Era un edificio stretto, lungo, alto, dal tetto a punta rivestito di stoppie. Gli stalli, col loro letto di strame, erano disposti ai lati del passaggio centrale in penombra, perché la luce proveniva solo dalle porte a due battenti, poste alle estremità del corridoio. Otto stalli erano occupati dai cavalli dell’ambulante, che mangiucchiavano avena; i massicci cavalli dhurrani di mastro al’Vere, che lui affittava ai contadini che dovevano trainare carichi molto pesanti, ne occupavano altri sei; i rimanenti erano vuoti, a parte tre. Rand si disse che era facile intuire il padrone di ogni cavallo: il destriero morello, alto, dal torace possente, che agitava con forza la testa, apparteneva certo a Lan. La giumenta bianca, snella, dal collo arcuato, che muoveva le zampe con la grazia di una danzatrice, era senz’altro di Moiraine. E il terzo, un castrone sauro alto e magro, si adattava alla perfezione a Thom Merrilin.
Tam, in fondo alla stalla, reggeva Bela per la cavezza e parlava sottovoce con Hu e Tad. Nel vedere Rand, annuì e venne dalla sua parte; senza far parola, portò fuori Bela.
In silenzio attaccarono al carretto la giumenta. Tam sembrava assorto nei suoi pensieri, tanto che Rand non aprì bocca. A dire il vero, a proposito del cavaliere sconosciuto, non si aspettava di convincere neppure il padre, altro che il sindaco. Ma ci avrebbe pensato l’indomani, quando Mat e Perrin avessero trovato altri testimoni. Ammesso che ci fossero.
Mentre il carretto si metteva in movimento, Rand prese dal retro l’arco e senza rallentare il passo si agganciò alla cintura la faretra. Arrivati all’ultima fila di case del villaggio, incoccò una freccia e tese parzialmente la corda, tenendo l’arco pronto all’uso. Non c’era niente da vedere, a parte gli alberi spogli, ma irrigidì le spalle. Il cavaliere nero poteva raggiungerli prima che si accorgessero del suo arrivo. E lui non avrebbe avuto il tempo di scagliare la freccia, se la corda non fosse stata già tesa in parte.
Sapeva che non avrebbe potuto mantenere a lungo l’arco in tensione; se l’era costruito da solo e Tam era uno dei pochi, nel distretto, che riuscisse a tenderlo. Rand si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che lo distraesse dal pensiero del cavaliere. Circondati dalla foresta, con i mantelli svolazzanti, non era facile.
«Padre» disse infine Rand «non capisco perché il Consiglio ha interrogato Padan Fain.» Con uno sforzo staccò lo sguardo dai boschi e guardò Tam, dall’altra parte di Bela. «Potevate prendere la stessa decisione lì su due piedi. Il sindaco ha spaventato tutti, parlando delle Aes Sedai e del falso Drago qui nei Fiumi Gemelli.»
«La gente è buffa, Rand. Anche la migliore. Prendi Haral Luhhan. Mastro Luhhan è un uomo robusto e coraggioso, ma non sopporta di veder macellare le bestie. Diventa bianco come un cencio.»
«E questo cosa c’entra? Tutti sanno che mastro Luhhan non sopporta la vista del sangue e solo i Coplin e i Congar ne pensano male.»
«Esattamente, ragazzo. Non sempre la gente pensa e si comporta come crederesti. Questi qui... se la grandine rovina il raccolto e il vento scoperchia ogni casa del distretto, si rimboccano le maniche e ricominciano da zero. Brontoleranno, ma non sprecheranno tempo. Ma se solo parli delle Aes Sedai e di un falso Drago nel Ghealdan, penseranno subito che il Ghealdan non è poi così lontano, anche se dall’altra parte della Foresta delle Ombre, e che una linea retta da Tar Valon al Ghealdan non passerebbe poi molto a oriente da noi. Come se le Aes Sedai prendessero la strada che attraversa Caemlyn e Lugard, invece di viaggiare in aperta campagna! Entro domani mattina, metà villaggio sarebbe sicuro che la guerra stia per piombare su di noi. Sai che magnifico Bel Tine sarebbe. Perciò Bran gli ha fatto venire l’idea, prima che se la facessero venire da soli.
«Hanno visto il Consiglio discutere la faccenda e ormai sanno qual è stata la decisione. Ci hanno scelti a far parte del Consiglio perché si fidano del nostro parere. Perfino di quello di Cenn, che secondo noi non vale poi molto, immagino. Comunque, sapranno che non c’è niente di cui preoccuparsi e ci crederanno. Certo, anche loro potrebbero giungere alla stessa conclusione e ci arriverebbero, prima o poi; ma in questo modo non roviniamo la Festa e nessuno passerà settimane a preoccuparsi di una cosa che difficilmente si verificherà. Se si verificasse, contro tutte le possibilità... bene, le squadre di pattuglia ci avvertiranno e faremo il possibile. Però non lo credo probabile, davvero.»
