Stava per uscire dal programma quando la consolle emise un altro beep. Un’altra discrepanza uscita dall’esplorazione del database.
14 dic. 2011 EFT 100.000,00 dollari canadesi
Peter lasciò uscire un sospiro di sollievo. Ecco qui… la prova che c’era una spiegazione innocente. Era da escludere che un killer si facesse pagare una seconda rata a un mese di distanza. Qualunque cosa fosse a causare quelle uscite doveva essere roba di normale routine. Il saldo di alcune liquidazioni, magari, o l’acquisto di materiale… oppure…
Due giorni prima. Questa seconda transazione risaliva soltanto a due giorni prima.
E in quel momento comprese.
Quello che Cathy aveva detto.
«E la detective Philo?» aveva chiesto Cathy. «Cosa succederà se comincerà ad avvicinarsi troppo alla verità? Vorrai uccidere anche lei?»
No, non poteva essere, pensò Peter. Non poteva essere.
Uccidere Hans, questo riusciva a capirlo. Forse non lo approvava, ma almeno lo capiva. L’assassinio di Rod Churchill era una situazione più difficile da sviscerare, dati i complessi risvolti farmaceutici e gli aspetti psicologici del movente. Ma forse c’era il caso che il simulacro non avesse ritenuto la depressione una scusa valida.
Sandra Philo però non aveva fatto niente di male a nessuno, neppure a lui. Durante l’interrogatorio era stata astuta e pressante ma non scorretta. Lei stava solo facendo il suo lavoro.
Ma adesso, evidentemente, era diventata scomoda.
Cristo possente, pensò Peter. Il simulacro colpevole non aveva soltanto un senso morale amputato o di basso livello. Era del tutto privo di moralità.
Calma, si disse Peter. Non costruire un romanzo su un «forse.»
Ma non c’era nessun forse. Quell’istinto animalesco era lì — anche nel Peter di carne ed ossa — sepolto profondamente però c’era: il desiderio di conservazione. Non esisteva nessun altro che lui volesse morto… questo era vero. La detective Philo li stava però mettendo in pericolo, lui e i tre simulacri. Se c’era una persona che gli avrebbe fatto un favore sparendo dalla scena, quella era lei. Se una versione di lui stesso stava pensando di togliere di mezzo qualcuno, quel qualcuno era lei.
Dannazione. Che Dio li maledicesse tutti e tre. Lui non voleva altro sangue sulle sue mani. Peter spostò la poltroncina davanti al telefono e lo accese. Un indirizzo esatto era valido quanto il numero corrispondente per avere la linea. — Polizia Metropolitana di Toronto, trentaduesimo distretto, Ellerslie — disse.
Il simbolo della Bell svanì dallo schermo. Il sergente che apparve inquadrato a mezzo busto disse: — Trentaduesimo distretto.
— Buongiorno. Può passarmi l’ufficio dell’ispettore Philo, per favore? — chiese Peter.
— Oggi è il suo giorno libero — disse il sergente. — Vuole parlare con l’ispettore che la sostituisce?
— No, è… è una cosa personale. Sa dove posso trovarla?
— Spiacente, non ne ho idea.
— Suppongo che lei non sia autorizzato a darmi il suo numero di casa, vero?
Il poliziotto rise. — Lei suppone giusto, amico.
Peter salutò e riappese. Poi chiamò il servizio ricerca dei numeri telefonici. — Philo, Sandra — disse, e ripetè lettera per lettera.
— Il nome dell’utente da lei richiesto non è sull’elenco — rispose la voce del computer.
Già, ovviamente. — Philo, A. — disse. — A per Alexandria.
— Il nome dell’utente da lei richiesto non è sull’elenco.
Dannazione, pensò Peter. Ma per un detective della polizia sarebbe stato imprudente apparire sull’elenco… a meno che non fosse ancora sotto il nome del suo ex marito. — C’è una lista di utenti di Toronto in cui appaia il cognome Philo?
— L’unica lista di utenti è l’elenco telefonico.
