Dalla parte bianca della barriera, Chicago lamentava trecento vittime e più di duemila feriti durante la sommossa e la costruzione del muro. Nessuno conosceva la cifra dei morti e dei feriti dalla parte negra della barricata.
Nella seconda settimana di agosto, l’esercito aveva circondato la zona dei disordini, e si era preparato a un lungo assedio; solo il personale autorizzato aveva il permesso di entrare, e nessuno, a eccezione dei profughi bianchi, aveva il permesso di uscire. Delle cifre incomplete fissavano il numero dei bianchi usciti dalla zona dei disordini in circa seimila, benché il numero di bianchi che abitavano nella zona della rivolta fosse assai superiore, secondo gli ultimi censimenti. Furono compiuti quotidianamente dei tentativi… coronati da scarso successo… per salvare le famiglie bianche che si ritenevano ancora in vita nella zona. Non era possibile penetrare nella zona dal nord, ma delle squadre di ricerca e di salvataggio provenienti da ovest e da sud avevano compiuto numerose incursioni, a volte spingendosi a nord fin quasi al Midway Airport. I profughi venivano alloggiati nelle cittadine di provincia, nell’Illinois e nell’Indiana.
Chicago Nord era sotto la legge marziale, con un rigido coprifuoco che andava dal tramonto all’alba. Chi si muoveva per le strade, violando il coprifuoco, nelle ore notturne, veniva abbattuto a vista, e identificato il giorno dopo, quando il cadavere poteva essere rimosso. A Chicago Sud non c’era un coprifuoco, ma le sparatorie si succedevano di giorno e di notte, senza interruzioni.
Alla fine di ottobre, una settimana prima delle elezioni, il settore nord della città era già ritornato relativamente calmo; le sparatorie dall’altra parte del muro, con la protezione delle tenebre, erano diminuite, riducendosi a semplici azioni di disturbo, ma la polizia e i soldati avevano ricevuto l’ordine di non sparare se non per rispondere al fuoco. Il rifornimento idrico era stato assicurato, ma l’elettricità era razionata.
Il mattino della domenica precedente alle elezioni, una folla di circa duecento negri disarmati si era avvicinata alle linee dell’Esercito, stazionate su Cicero Avenue, e aveva chiesto asilo.
La richiesta era stata rifiutata, e i duecento e più negri erano stati respinti. Washington aveva annunciato che l’assedio era efficace, e stava già ponendo fine alla ribellione. La fame e le malattie avrebbero abballino il muro.
Chaney attraversò la stanza, dirigendosi verso il settore dei quotidiani.
Le edizioni di mercoledì mattina confermavano le anticipazioni fornite il giorno prima: il Presidente Meeks aveva riportato la vittoria in tutti gli Stati, a eccezione di tre, ed era stato rieletto con una maggioranza senza precedenti.
Un editorialista locale plaudiva alla vittoria, e affermava che essa era stata ottenuta grazie «alla maniera magistrale nella quale il Presidente aveva trattato il Confronto di Chicago».
Brian Chaney emerse dalla biblioteca e si fermò sui gradini, sotto un freddo sole di novembre. Provava un senso di paura, di confusione… era incerto sulla strada da prendere, non sapeva dove voltarsi. Un’auto della polizia passò davanti all’edificio, con una guardia armata di mitra accanto al posto di guida.
Chaney sapeva perché entrambi lo fissavano in quel modo.
Capitolo decimo
Chaney vagabondò senza meta lungo la strada, guardando le vetrine dei negozi che non erano state fracassate, e le automobili parcheggiate accanto al marciapiede. Nessuna della automobili più nuove era cambiata sensibilmente rispetto ai modelli di due o più anni prima, parcheggiati ovunque lungo i marciapiedi; era una soddisfazione personale vedere che Detroit aveva posto fine ai cambiamenti annuali di modello, ed era ritornata al più sensato equilibrio di trent’anni prima.
Chaney si fermò a un ufficio postale, per imbucare una cartolina diretta a un vecchio amico dell’Indiana Corporation, e scoprì che il prezzo del francobollo era salito a dieci centesimi. (Si ripromise anche di non dirlo a Katrina. Probabilmente lei avrebbe affermato che, con quell’azione, Chaney aveva contaminato il futuro.)
La vetrina di un negozio di generi alimentari era completamente tappezzata di cartelli, nei quali si proclamava a lettere cubitali una sensazionale riduzione di prezzo su tutti i generi: sconti rovinosi, così affermavano i cartelli. Essendo un futurista pieno di curiosità, Chaney si avvicinò ed entrò, per controllare. Notò i prezzi delle mele, del pane, del latte, delle uova, delle bistecche di bue. Le bistecche apparivano tenere e ricche di grasso. Si soffermò davanti al bancone della carne per controllare il prezzo delle sue bistecche preferite, e scoprì che era di due dollari e quarantanove centesimi alla libbra. D’impulso, pagò novanta centesimi per una scatoletta di un prodotto chiamato Capsule Lunari, e scoprì che si trattava di caramelle vitaminiche, disponibili in tre diversi aromi. La scritta pubblicitaria posta sul bancone affermava che la NASA dava le capsule agli astronauti che vivevano sulla Luna, per aumentare il loro super-super-super-vigore.
Il negozio presentava una novità che Chaney non conosceva.
Un atrio di attesa per i clienti era fornito di comode poltrone e di un grande televisore, e Chaney sedette su una poltrona per guardare il teleschermo a colori, curioso di vedere i nuovi programmi. Ebbe una delusione. La televisione non offriva niente, all’infuori di una serie interminabile di filmetti pubblicitari che elencavano i pregi dei prodotti disponibili nel negozio; non c’era alcuno spettacolo che interrompesse la monotonia. Controllò il tempo con l’orologio: ventidue annunci pubblicitari in quarantaquattro minuti, prima che la registrazione cominciasse a ripetersi, e così all’infinito.
Solo uno dei brevi inserti gli fece una certa impressione.
Una splendida ragazza, dalla pelle dorata, era mollemente sdraiata, nuda, su una nube bianco-rosata. Una nube sensuale di fumo si formava e cambiava e si riformava per accarezzare il corpo dorato della ragazza con lingue amorevoli di vapore. La ragazza stava fumando una sigaretta dorata. Giaceva morbidamente, immersa in un’indolenza sognante, a occhi chiusi, e le anche si muovevano di quando in quando, in un euforico languore, rispondendo ai baci della nube. Non c’era alcun messaggio parlato. A intervalli regolari, durante i due minuti di proiezione, delle parole lampeggiavano sullo schermo, sotto la ragazza nuda: Beatitudine con Marijuana d’Oro.
Chaney decise che i seni della ragazza erano troppo piccoli e piatti per i suoi gusti.
Uscì dal negozio e ritornò alla sua auto, trovando infilata nel parabrezza una multa per il parcheggio eccedente la cifra versata. Il prezzo era di due dollari, se pagato in giornata. Chaney scrisse un messaggio su un foglio strappato dal blocco d’appunti, e lo infilò nella busta al posto dei due dollari; il tutto venne poi infilato in una cassetta sotto un vicino tassametro. Pensò che la polizia locale avrebbe apprezzato il suo pensiero.
Fatto questo, si mise al volante e uscì dal parcheggio, prendendo la strada che portava alla base. Mancavano alcune ore al coprifuoco, ma lui aveva finito, a Joliet… aveva quasi finito con il 1980. Gli sembrava molto più freddo e inospitale di quanto la temperatura avrebbe dovuto suggerire.