Rand gonfiò le guance. A quanto pareva, far parte del Consiglio era più complicato di quanto non credesse. Il carretto continuò a cigolare sulla Strada della Cava.
«Qualcun altro, oltre a Perrin, ha visto quel forestiero?» domandò Tam.
«Mat. Però...» Rand trasalì e fissò il padre. «Mi credi? Devo tornare al villaggio. Devo dirlo agli altri.» Si girò per tornare al villaggio, ma Tam lo bloccò.
«Calma, figliolo, calma! Credi che abbia aspettato tanto a dirtelo senza una ragione?»
Riluttante, Rand si mantenne a lato del carretto. «Cosa t’ha fatto cambiare idea? Perché non posso dirlo agli altri?»
«Lo sapranno presto. Perrin, almeno; Mat, non so. Bisogna informare le fattorie, ma nel giro di un’ora a Emond’s Field tutti gli adulti sapranno che un cavaliere si aggira furtivamente intorno al villaggio, un tipo che nessuno inviterebbe alla Festa. L’inverno è già stato abbastanza brutto, senza che si debba anche spaventare i più giovani.»
«Se l’avessi visto, non lo vorresti nemmeno a cento miglia. Altro che alla Festa.»
«Forse è soltanto un profugo del Ghealdan o magari un ladro convinto che sia più facile fare bottino qui che non a Baerlon o a Taren Ferry. E nei dintorni nessuno può permettersi di subire furti. Se quell’uomo vuole solo sfuggire alla guerra... be’, non è un buon motivo per spaventare la gente. Appena entreranno in funzione le pattuglie, o lo troveranno o lo faranno scappare.»
«Mi auguro che lo facciano scappare. Ma perché adesso mi credi e stamattina no?»
«Dovevo credere ai miei occhi, figliolo, e non ho visto niente. A quanto sembra, solo i ragazzi lo vedono. Però, quando Haral Luhhan ha detto che Perrin vedeva le ombre, è venuta fuori tutta la storia. Anche il figlio maggiore di Jon Thane l’ha visto, e Bandry, il figlio di Samel Crowe. Be’, quattro ragazzi, tutti con la testa sulle spalle, dicono di vedere una cosa; allora ci siamo chiesti se per caso non eravamo noi adulti a non vederla. Proprio per questo torniamo a casa. In nostra assenza, laggiù questo forestiero può combinare ogni sorta di guai. Se non ci fosse la Festa, domani non verrei neppure al villaggio. Ma non possiamo chiuderci in casa solo perché questo tizio si aggira nei dintorni.»
«Non sapevo di Ban e di Lem» disse Rand. «Avevamo deciso di parlare al sindaco, domani; ma temevamo che non ci credesse,» I capelli grigi non significano cervello rammollito. Tieni gli occhi aperti. Forse lo scorgerò anch’io, se compare di nuovo.
Rand si mise all’erta. Con sorpresa si accorse di avere il passo più leggero. La tensione era sparita. Lui e Tam erano da soli sulla Strada della Cava, proprio come quel mattino, ma in qualche modo Rand si sentiva come se ci fosse l’intero villaggio. Gli altri sapevano e gli credevano, ecco la differenza. Il cavaliere dal mantello nero non poteva fare nulla che la gente di Emond’s Field, unita, non fosse in grado di affrontare.
5
La Notte d’Inverno
Il sole era a metà strada dal tramonto, quando il carretto arrivò alla fattoria. L’edificio non era grande, meno di altre fattorie disseminate verso levante, che nel corso degli anni erano cresciute fino a ospitare intere famiglie. Nei Fiumi Gemelli, sotto lo stesso tetto vivevano a volte tre o quattro generazioni, compresi zie e zii, cugini e nipoti. Tam e Rand erano considerati due eccentrici, sia perché vivevano da soli, sia perché coltivavano terreni nel Westwood.
La fattoria consisteva quasi tutta in un solo piano, un semplice rettangolo senza aggiunte, ma c’erano due stanze da letto e la dispensa nella soffitta sotto il tetto di stoppie assai inclinato. Anche se, dopo le bufere dell’inverno, l’intonaco era quasi sparito dalle robuste pareti di legno, la casa era in buone condizioni: il tetto di stoppie teneva bene e porte e finestre chiudevano alla perfezione.