Выбрать главу

«Il viaggio da Tar Valon è lungo» disse. «Siete certamente stanchi.»

«Breve, per la via che abbiamo seguito» disse Lan «ma ancora più faticoso che per la strada più lunga.»

Agelmar parve perplesso, visto che il Custode non aggiunse altro, ma si limitò a dire: «Qualche giorno di riposo vi rimetterà in sesto.»

«Chiedo ospitalità per una sola notte, lord Agelmar» disse Moiraine. «Per noi e per i cavalli. E provviste fresche, domattina, se puoi privartene. Purtroppo dovremo partire di buon’ora.»

Agelmar si accigliò. «Ma pensavo... Moiraine Sedai, non ho diritto di domandarlo, ma la tua presenza varrebbe mille lance, al passo di Tarwin. E anche la tua, Dai Shan. Mille uomini verranno, quando sapranno che la Gru Dorata sventola di nuovo.»

«Le Sette Torri sono in rovina» disse Lan, brusco. «E Malkier è morta. I pochi che l’hanno lasciata sono sparsi per il mondo. Sono un Custode, Agelmar, giurato alla Fiamma di Tar Valon e diretto nella Macchia.»

«Certo, Dai Sh... Lan. Certo. Ma senza dubbio un ritardo di qualche giorno, al massimo di qualche settimana, non farà differenza. Sei indispensabile. Tu e Moiraine Sedai.»

Moiraine prese da un vassoio un calice d’argento. «Ingtar pare convinto che sconfiggerete questa minaccia come in molte altre occasioni nel corso degli anni.»

«Aes Sedai» disse Agelmar, ironico «se Ingtar dovesse cavalcare da solo fino al passo di Tarwin, lo farebbe proclamando per tutta la strada che i Trolloc saranno sconfitti di nuovo. Ha tanto orgoglio da credere quasi di riuscirci davvero anche da solo.»

«Stavolta non è fiducioso quanto credi, Agelmar.» Lan tenne in mano una coppa, ma non bevve. «Quant’è grave, la situazione?»

Agelmar esitò; poi, dalla confusione di carte sul tavolo, trasse una mappa. Rimase un momento a guardarla, senza vederla, e la lasciò cadere. «Quando cavalcheremo verso il passo» rispose piano «manderemo la gente a meridione, a Fal Moran. Forse la capitale resisterà. Deve resistere!»

«Siamo a questo punto?» disse Lan. Agelmar annuì con aria stanca.

Rand scambiò un’occhiata inquieta con Mat e Perrin. Era facile credere che i Trolloc si radunavano nella Macchia per dare la caccia a lui e ai suoi amici.

«Il Kandor, l’Arafel, la Saldaea...» proseguì Agelmar, in tono sinistro. «I Trolloc vi hanno fatto scorrerie per tutto l’inverno. Non è mai accaduto niente del genere, dai tempi delle Guerre Trolloc: scorrerie così feroci, così numerose, così decise. Ogni monarca e ogni consiglio sono convinti che dalla Macchia stia per arrivare un grande attacco a fondo e ogni Marca di Confine crede d’essere il bersaglio. I loro esploratori e i Custodi non riferiscono che i Trolloc si ammassano alle loro frontiere, come accade qui da noi, eppure le Marche hanno paura d’inviare altrove i loro soldati. La gente mormora che il mondo sta per finire, che il Tenebroso è di nuovo in libertà. Noi dello Shienar andremo da soli al passo di Tarwin e saremo in inferiorità numerica, almeno di uno a dieci. Forse sarà l’ultima Adunanza delle Lance.

«Lan... no, Dai Shan: sei sempre un Lord Incoronato di Malkier, qualsiasi cosa tu dica. Dai Shan, il vessillo con la Gru Dorata, in prima fila, infonderebbe coraggio a uomini che sanno di andare incontro alla morte. La notizia si spargerebbe come incendio: anche se i monarchi hanno ordinato ai loro uomini di non muoversi, altre lance giungeranno dall’Arafel e dal Kandor, anche dalla Saldaea. Non in tempo per combattere al nostro fianco nel passo di Tarwin, ma forse in tempo per salvare lo Shienar.»

Lan abbassò lo sguardo sulla coppa di vino. Non cambiò espressione, ma il vino gli sporcò la mano, quando strinse la coppa d’argento fino ad accartocciarla. Un servitore gli tolse la coppa rovinata e con un panno gli ripulì la mano; un altro gli porse una seconda coppa. Lan parve non accorgersi di niente. «Non posso!» mormorò, rauco. Sollevò la testa: gli occhi ardevano intensamente, ma la voce era di nuovo calma, piatta. «Sono un Custode, Agelmar» disse, con un’occhiata a Moiraine. «Alle prime luci andrò nella Macchia.»

