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Mentre l’Amyrlin si avviava di fronte al tavolo girandovi attorno, Min lasciò cadere il suo fagotto e accennò una goffa riverenza, borbottando irritata a mezza bocca per il fatto di dover fare un gesto simile. Non che volesse essere irrispettosa — una tal cosa non veniva nemmeno in mente a chi si trovava di fronte a una donna come Siuan Sanche — ma il suo solito inchino le sembrava stupido con indosso un abito da donna, e aveva solo un’idea approssimativa di come fare una riverenza.

A metà strada, con la gonna già spiegata, rimase immobile come un rospo congelato. Siuan Sanche era in piedi, regale come una qualsiasi regina ma, per un momento, l’aveva vista giacere al suolo, nuda. A parte il fatto che non indossava nulla c’era qualcosa di insolito in quell’immagine, ma svanì prima che Min potesse individuarla. Era stata una visione forte come non ne aveva avute mai e non ne capiva il significato.

«Stai avendo di nuovo delle visioni, vero?» osservò l’Amyrlin. «Be’, avrei potuto utilizzare questo tuo talento. Per tutti i mesi che sei stata via. Ma non parleremo di questo. Quel che è fatto è fatto. La Ruota ordisce come vuole.» Sorrise nervosa. «Ma se lo fai ancora, userò la tua pelle per farmi dei guanti. Alzati, ragazza. Leane mi impone in un mese cerimonie che basterebbero per almeno un anno a qualsiasi donna assennata. Non ne ho il tempo. Non in questi giorni. Ora, che cos’è che hai appena visto?»

Min si rialzò lentamente. Era un sollievo trovarsi nuovamente con qualcuno che conosceva il suo talento, anche se era l’Amyrlin Seat in persona. Non doveva nascondere le visioni all’Amyrlin. Ben lungi dal farlo. «Eri... non indossavi abiti. Non... non so cosa significhi, Madre.»

Siuan scoppiò a ridere, una risata fugace e priva di divertimento. «Senza dubbio che mi troverò un amante. Ma non ho tempo nemmeno per quello. Non c’è tempo per ammiccare agli uomini quando sei impegnata ad accudire la barca.»

«Forse» rispose lentamente Min. Poteva avere quel significato, anche se ne dubitava. «Semplicemente non lo so. Ma, Madre, ho avuto visioni fin da quando sono entrata nella Torre. Accadrà qualcosa di brutto, qualcosa di terribile.» Si incamminò con l’Aes Sedai nell’ingresso e le raccontò tutto ciò che aveva visto, come anche il significato, quando ne era sicura. Non le rivelò tutto ciò che aveva detto a Gawyn; non serviva essersi raccomandata di non far arrabbiare l’Amyrlin se lo faceva lei per lui. Il resto lo raccontò crudamente, come lo aveva visto. Alcune sue paure emersero mentre riesumava i ricordi, vedendo tutto nuovamente; aveva la voce tremante quando terminò il racconto.

L’espressione dell’Amyrlin rimase sempre invariata. «Così hai parlato con il giovane Gawyn» osservò quando Min ebbe finito. «Be’, credo di poterlo convincere a stare zitto. E se mi ricordo bene di Satira, alla ragazza servirà un po’ di lavoro in campagna. Non divulgherà alcun pettegolezzo zappando gli ortaggi in un campo.»

«Non capisco» chiese Min. «Perché Gawyn dovrebbe mantenere il silenzio? Riguardo a cosa? Non gli ho detto nulla. E Sahra...? Madre, forse non sono stata chiara. Alcune Aes Sedai e alcuni Custodi moriranno. Deve significare una battaglia. E, a meno che non mandi molte Aes Sedai e Custodi da qualche altra parte — e i servitori: ho visto servi morti e feriti — a meno che non fai una cosa simile, la battaglia si svolgerà qui! A Tar Valon!»

«Lo hai visto?» chiese l’Amyrlin. «Una battaglia? Lo hai scoperto con il tuo... talento, o stai indovinando?»

«Cos’altro potrebbe essere? Almeno quattro Aes Sedai ormai sono come morte, Madre. Ho posato gli occhi su solo nove di voi da quando sono arrivata, e quattro morranno! E i Custodi... cos’altro potrebbe essere?»

«Più cose di quel che mi piace pensare» mormorò torvamente l’Amyrlin. «Quando? Quanto tempo abbiamo prima che questa... cosa... accada?»

Min scosse il capo. «Non lo so. La maggior parte dei fatti accadrà nell’arco di un giorno, forse due, ma potrebbe essere domani o fra un anno. O dieci.»

«Allora preghiamo che siano dieci. Se accadrà domani, non c’è molto che possa fare per fermarlo.»

