Moiraine parve sorpresa, ma Lan replicò: «Sei disposto a scommetterci il villaggio, pastore? L’intero territorio dei Fiumi Gemelli?»
Rand sentì svanire l’ostinazione. «No» rispose, con un senso di vuoto. «Anche Perrin e Mat devono andarsene, vero?» Doveva lasciare i Fiumi Gemelli. Casa e padre. Almeno Tam sarebbe guarito. Almeno gli avrebbe sentito dire che i vaneggiamenti lungo la Strada della Cava erano solo sciocchezze. «Allora andremo a Baerlon, o su fino a Caemlyn. Ho sentito dire che a Caemlyn c’è più gente che in tutti i Fiumi Gemelli. Lì saremo più al sicuro.» Sorrise di storto. «Ho sempre sognato di vedere Caemlyn. Ma non così.»
Seguì un lungo silenzio, poi Lan disse: «Nemmeno a Caemlyn mi riterrei al sicuro. Se i Myrddraal ti vogliono a tutti i costi, troveranno il modo di raggiungerti. Le mura non sono grande ostacolo, per un Mezzo Uomo. E saresti sciocco a non credere che ti vogliano davvero.»
A queste parole Rand si sentì ancora più sconsolato.
«Un luogo sicuro esiste» disse piano Moiraine. «A Tar Valon saresti fra Aes Sedai e Custodi. Anche durante le Guerre Trolloc, le forze del Tenebroso avevano paura di assalire le Mura Lucenti. L’unico tentativo si mutò nella loro maggiore sconfitta. E a Tar Valon sono racchiuse tutte le conoscenze che noi Aes Sedai abbiamo accumulato dal Tempo della Follia. Alcuni frammenti risalgono perfino all’Epoca Leggendaria. Tar Valon è l’unico luogo, se ne esiste uno, dove potrai scoprire perché i Myrddraal ti vogliono. Perché il Padre delle Menzogne ti vuole. Te lo garantisco.»
Era quasi impensabile, un viaggio fino a Tar Valon. Un viaggio in una città dove sarebbe stato circondato da Aes Sedai. Certo, Moiraine aveva guarito Tam — almeno, così sembrava — ma c’erano sempre tutte quelle storie. Rand si sentiva già a disagio, nella stessa stanza con una Aes Sedai, figuriamoci nella loro città... E poi Moiraine ancora non aveva preteso il suo prezzo. C’era sempre un prezzo, dicevano le storie.
«Per quanto tempo mio padre resterà addormentato?» domandò Rand infine. «Devo... devo parlarne con lui. Non voglio che si svegli e non mi trovi.» Gli parve che Lan sospirasse di sollievo. Lo guardò, ma il viso del Custode era inespressivo come sempre.
«È poco probabile che si risvegli prima della nostra partenza» rispose Moiraine. «Ci metteremo in viaggio appena farà buio. Anche un solo giorno di ritardo può essere fatale. Faresti meglio a lasciargli un biglietto.»
«Di notte?» obiettò Rand, perplesso.
Lan annuì. «Il Mezzo Uomo scoprirà fin troppo presto che ce ne siamo andati. Non ha senso facilitargli il compito.»
Rand tormentò l’orlo di una coperta. Il viaggio per Tar Valon era lunghissimo. «Allora... allora è meglio che vada a cercare Mat e Perrin» disse.
«Me ne occupo io.» Moiraine si alzò con ritrovato vigore e indossò il mantello. Posò la mano sulla spalla di Rand. Il ragazzo cercò di non trasalire. Moiraine non premette forte, ma aveva una stretta ferrea che lo bloccò come un bastone biforcuto blocca un serpente. «Meglio non dire niente a nessuno. Hai capito? Chi ha scarabocchiato sulla porta della locanda la Zanna del Drago potrebbe crearci guai, se sapesse.»
«Ho capito» disse Rand. E tirò un sospiro di sollievo, quando lei tolse la mano.
«Dirò a comare al’Vere di portarti da mangiare» continuò Moiraine, come se non avesse notato la reazione. «Poi dormi un poco. Sarà un viaggio duro anche per chi è riposato.»
La porta si chiuse alle spalle dei due. Rand rimase in piedi a guardare Tam, senza vederlo realmente. Solo in quel momento capiva che Emond’s Field era una parte di se stesso. Ma il Pastore della Notte lo voleva. Era assurdo — lui, un semplice contadino — eppure i Trolloc erano venuti e Lan aveva ragione su una cosa: non poteva mettere a repentaglio il villaggio basandosi sul presupposto che Moiraine si sbagliasse. Doveva fidarsi di una Aes Sedai.
