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Ai piedi di un ponte sporgevano figure immobili di Trolloc, sorpresi mentre agitavano intorno a sé asce uncinate e scimitarre. Grigi e butterati come la pietra, i cadaveri giganteschi erano sprofondati a mezzo nella superficie enfiata e piena di bolle. Alcune bolle erano scoppiate e rivelavano altre facce animalesche, ferme in un eterno ringhio di terrore. Rand udì che qualcuno vomitava e deglutì con forza per non imitarlo. Anche per dei Trolloc era stata una morte orribile.

Poco più avanti il ponte terminava. La colonna d’indicazione era in mille pezzi.

Loial smontò cautamente, tenendo d’occhio i Trolloc come se temesse che tornassero in vita. Esaminò i resti della colonna, badando alle iscrizioni metalliche incastonate nella pietra, poi tornò in sella. «Era il primo ponte del percorso per Tar Valon» disse.

Mat si puliva col dorso della mano la bocca, senza guardare i Trolloc. Egwene nascose il viso fra le mani. Rand spostò il cavallo accanto a Bela e toccò Egwene sulla spalla. Lei si girò di scatto e si afferrò a lui, tremando. Anche Rand aveva voglia di tremare: solo il fatto che Egwene si stringesse a lui glielo impedì.

«Per fortuna non andiamo a Tar Valon» disse Moiraine.

Nynaeve si rivoltò contro l’Aes Sedai. «Come puoi prenderla con tanta calma? La stessa cosa potrebbe accadere a noi.»

«Può darsi» rispose serenamente Moiraine. Nynaeve digrignò i denti, tanto che perfino Rand udì il rumore. «Comunque» continuò Moiraine, impassibile «è più probabile che, nel costruire le Vie, gli Aes Sedai abbiano predisposto trappole per le creature del Tenebroso. Senza dubbio ne avevano paura, prima che Mezzi Uomini e Trolloc fossero ricacciati nella Macchia. In ogni caso, non possiamo perdere tempo; e qualsiasi via scegliamo, avanti o indietro, probabilmente avrà trappole come ogni altra. Loial, conosci il ponte successivo?»

«Sì. Non hanno rovinato quella parte della Guida, grazie alla Luce.» Per la prima volta Loial parve ansioso quanto Moiraine di procedere. Spinse il cavallo ancora prima di terminare la frase.

Per altri due ponti Egwene rimase aggrappata al braccio di Rand. E lui rimpianse quel contatto, quando alla fine Egwene lo lasciò con un mormorio di scusa e un sorriso forzato, e non solo perché gli piacesse. Era più facile essere coraggiosi, scoprì, quando qualcuno aveva bisogno di protezione.

Forse Moiraine non credeva che ci fossero trappole predisposte anche per loro, ma, per quanto parlasse di fretta, li obbligò a viaggiare più lentamente di prima e si soffermava, prima d’imboccare un ponte o di scendere su di un’Isola. Spingeva avanti Aldieb e protendeva la mano a sentire l’aria; neppure Loial e Lan potevano avanzare, se lei non dava il permesso.

Rand fu costretto a fidarsi del giudizio di Moiraine, a proposito delle trappole; ma scrutò nel buio come se davvero potesse scorgere più in là di dieci piedi e tese le orecchie per cogliere qualsiasi rumore. Se i Trolloc usavano le Vie, allora chi li seguiva era forse un’altra creatura del Tenebroso. O parecchie creature. Lan aveva detto che non aveva la giusta sensazione, nelle Vie. Ma dopo avere attraversato diversi ponti, fatto pranzo in sella e attraversato ancora altri ponti, aveva udito solo il cigolio delle selle e lo scalpiccio dei cavalli e a volte un colpo di tosse o un borbottio. Più tardi sentì anche un vento lontano, nel nulla tenebroso. Non sapeva in quale direzione soffiasse. All’inizio lo ritenne uno scherzo dell’immaginazione, ma alla lunga fu sicuro di sentire una corrente d’aria.

"Sarebbe bello sentire di nuovo il vento, anche se gelido” pensò.

All’improvviso batté le palpebre. «Loial, non dicevi che nelle Vie non c’è vento?»

Loial fermò il cavallo a poca distanza dall’Isola seguente e piegò la testa, in ascolto. Impallidì e si umettò le labbra. «Machin Shin» mormorò, rauco. «Il Vento Nero. La Luce c’illumini e ci protegga. È il Vento Nero.»

«Quanti ponti mancano?» domandò Moiraine, brusca. «Loial, quanti ponti?»