Min fece una smorfia. Solo due Aes Sedai oltre Siuan Sanche sapevano cosa era in grado di fare; Moiraine e Verin Mathwin, che aveva cercato di studiare il suo talento. Nessuna di loro sapeva come funzionava, non più di lei, tranne che non aveva nulla a che fare con il Potere. Forse per quello Moiraine sembrava in grado di accettare che, quando Min capiva il significato di una visione, il fatto accadeva.

«Forse sono i Manti Bianchi, Madre. Erano ovunque ad Alindaer quando ho oltrepassato il ponte.» Non credeva che i Figli della Luce avessero nulla a che fare con quanto stava per accadere, ma era riluttante nel confessare davvero ciò che credeva. Credeva, non sapeva; eppure era abbastanza brutto.

Ma l’Amyrlin aveva cominciato a scuotere il capo prima che Min finisse di parlare. «Se potessero proverebbero a fare qualcosa, non ho dubbi — adorerebbero colpire la Torre — ma Eamon Valda non si muoverebbe apertamente senza ordini diretti dal lord Capitano Comandante, e Pedron Niall non colpirà a meno che non creda che siamo in difficoltà. Conosce troppo bene la nostra forza per comportarsi scioccamente. Per mille anni i Manti Bianchi si sono comportati in questo modo. Lucci fra le canne, in attesa di una traccia di sangue di Aes Sedai nell’acqua. Ma non gliene abbiamo ancora mostrato, e nemmeno lo faremo, se posso evitarlo.»

«Eppure se Valda provasse a prendere una sua iniziativa...»

Siuan la interruppe. «Non ha più di cinquecento uomini vicino Tar Valon, ragazza. Ha mandato via il resto settimane fa, a provocare problemi altrove. Le Mura Lucenti hanno tenuto fuori gli Aiel. E anche Artur Hawkwing. Valda non riuscirà mai a entrare a Tar Valon, a meno che la città non stia già crollando dall’interno.» La voce dell’Amyrlin non mutò mentre proseguiva. «Vuoi davvero che creda che i problemi verranno dai Manti Bianchi. Perché?» Non c’era alcuna gentilezza negli occhi della donna.

«Perché io voglio crederlo» mormorò Min. Si umettò le labbra e pronunciò le parole che non voleva dire. «Il collare d’argento che ho visto su quell’Aes Sedai, Madre, sembrava... sembrava uno di quei collari che... i Seanchan usano per... per controllare le donne che possono incanalare.» La voce di Min si abbassò di tono mentre Siuan fece una smorfia di disgusto.

«Un oggetto sordido» brontolò l’Amyrlin. «Benché la maggior parte della gente non creda a un quarto di quello che sente riguardo i Seanchan. Ma ci sono più possibilità che si tratti dei Manti Bianchi. Se i Seanchan approdassero nuovamente, ovunque, lo saprei in pochi giorni con i piccioni viaggiatori, ed è un viaggio lungo dal mare fino a Tar Valon. Se riapparissero, avrò un ampio margine di preavviso. No, temo che le visioni si riferiscano a qualcosa di ben peggiore dei Seanchan. Temo che possa trattarsi solamente dell’Ajah Nera. Solo un numero esiguo di noi è al corrente della sua esistenza, e non gradisco il pensiero di quel che accadrà quando la notizia si diffonderà, ma l’Ajah Nera rappresenta la più grande e immediata minaccia alla Torre.»

Min si accorse che stava stringendo così forte la gonna che le dolevano le mani; aveva la bocca secca come la polvere. La Torre Bianca aveva sempre freddamente negato l’esistenza di un’Ajah Nera nascosta, devota al Tenebroso. Il modo più sicuro per far arrabbiare un’Aes Sedai era semplicemente menzionare una cosa simile. Con l’Amyrlin che aveva parlato dell’esistenza di un’Ajah Nera con tale disinvoltura, la spina dorsale di Min si era ghiacciata.

Come se non avesse detto nulla fuori dell’ordinario, l’Amyrlin proseguì. «Ma non sei venuta fin qui solo per avere le visioni. Che cosa mi riferisci da Moiraine? So che tutto, dall’Arad Doman a Tarabon, è nel caos, per menzionare il problema minore.» Era davvero il danno minore; gli uomini che sostenevano il Drago Rinato combattevano contro gli oppositori, e avevano ridotto entrambe le nazioni alla guerra civile mentre simultaneamente si combattevano per il controllo sulla Piana di Almoth. Il tono di voce di Siuan congedò l’argomento come fosse un dettaglio. «Ma non ho avuto alcuna notizia di Rand al’Thor per mesi. È il punto focale di tutto. Dove si trova? Che cosa gli sta facendo fare Moiraine? Siedi ragazza, siedi.» Fece un cenno verso la sedia di fronte alla scrivania.