«Non svegliarlo» disse comare al’Vere, mentre il sindaco, entrato insieme con la moglie, richiudeva la porta. La donna reggeva un vassoio coperto da un tovaglio, che mandava un profumo delizioso. Lo depose sulla cassapanca contro la parete e con fermezza allontanò Rand dal letto.
«Comare Moiraine mi ha detto cosa occorre a tuo padre» continuò a bassa voce. «Ti ho portato un boccone, non farlo raffreddare.»
«Smettila di chiamarla così» disse Bran, stizzoso. «Moiraine Sedai è il modo corretto. Potrebbe irritarsi.»
Comare al’Vere gli diede un buffetto. «Lascia che me ne preoccupi io. E tieni bassa la voce. Se svegli Tam, dovrai vedertela con me, oltre che con Moiraine Sedai. E ora toglietevi dai piedi, voi due.» Con un sorriso affettuoso al marito, si girò verso il letto e Tam.
Deluso, Mastro al’Vere si rivolse a Rand. «Metà delle donne del villaggio si comporta come se Moiraine facesse parte della Cerchia e l’altra metà come se fosse un Trolloc. Non una si rende conto che occorre prudenza, con le Aes Sedai. Forse gli uomini la guardano di storto, ma almeno evitano possibili provocazioni.»
Prudenza, pensò Rand. Faceva ancora in tempo a essere prudente. «Mastro al’Vere, sai quante fattorie sono state assalite?»
«Solo due, compresa la vostra, a quanto ho sentito.» Il sindaco esitò, pensieroso; poi scrollò le spalle. «Poche, considerando cos’è accaduto qui. Dovrei esserne contento, però... Be’, prima che la giornata sia finita, probabilmente verremo a sapere che ne hanno assalite altre.»
Rand sospirò: inutile domandare di chi fosse l’altra. «Qui al villaggio hanno... voglio dire, si è capito che cosa cercassero?»
«Non sapevo che cercassero qualcosa, se non forse di ucciderci tutti. È accaduto proprio come ti ho detto. I cani abbaiavano, Moiraine Sedai e Lan sono corsi in strada... poi qualcuno ha gridato che la casa di mastro Luhhan e la fucina erano in fiamme. La casa di Abell Cauthon ha preso fuoco... strano, è quasi al centro del villaggio. Comunque, in un attimo i Trolloc erano in mezzo a noi. No, non credo che cercassero qualcosa.» All’improvviso si mise a ridere, ma si bloccò di colpo all’occhiataccia della moglie. «A dire il vero» continuò a voce più bassa «i Trolloc sembravano confusi quanto noi. Non s’aspettavano, credo, di trovare una Aes Sedai e un Custode.»
«Lo credo anch’io» disse Rand, con una smorfia.
Se Moiraine aveva detto la verità a questo proposito, probabilmente l’aveva detta anche riguardo al resto. Per un istante Rand pensò di chiedere il consiglio del sindaco, ma era chiaro che, sulle Aes Sedai, mastro al’Vere non sapeva molto di più del resto del villaggio. Inoltre, Rand era riluttante a rivelare perfino al sindaco qual era la situazione... secondo Moiraine, almeno. Non sapeva se aveva più paura d’essere preso in giro o d’essere creduto. Strofinò il pollice sull’elsa della spada di Tam. Suo padre aveva girato il mondo; certo ne sapeva più del sindaco, sulle Aes Sedai. Ma se davvero Tam era stato fuori dei Fiumi Gemelli, forse quel che aveva detto nel Westwood... Si strinse la testa, cercando di scacciare quel pensiero.
«Hai bisogno di riposare, ragazzo» disse il sindaco.
«Sì, devi dormire» aggiunse comare al’Vere. «Quasi non ti reggi in piedi.»
Sorpreso, Rand notò che si era allontanata da Tam. Aveva davvero bisogno di riposare; il solo pensiero gli provocò uno sbadiglio.
«Prendi il letto della camera accanto» disse il sindaco. «C’è già il fuoco acceso.»
Rand guardò suo padre, che dormiva ancora profondamente. «Preferirei restare qui, se non vi spiace» disse. «Per quando si sveglia.»
Quel genere di faccende era campo di comare al’Vere, perciò il sindaco lasciò decidere alla moglie. La donna esitò un istante, poi annuì. «Ma lascia che si svegli da solo» disse. «Se lo disturbi nel sonno...» Rand aprì bocca per dirle di non preoccuparsi, ma le parole gli si impigliarono in un altro sbadiglio. La donna scosse la testa e sorrise. «Fra un attimo anche tu dormirai della grossa. Se proprio vuoi stare qui, distenditi accanto al fuoco. E bevi un po’ di quel brodo di manzo, prima di chiudere gli occhi.»