito in ufficio.»

«Non ne ha nessuno.»

Aveva lasciato il luogo dell’incidente mentre stavamo ancora tirando fuori la cicciona. Cominciava a fare luce. Eravamo riusciti a far passare una corda sotto di lei e avevamo montato un argano di fortuna, ma all’improvviso lui aveva passato a Swales l’estremità della corda e aveva detto: «Devo andare al lavoro.»

«Ne sei sicuro?» gli avevo chiesto io.

«Ne sono sicuro.» La ragazza mi diede il foglio di carta. Era l’accettazione di Jack come guardiano a tempo ridotto, firmata dalla signora Lucy. Gli spazi per il domicilio e il luogo di lavoro erano stati lasciati in bianco. «Questo è tutto quello che abbiamo in archivio,» mi spiegò. «Nessun permesso di lavoro, né carta d’identità, nemmeno una carta annonaria. Noi teniamo copia di tutto, quindi è evidente che non ha un lavoro.»

Riportai alla postazione il D-268, ma la signora Lucy non c’era. «È venuto uno dei guardiani di Nelson con una nuova disposizione,» disse Twickenham, mentre stampava le copie del suo giornale sul ciclostile. «Tutti i guardiani devono uscire in servizio di pattugliamento, a meno che non siano impegnati al telefono o a un turno di guardia. Tutti i guardiani. La signora è andata a dirgli il fatto suo,» aggiunse, con aria compiaciuta. Evidentemente non nutriva più rancore nei suoi confronti per avergli censurato l’articolo su Jack.

Presi una delle copie ancora umide del notiziario. L’articolo di fondo era sull’invasione della Grecia da parte di Hitler. Nell’angolo basso a destra compariva anche l’articolo sulla medaglia di Quincy Morris, sotto un elenco di “Ciò che la guerra ha fatto per noi”. Al numero uno c’era: “Ci ha fatto scoprire capacità che non sapevamo di possedere”.

«La signora Lucy lo ha chiamato assassino,» disse Twickenham.

Assassino.

«Che cosa volevi dirle?» mi chiese Twickenham.

Che Jack non ha un lavoro, pensai. Né una carta annonaria. Che non ha recuperato la bomba incendiaria nella chiesa anche se Vi gli aveva detto che era passata attraverso il tetto ed era caduta sull’altare. Che sapeva che il rifugio Anderson si trovava più sulla sinistra.

«Che era di nuovo il modulo sbagliato.» risposi, tirando fuori il D-268.

Lui lo infilò nel rullo della macchina, batté per qualche minuto e me lo restituì.

«Deve firmarlo la signora Lucy,» dissi, e lui me lo strappò di mano, prese la penna stilografica e firmò con il suo nome.

«Tu che facevi prima della guerra?» gli chiesi. «Il falsario?»

«Ti sorprenderebbe saperlo.» Mi restituì il modulo. «Hai un aspetto terribile, Jack. Hai dormito, in quest’ultima settimana?»

«Quando mai ne avrei avuto la possibilità?»

«Perché non ti butti un po’ sul letto finché non c’è nessuno?» disse, prendendomi per un braccio come Vi aveva fatto con Renfrew. «Consegnerò il modulo alla Difesa Civile al posto tuo.»

Mi liberai. «Sto benissimo.»

Tornai alla Difesa Civile. La ragazza che aveva cercato di trovare la pratica di Jack non c’era, mentre c’era di nuovo quella della volta prima. Rimpiansi di non aver portato con me anche l’A-114, ma lei controllò il modulo senza fare commenti e appose un timbro sul retro. «Ci vorranno circa sei settimane prima che la richiesta venga accolta,» mi informò.

«Sei settimane!» esclamai. «Per allora Hitler potrebbe avere invaso tutto l’Impero.»

«In tal caso è molto probabile che dobbiate compilare un altro modulo.»

Non tornai alla postazione. Senza dubbio la signora Lucy doveva essere tornata, ma che cosa potevo dirle? Ho dei sospetti su Jack. A proposito di che? Del fatto che non gli piacciono le bistecche d’agnello e le torte? O che va a lavorare la mattina presto? O che trova i bambini in mezzo alle macerie?

Aveva detto di avere un lavoro, e la ragazza non era riuscita a trovare il suo permesso di lavoro, ma alla Difesa Civile servivano sei settimane per soddisfare la richiesta di qualche trave di rinforzo. Per trovare il suo permesso di lavoro avrebbero impiegato probabilmente tutta la guerra. O magari era nella pratica e la ragazza non se ne era accorta. La mancanza di sonno può provocare errori sul lavoro. E strane fissazioni.

Andai alla stazione di Sloane Square. Non c’era più nessuna traccia della ragazza che era morta lì. Avevano anche spazzato i frammenti di vetro. Quella strega della sua responsabile da John Lewis non la faceva mai uscire un minuto prima della chiusura, nemmeno se avevano suonato le sirene, nemmeno se era buio. Doveva affrettarsi tutta sola per le strade oscurate, tenendo il vestito del giorno dopo appeso a una stampella, sentendo il rumore dei cannoni e cercando di immaginare quanto potessero essere lontani gli aerei. Se qualcuno la seguiva, lei non se ne sarebbe accorta, non lo avrebbe nemmeno visto nell’oscurità. Chiunque l’avesse trovata avrebbe pensato che fosse stata uccisa dalle schegge di vetro provocate dall’esplosione.

Non mangia, avrei detto alla signora Lucy. Non ha trovato una bomba incendiaria dentro una chiesa. Abbandona sempre gli incidenti prima dell’alba, anche quando non abbiamo finito di recuperare le vittime. La Luftwaffe sta cercando di uccidermi. Era una lettera che avevo scritto al Times. Il morto che cammina può avere allucinazioni, udire delle voci, avere delle visioni o credere in cose fantastiche.

Suonarono le sirene. Dovevo essere rimasto in piedi per ore, a fissare il marciapiede. Tornai alla postazione. La signora Lucy era lì. «Hai una faccia terribile, Jack. Quanto tempo è che non dormi?»

«Non lo so,» risposi. «Dov’è Jack?»

«Di guardia,» disse la signora Lucy.

«Cerca di stare attento,» disse Vi, disponendo dei cioccolatini su un piatto. «O diventerai anche tu un morto che cammina. Vuoi un dolce? Me li ha dati Eddie.»

Il telefono pigolò. La signora Lucy rispose, parlò un minulo, poi riappese. «Slaney ha bisogno di aiuto in un incidente,» disse. «Hanno chiesto di Jack.»

Ci mandò entrambi. Trovammo l’incidente senza problemi. Non c’erano nuvole di polvere, né odori, a parte un fuoco che bruciava in un angolo. «Non è successo da poco,» dissi. «È vecchio di un giorno, come minimo.»

Mi sbagliavo. Era vecchio di due giorni. Le squadre di soccorso avevano lavorato per tutto quel tempo, e c’erano almeno trenta persone mai viste. Alcuni dei soccorritori stavano scavando senza entusiasmo a metà di un pendio, ma quasi tutti se ne stavano lì senza fare niente, fumando e sembrando loro stessi delle vittime. Jack risalì verso il punto in cui stavano scavando, scosse la testa, e si allontanò.

«Ho sentito che avete un segugio,» mi disse uno di quelli che fumavano. «Ne hanno uno anche a Whitechapel. Fruga nella zona dell’incidente, si mette in ginocchio e annusa come un cane da tartufi. Il vostro fa così?»

«No,» risposi.

«Di qua,» disse Jack.