«Due. Credo due.»

«Svelto, allora.» L’Aes Sedai spinse Aldieb sull’Isola. «Trovali in fretta!»

Loial parlò a se stesso, o a chiunque lo ascoltasse, mentre leggeva la Guida. «Sono ricomparsi fuori di senno, gridando del Machin Shin. La Luce ci aiuti! Anche quelli curati dalle Aes Sedai...» Esaminò in fretta la pietra e si diresse verso il ponte prescelto, gridando: «Da questa parte!»

Stavolta Moiraine non si fermò a controllare. Spinse tutti al galoppo e il ponte tremò sotto gli zoccoli dei cavalli, mentre le lanterne oscillavano pazzamente. Loial lesse d’un fiato la Guida successiva e girò il cavallo quasi prima che si fermasse. Il rumore del vento divenne più forte. Rand lo udiva anche al di sopra del rumore di zoccoli su pietra. Dietro di loro, e sempre più vicino.

Non si preoccuparono di leggere l’ultima Guida. Appena la luce delle lanterne mostrò la striscia bianca che si dipartiva dal lastrone, girarono da quella parte, sempre al galoppo. L’Isola svanì alle loro spalle e ci fu soltanto la pietra grigia e butterata e la striscia bianca. Rand respirava così affannosamente da non udire più il vento.

Dal buio comparve la Porta, scolpita a rampicanti e isolata contro il buio come un minuscolo tratto di muro contro la notte. Moiraine si sporse dalla sella e allungò la mano verso il bassorilievo. Si bloccò di colpo. «La foglia di Avendesora non c’è!» esclamò. «La chiave è scomparsa!»

«Luce santa!» gridò Mat. «Luce maledetta!» Loial gettò indietro la testa e mandò un grido sconsolato, simile a un ululato di morte.

Egwene toccò il braccio di Rand. Le labbra le tremavano, ma non disse parola. Rand le strinse la mano, augurandosi di non sembrare più spaventato di lei, anche se lo era. Più indietro, verso la Guida, il vento ululò. Rand credette di udire nel vento voci che urlavano oscenità e sentì in gola la bile.

Moiraine sollevò il bastone, dalla cui punta scaturì una lancia di fiamma. Non era fiamma pura e bianca, come a Emond’s Field e nello scontro davanti alle mura di Shadar Logoth: era striata d’un giallo nauseante e di puntini neri che si muovevano lentamente alla deriva, simili a fuliggine. Ne scaturiva un fumo sottile e acre, che fece tossire Loial e innervosì i cavalli. Ma Moiraine la indirizzò contro la Porta. Il fumo irritò le narici di Rand e gli bruciò in gola.

La pietra si fuse come burro, foglie e rampicanti avvizzirono alla fiamma e scomparvero. L’Aes Sedai mosse il bastone con la massima rapidità, ma non era impresa da poco tagliare un’apertura abbastanza ampia da permettere a tutti il passaggio. A Rand parve che la linea di pietra fusa descrivesse un arco a velocità di lumaca. Sentì svolazzare il mantello, come sotto una brezza, e si sentì gelare il cuore.

«Lo sento» disse Mat, con voce tremante. «Luce santa, lo sento!»

La fiamma si spense e Moiraine abbassò il bastone. «Fatto» disse. «Per metà.»

Una linea sottile correva lungo il bassorilievo. Rand credette di scorgere attraverso la fessura una luce... fioca, ma sempre luce. Nonostante il taglio, i due grossi archi incisi nei battenti di pietra resistevano. L’apertura sarebbe bastata a consentire il passaggio, anche se forse Loial avrebbe dovuto appiattirsi sul collo del cavallo. “Forse” pensò Rand “se tutti smontassimo e spingessimo, riusciremmo a farne crollare uno, prima dell’arrivo del vento." Una folata gli strattonò il mantello. Rand si sforzò di non ascoltare le voci.

Mentre Moiraine indietreggiava, Mandarb balzò avanti, con Lan rannicchiato sulla sella. All’ultimo istante il cavallo da guerra scartò in modo da colpire con la spalla la pietra, come gli era stato insegnato a fare con gli altri cavalli sul campo di battaglia. Con uno schianto, la pietra crollò verso l’esterno; Custode e cavallo, trasportati dallo slancio, attraversarono lo schermo fumoso della Porta. Al di là c’era la fioca luce di metà mattino, ma a Rand parve che gli sfolgorasse in faccia il sole d’un mezzogiorno d’estate.