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Poi li guardò, speranzoso:

«Loro hanno già una casa, magari?»

«Una villetta, su, nella valle,» disse Vickers. «Ma non è granché.»

«Quanto potrà valere, secondo lei?»

«Quindici o ventimila dollari, ma non credo che riuscirei a venderla, a questo prezzo.»

«Noi gliene daremmo ventimila,» disse il venditore, «secondo la stima. Posso aggiungere che le nostre stime sono molto generose.»

«Stia a sentire,» disse Vickers. «Io vorrei soltanto una casa di cinque o sei locali. E verrebbe solo duemilacinquecento o tremila dollari…»

«Oh, perfettamente,» rispose il venditore, con calma. «Le pagheremmo la differenza, in contanti.»

Vickers spalancò gli occhi.

«Ma è assurdo! Non ha senso!»

«Certo che ha senso. Noi siamo disposti a pagare all’attuale valore di mercato, sopravvalutato in molti casi, i vecchi edifici esistenti, per introdurre i nostri. Nel suo caso, le pagheremmo la differenza, poi porteremmo via la sua vecchia casa e monteremmo quella nuova. È molto semplice.»

Ann si rivolse a Vickers.

«Su, avanti, ringrazialo dell’offerta e digli che non ci stai. A me sembra un ottimo affare, e quindi, di conseguenza, tu rifiuterai.»

«Signora,» disse il venditore, «temo di non avere capito bene.»

«Non si preoccupi,» spiegò Vickers. «È il suo modo di scherzare.»

«Ah… bene, stavo dicendo che questa casa ha alcune caratteristiche speciali.»

«Continui, la prego,» disse Ann. «Ce ne parli.»

«Con molto piacere, signora. Per esempio, c’è la centrale solare. Loro sanno cos’è, vero?»

Vickers annuì.

«Una centrale elettrica che funziona grazie al sole.»

«Precisamente,» sorrise il venditore. «Tuttavia, questa è molto più efficiente delle solite centrali solari. Non si limita a riscaldare la casa durante l’inverno, ma fornisce anche l’energia elettrica per tutto l’anno. Elimina la necessità di affidarsi a un’azienda elettrica. Potrei aggiungere che produce energia in abbondanza, più di quanto possa essere necessario alle normali esigenze di una famiglia.»

«Una caratteristica molto simpatica,» osservò Ann.

«Inoltre, è completamente attrezzata. Nel prezzo sono compresi un frigorifero, un refrigeratore, una lavatrice, una lavastoviglie, un inceneritore automatico di rifiuti, un tostapane, un ferro da stiro, radio, televisione, ed elettrodomestici vari.»

«E si paga un extra, naturalmente,» disse Vickers.

«Oh, no certo. Lei paga soltanto cinquecento dollari a vano.»

«E i letti?» chiese Ann. «Le sedie, e il resto?»

«Dolente,» disse il venditore, «Al resto del mobilio debbono provvedere loro.»

«C’è una spesa suppletiva,» insisté Vickers, «per la rimozione della vecchia casa e l’installazione di quella nuova?»

Il venditore si eresse in tutta la sua statura e parlò con tranquilla dignità:

«Desidero farle comprendere bene, signore, che questa è un’offerta onesta. Non ci sono clausole nascoste e postille truffaldine. Lei acquista la casa e la paga, o si accorda per pagarla, al prezzo di cinquecento dollari per vano. Noi abbiamo squadre di operai specializzati che portano via la sua vecchia abitazione e montano quella nuova. Tutto questo è incluso nel prezzo. Non ci sono aggiunte. Naturalmente, alcuni acquirenti desiderano cambiare località: c’è chi non è soddisfatto del posto in cui vive, e chi invece desidera semplicemente spostarsi, perché si annoia a rimanere troppo a lungo in un posto. In tal caso, di solito riusciamo a concludere uno scambio accettabile tra la vecchia proprietà e la nuova ubicazione prescelta. Immagino però che lei voglia rimanere dov’è adesso. Mi ha detto che abita nella valle. Un posto molto bello.»

«Be’, non saprei…» disse Vickers.

«Dimenticavo una cosa,» continuò il venditore. «La nostra casa non ha mai bisogno di essere ridipinta. È costruita di un materiale che è dello stesso colore anche all’interno. Un colore che non si sciupa e non sbiadisce mai. Abbiamo una gamma molto vasta di belle combinazioni di colori, e possiamo progettare tonalità diverse, a richiesta del cliente.»