Agelmar sospirò pesantemente. «Moiraine Sedai, non puoi venire tu, almeno? Una Aes Sedai farebbe la differenza.»

«Non posso, lord Agelmar.» Moiraine parve turbata. «C’è davvero una battaglia da combattere e non è per caso che i Trolloc si radunano sopra lo Shienar; ma la nostra battaglia, la vera battaglia contro il Tenebroso, si terrà nella Macchia, all’Occhio del Mondo. Tu devi combattere la tua, e noi la nostra.»

«Vorresti dire che lui è in libertà?» Agelmar parve sconvolto e Moiraine si affrettò a scuotere la testa.

«Non ancora. Se all’Occhio del Mondo vinceremo noi, forse non sarà mai più in libertà.»

«Ma troverai l’Occhio, Aes Sedai? Se da questo dipende la sconfitta del Tenebroso, è come se fossimo tutti morti. Molti l’hanno cercato e tutti hanno fallito.»

«Posso trovarlo, lord Agelmar. C’è ancora speranza.»

Agelmar osservò Moiraine, poi gli altri. Parve perplesso, nel notare Nynaeve e Egwene, perché le loro vesti da contadine contrastavano con quelle di seta di Moiraine, anche se tutte erano sporche per il viaggio. «Anche loro sono Aes Sedai?» domandò, dubbioso. Moiraine scosse la testa e lui parve ancora più confuso. Esaminò i tre giovani di Emond’s Field e si soffermò su Rand, che teneva la mano sull’elsa della spada avvolta nella stoffa rossa. «Sei accompagnata da una scorta insolita, Aes Sedai. Un solo uomo d’arme.» Diede un’occhiata a Perrin e all’ascia appesa alla cintura. «Forse due. Ma poco più che ragazzi. Consentimi di mandare con te dei soldati. Cento lance in più o in meno non faranno differenza, al passo di Tarwin, ma a te serviranno più d’un Custode e di tre ragazzi. E le due donne non ti saranno d’aiuto, a meno che non siano Aiel sotto mentite spoglie. La Macchia è peggiore del solito, quest’anno. Si... si agita.»

«Cento lance sarebbero troppe e mille non basterebbero» disse Lan. «Più il nostro gruppo sarà numeroso, più rischieremo di attirare l’attenzione. Dobbiamo giungere all’Occhio del Mondo evitando scontri, se possibile. Il risultato è prevedibile, quando i Trolloc combattono all’interno della Macchia.»

Agelmar annuì, torvo, ma non cedette. «Un numero minore, allora. Anche dieci uomini validi avrebbero migliori possibilità di questi tre giovanotti, per scortare dall’Uomo Verde Moiraine Sedai e le altre due donne.»

Il signore di Fal Dara, capì allora Rand, presumeva che sarebbero state Nynaeve e Egwene a combattere con Moiraine contro il Tenebroso. Era logico. Uno scontro come quello implicava l’uso dell’Unico Potere, disponibile solo alle donne. Rand infilò nella cintura i pollici e strinse il fermaglio perché le mani non gli tremassero.

«Niente uomini» disse Moiraine. Agelmar aprì di nuovo bocca e lei proseguì, prima che protestasse. «È la natura dell’Occhio e dell’Uomo Verde. Quanti uomini di Fal Dara hanno trovato l’Uomo Verde e l’Occhio?»

Agelmar si strinse nelle spalle. «Dai tempi della Guerra dei Cento Anni, si contano sulle dita d’una mano. Non più di uno in cinque anni, fra tutte le Marche di Confine.»

«Nessuno trova l’Occhio del Mondo, se l’Uomo Verde non vuole» disse Moiraine. «Necessità è la chiave; e l’intenzione. Io so dove andare... ci sono già stata.» Rand girò di scatto la testa, sorpreso; non fu l’unico, ma Moiraine parve non accorgersene. «Ma se uno tra noi cerca gloria, se cerca di aggiungere il proprio nome a quei quattro, rischiamo di non trovarlo mai anche se andrò direttamente al posto che ricordo.»

«Hai visto l’Uomo Verde, Moiraine Sedai?» Il signore di Fal Dara parve impressionato, ma subito dopo si accigliò. «Però, se l’hai già incontrato una volta...»

«Necessità è la chiave» rispose piano Moiraine. «E non può esserci necessità maggiore della mia. Della nostra. E poi, io ho una cosa che gli altri cercatori non hanno.»

Quasi non distolse lo sguardo dal viso di Agelmar, ma Rand fu sicuro che l’avesse spostato un poco verso Loial, solo per un istante. Anche lui incrociò lo sguardo dell’Ogier e Loial si strinse nelle spalle.