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Uno dei tre telefoni si mise a suonare.

Kathryn Van Hise andò a rispondere subito, e i tre uomini si voltarono a guardarla.

La conversazione fu breve. Lei ascoltò attentamente, disse Sì, signore tre o quattro volte, e assicurò all’altra persona che gli studi stavano procedendo a un ritmo soddisfacente. Disse Sì, signore un’ultima volta e riappese l’apparecchio. Moresby non riusciva a trattenere la curiosità, ma fu Saltus a parlare:

— Bene, allora, Katrina… avanti!

— I tecnici hanno concluso il collaudo del veicolo, che è ora in condizioni operative. I lanci sperimentali inizieranno tra breve, signori. Il signor Seabrooke ha suggerito di prenderci un giorno di vacanza, per festeggiare l’avvenimento. Ci raggiungerà nel pomeriggio, alla piscina.

Arthur Saltus lanciò un grido, e si lanciò verso la porta. Brian Chaney gettò la sua copia dell’Eschatos nel cestino dei rifiuti, e si preparò a seguire il suo compagno. Prima di muoversi si voltò a guardare la donna, e disse:

— L’ultimo a uscire è un egizio errante.

Capitolo sesto

Brian Chaney riemerse e nuotò fino al bordo della piscina; si aggrappò al bordo levigato, cercò di guardare le piastrelle e, nello stesso tempo, di togliersi il lieve sentore pungente di cloro dagli occhi. Il sole era caldo, e l’aria era più calda dell’acqua. Due dei suoi compagni giocavano nell’acqua, dietro di lui, mentre un terzo — il maggiore — sedeva all’ombra e fissava con aria solenne una scacchiera, aspettando che qualcuno lo sfidasse. I pezzi erano già in ordine sulla scacchiera. La sezione ricreativa della base ospitava altre persone, oltre a loro, ma nessuno pareva interessato agli scacchi.

Chaney si voltò a guardare la coppia che giocava allegramente nell’acqua, e provò una fitta quasi impercettibile di gelosia. Uscì dall’acqua, e si voltò, cercando un accappatoio.

Gilbert Seabrooke disse:

— Buongiorno, Chaney.

Il Direttore del Progetto era seduto vicino, sotto uno sgargiante ombrellone da spiaggia, stava sorseggiando un aperitivo e osservava i bagnanti. Era la sua prima apparizione.

Chaney si avvolse nell’accappatoio, e si avvicinò all’altro, camminando sulle piastrelle caldissime per i raggi del sole.

— Buongiorno. Lei è il telefono rosso. Si strinsero la mano.

Seabrooke fece un breve sorriso.

— No; quella è la nostra linea diretta con la Casa Bianca. La prego di non alzare il microfono per chiamare il Presidente. — Con un cenno della mano, lo invitò a sedere sotto l’ombrellone, accanto a lui. — Un aperitivo? Un liquore?

— Non ancora, grazie. — Studiò l’uomo con aperta curiosità. — Qualcuno ha portato dei messaggi? — Il suo sguardo andò per un istante verso la donna che giocava nell’acqua.

La risposta di Seabrooke fu pronunciata con calma, in un tono che cercava di cancellarne quanto c’era di pungente.

— Naturalmente io ricevo un rapporto quotidiano; cerco di mantenermi al corrente di tutte le attività che si svolgono nella base. E sono abituato alle persone che fraintendono le mie azioni e i motivi che mi spingono. — Un nuovo, brevissimo sorriso pungente. — La mia abitudine è quella di esplorare qualsiasi sentiero possibile, per raggiungere la mèta che mi prefiggo. La prego di non preoccuparsi per il mio interesse nelle sue attività esterne.

— Non hanno alcuna relazione con questa attività.

— Forse, e forse no. Ma non voglio ignorarle, perché sono un uomo metodico.

— E ostinato — disse Chaney.