Peter chiuse la comunicazione. Doveva esserci qualche modo di mettersi in contatto con lei…
Gli indirizzi anagrafici. Li aveva visti in una biblioteca pubblica. In origine erano destinati a fornire il nome che si accoppiava a un certo indirizzo, ma adesso che erano stati pubblicati su CD-ROM si poteva fare anche il contrario, e ottenere l’indirizzo accoppiato a un nome. Peter chiamò di nuovo il servizio clienti per farsi mettere in linea con la sede centrale della North York Public Library.
— Buongiorno — disse una voce femminile. — Solo audio, prego.
— Buongiorno — disse lui. — Avete gli indirizzi anagrafici della città?
— Sì.
— Per favore, può dirmi a quale indirizzo corrisponde il nome Alexandria Philo? Pi, acca, i, elle, o.
— Attenda un momento, prego. — Una pausa, poi: — Qui non vedo nessuna Alexandria Philo, signore. C’è un unico Philo, e il nome proprio è Sandy.
Sandy… un nomignolo che poteva essere sia maschile che femminile. Proprio il genere di precauzione che avrebbe preso una donna sola. — Questa Sandy Philo, che genere di mestiere ha dato?
— Qui dice «impiegato comunale», signore. Suppongo che possa significare qualsiasi cosa.
— Dev’essere lei. Qual è l’indirizzo, per favore?
— Due-sedici Melville Avenue.
Peter se lo annotò. — C’è un numero di telefono?
— Qui dice «numero telefonico fuori elenco.»
— Grazie — disse Peter. — Lei è stata molto gentile. Spense il telefono. Non aveva mai sentito nominare Melville Avenue. Mise il dischetto della mappa cittadina nel lettore per libri e la trovò nel riquadro 3-C. Era a Don Mills. Non molto lontano, neppure una ventina di minuti di macchina. Era una cosa stupida, continuava a ripetersi lui, una fantasia paranoica. Eppure…
S’infilò il soprabito, tirò fuori la Mercedes dal garage e partì facendo stridere i pneumatici.
Capitolo quarantatreesimo
Durante la strada per Don Mills Peter cercò di trovare falle nella sua teoria, ma più ci pensava e più gli sembrava, al contrario, fin troppo fondata. Il giorno libero di Sandra Philo. Il giorno in cui, presumibilmente, non andava in giro armata. Il giorno migliore per cogliere di sorpresa un poliziotto.
Il traffico era fitto. Peter si tenne sulla corsia di sorpasso, strombazzando per farsi strada. Nonostante lo schermo della mappa cittadina acceso sul cruscotto riuscì a sbagliare strada e finì in un vicolo cieco. Imprecando contro se stesso ingranò la marcia indietro, uscì dal vicolo senza travolgere nessuno per miracolo e ripartì a tutto gas. Stava guidando come un pazzo, lo sapeva. Ma se avesse potuto avvertire Sandra Philo, convincerla che qualcuno voleva toglierla di mezzo, o almeno metterle questo dubbio… lei avrebbe saputo come proteggersi, poteva starne sicuro. Era un agente di polizia.
Finalmente svoltò in Melville Avenue. Il numero 216 era una tipica palazzina di periferia. Niente di speciale. L’erba ai lati del vialetto aveva bisogno urgente d’essere falciata. Un furgone marrone della United Parcel Service, con lo sportello aperto e il motore acceso, era posteggiato accanto al marciapiede.
Un cartello avvertiva che la sosta su quel lato della strada era proibita fra le 08:00 e le 18:00. Anche Peter lo ignorò, e inchiodò i freni.
Guardò la casa. La porta sulla facciata era chiusa. Strano, questo. Dov’era il fattorino venuto col furgone?
Il suo cuore accelerò i battiti. E se il killer fosse già lì, dentro la casa?
Paranoia. Troppa immaginazione.
Eppure…
Scese di macchina, annaspò fra le chiavi in cerca di quella del portabagagli, tirò fuori la pesante chiave inglese regolabile e tenendola saldamente in pugno andò alla porta.
Stava per suonare il campanello quando udì un tonfo, all’interno: qualcosa era caduto pesantemente al suolo.