«Non vogliamo approfittare troppo del suo tempo,» disse Vickers. «Vede, non siamo dei veri e propri clienti. Passavamo di qui, e siamo entrati per pura curiosità.»

«Però lei ha una casa?»

«Sì, ho una casa.»

«E noi siamo disposti a cambiargliela con una nuova, e a pagarle una discreta somma.»

«Ho capito,» disse Vickers, «Però…»

«Mi sembra,» disse il venditore, «che dovrebbe essere lei a cercare di convincere me, invece di dover essere io a cercare di convincere lei.»

«Ho una casa, e mi piace. Come posso sapere se una di queste case nuove mi piacerà?»

«Ma, signore…» esclamò il venditore. «Le ho appena detto…»

«Io sono abituato alla mia casa. La conosco, e la casa si è abituata a me. Ci sono attaccato.»

«Jay Vickers!» esclamò Ann. «Non puoi esserti attaccato tanto a una casa in tre anni. A sentirti, si direbbe che sia la tua vecchia dimora avita.»

Vickers era capace di ostinarsi, su un argomento, al di là dei normali limiti accettabili.

«Ma la conosco. La capisco. In sala da pranzo c’è un’asse che cigola, e io ci passo sopra apposta, qualche volta, per sentirla cigolare. E poi c’è una coppia di pettirossi che ha fatto il nido nella vitalba del portico, e in cantina c’è un grillo. L’ho cercato tanto, quel grillo, ma non l’ho mai trovato: era troppo furbo. E adesso non lo toccherei, neanche se potessi, perché fa parte della casa, e…»

Il venditore sorrideva. Pareva perfettamente a suo agio, come se Vickers gli stesse dicendo cose che lui capiva e conosceva, e avesse degli argomenti validi per controbattere.

«In una delle nostre case non avrà mai il fastidio dei grilli. Hanno un repellente per gli insetti incorporato nel materiale da costruzione: una sostanza perfettamente innocua e atossica. Non sarà mai infastidito dalle zanzare o dalle formiche o dai grilli o da cose del genere.»

«Ma quel grillo non mi dà fastidio,» disse Vickers. «Ed è questo che cercavo di spiegarle. Mi è simpatico. Non sono sicuro che mi piacerebbe una casa dove un grillo non potesse vivere. I topi, vede, sono un’altra faccenda.»

«Le assicuro,» dichiarò il venditore, «che in una delle nostre case non avrebbe topi.»

«Non ne avrò più neppure nella mia. Ho chiamato il disinfestatore per sbarazzarmene, e quando rientrerò non ce ne sarà più neanche uno.» Questo gli ricordava qualcosa che aveva detto Joe al mattino, pensò. Qualcosa sui guai che incontrava, perché nessuno aveva bisogno di far disinfestare la propria casa.

«C’è una cosa…» disse Ann al venditore. «Si ricorda tutti gli elettrodomestici che ha nominato… la lavatrice, e il frigorifero, e…»

«Sì, certo.»

«Però non ha parlato della cucina elettrica.»

«Davvero?» fece il venditore. «Ma come ho fatto a dimenticarmene? Certo che viene fornita anche la cucina elettrica!»

9

Quando l’autobus arrivò a Cliffwood, cominciava a farsi buio. Vickers comprò un giornale al drugstore all’angolo e attraversò la strada, ed entrò nell’unico bar pulito del paesino.

Aveva ordinato qualcosa da mangiare, e stava aprendo il giornale, quando una vocina acuta lo salutò.

«Ehi, salve, signor Vickers.»

Vickers posò il giornale e alzò gli occhi. Era Jane, la bambina che era andata a fare colazione da lui.

«Oh, ciao, Jane,» disse. «Cosa fai di bello qui?»

«Io e la mamma siamo venute a prendere il gelato per cena,» spiegò Jane. Si appollaiò sull’orlo della sedia, di fronte a lui. «Dov’è stato tutt’oggi, signor Vickers? Ero venuta a trovarla, ma c’era un uomo che non ha voluto farmi entrare. Ha detto che stava ammazzando i topi. Perché ammazzava i topi, signor Vickers?»