Gilbert Seabrooke era alto, magro, teso, e somigliava a quel notissimo funzionario del Dipartimento di Stato… o forse a quell’altro famoso giudice che sedeva alla Corte Suprema. Era l’immagine accuratamente coltivata e rifinita dello statista. Aveva i capelli grigi, di puro argento, con la riga al centro esatto, pettinati all’indici ro con solennità conservatrice; i suoi occhi sembravano grigi, anche se, a un esame più ravvicinato, si rivelavano di un gelido acquamarina; le labbra erano ferme e diritte, non pareva abituate a sorridere, mentre il mento era diritto e perfettamente sbarbato, e non mostrava alcuna traccia presente o futura di grasso e di rughe. Teneva il corpo rigidamente eretto, come un militare, e la pipa gli sporgeva diritta dalle labbra, come per sfidare il mondo. Era l’immagine vivente dell’Establishment.

Chaney ricordava vagamente la storia della sua carriera politica. Seabrooke era stato governatore di uno dei Dakota… la memoria si rifiutava di rivelargli quale… ed era stato sconfitto di strettissima misura quando si era presentato per la terza volta. L’uomo, dopo la sconfitta elettorale e la mancata rielezione, si era rivolto a Washington ed era stato subito ricompensato con un posto al Ministero dell’Agricoltura; il suo partito aveva cura di vecchi e fedeli militanti. Qualche anno dopo era stato trasferito al Ministero del Commercio, e dopo qualche altro anno era stato nuovamente promosso, assumendo un incarico direttivo nell’ambito dell’Ufficio Programmazione. Ora sedeva accanto alla piscina, e dirigeva tutti coloro che si trovavano nella base, e tutto ciò che la base conteneva.

— Come va la guerra? — domandò Chaney.

— Quale guerra?

— Quella contro la sottocommissione del Senato. Sospetto che stiano contando i dollari e i minuti.

Le labbra strette dell’uomo tremarono, permettendosi quasi l’ombra di un sorriso.

— L’eterna vigilanza ò la base di una sana amministrazione, Chaney. Ma effettivamente io ho qualche difficoltà con quella gente. La scienza tende a spaventare coloro che vi sono esposti infrequentemente, mentre coloro che praticano la scienza sono spesso le persone più fraintese del mondo. Il progetto potrebbe essere differente, se nel gioco entrasse qualche goccia d’immaginazione in più. Se i nostri ricercatori fossero direttamente collegati alle ostilità in Asia, se la loro opera desse come risultato un macchinario bellico nuovo e di uso pratico, noi annegheremmo nei fondi che il Senato stanzierebbe ogni giorno in nostro favore. — Un gesto di insoddisfazione. — Invece dobbiamo combattere su ogni dollaro. I militari e la loro guerra esigono la priorità.

— Ma un collegamento esiste disse Chaney.

— Le ho detto che le cose sarebbe differenti se nel gioco entrasse un poco d’immaginazione gli ricordò seccamente Seabrooke. — A questo punto, l’immaginazione brilla tristemente per la sua assenza; la mentalità militare spesso non riconosce un uso pratico finché questo uso non le viene messo sotto al naso. Lei può vedere un’applicazione pratica e io penso di vederne una, ma né il Pentagono né il Congresso saranno in grado di riconoscerla almeno per altri dodici anni. Dobbiamo lottare per ogni centesimo e dipendere dalla buona volontà del Presidente per continuare a esistere.

— Neppure Franklin ha trovato applicazioni pratiche per molto tempo; alcune cose devono ancora trovare un’applicazione — disse Chaney. Ma lui vedeva un’applicazione pratica del TDV, e sperava che i militari non la scoprissero mai.

Seabrooke guardò la donna nell’acqua, e seguì il suo corpo snello che si allontanava da Arthur Saltus, il quale la inseguiva con ampie bracciate.

— Mi è parso di capire che lei ha incontrato qualche difficoltà prima di prendere una decisione.

Chaney capì cosa intendeva dire.

— Io non sono un uomo troppo coraggioso, signor Seabrooke. Quando mi trovo su un terreno familiare ho le mie bravate e le mie alzate di testa, ma in realtà non sono molto coraggioso. Dubito di poter mai fare quello che entrambi i miei compagni fanno ogni giorno, durante il loro servizio. — Una fastidiosa paura del futuro si muoveva come un verme nella sua mente. — Io non sono il tipo dell’eroe… credo che la discrezione sia la parte migliore del valore, voglio sempre scappare finché sono in tempo.