Mentre entravano, Perrin uscì di fretta, cercando di gettarsi sulle spalle il mantello senza rallentare. Rischio di finire a terra, per non urtarli. «Venivo a cercare voi due» ansimò, ripreso l’equilibrio.
Rand lo afferrò per il braccio. «Hai parlato a qualcuno del tuo sogno?»
«Di’ che non l’hai fatto!» aggiunse Mat.
«È importante» disse Thom.
Perrin li guardò, confuso. «No, non ho detto niente. Sono appena sceso dal letto.» Abbassò le spalle. «Mi sono fatto venire il mal di testa, nel tentativo di non pensarci, altro che parlarne. Perché l’avete raccontato a Thom?»
«Dovevamo parlarne a qualcuno, per non impazzire» rispose Rand.
«Ti spiegherò dopo» aggiunse Thom, con un’occhiata significativa alla gente che entrava e usciva.
«D’accordo» convenne lentamente Perrin, ancora confuso. A un tratto si diede una manata sulla fronte. «M’avete fatto quasi scordare perché vi cercavo... e mi piacerebbe scordarlo. Dentro c’è Nynaeve.»
«Sangue e ceneri!» gridò Mat. «Come ha fatto ad arrivare? Moiraine... Il traghetto...»
Perrin sbuffò. «Pensi che una sciocchezza come un traghetto affondato possa fermarla? Ha fatto uscire Torralta... non so come sia tornato dall’altra parte del fiume, ma lei ha detto che si nascondeva in camera da letto e non voleva neanche avvicinarsi al Taren... comunque, l’ha costretto a trovare una barca abbastanza grande da trasportare lei e il cavallo e a remare per tutto il tragitto. Lui in persona. Gli ha dato solo il tempo di trovare un aiutante per manovrare un secondo paio di remi.»
«Luce santa!» mormorò Mat.
«Cosa ci fa, qui?» volle sapere Rand. Mat e Perrin gli rivolsero un’occhiata sprezzante.
«È venuta a cercare noi» spiegò Perrin. «Ora si trova con... con lady Alys e lì c’è un’atmosfera così gelida che potrebbe nevicare.»
«Non possiamo andarcene da un’altra parte per un poco?» disse Mat. «Mio padre dice che solo uno sciocco mette le mani in un nido di calabroni, se proprio non è costretto.»
«Non può obbligarci a tornare» tagliò corto Rand. «La Notte d’Inverno sarà bastata a farglielo capire. Altrimenti dovremo farglielo capire noi.»
A ogni parola Mat inarcò sempre più le sopracciglia e quando Rand terminò, emise un fischio sottovoce. «Hai mai provato a far fare a Nynaeve una cosa che lei non vuole? Io sì. Restiamo via fino a sera, ti dico, e poi entriamo di nascosto.»
«Per quel poco che la conosco» disse Thom «non si fermerà finché non avrà ottenuto quel che vuole. Se non riesce a ottenerlo subito, continuerà, col rischio di attirare proprio l’attenzione che non vogliamo.»
Questa considerazione li convinse. Si scambiarono un’occhiata, sospirarono ed entrarono nella locanda come se andassero ad affrontare i Trolloc.
16
La Sapiente
Perrin li precedette nella locanda. Rand, preoccupato per l’incontro con Nynaeve, non si accorse di Min finché lei non lo prese per il braccio e lo tirò da parte. Anche gli altri si fermarono, qualche passo più avanti, impazienti e riluttanti insieme.
«Non abbiamo tempo da perdere, ragazzo» brontolò Thom.
Min gli rivolse un’occhiata penetrante. «Vai a fare giochi di prestigio» lo apostrofò, tirando Rand ancora più in disparte.
«Davvero, non ho tempo» disse Rand. «E non voglio sentire altre sciocchezze.» Liberò il braccio, ma lei tornò ad afferrarlo.
«Nemmeno io ho tempo da perdere con uno sciocco come te. Vuoi stare fermo o no?» Gli si accostò e abbassò la voce. «Poco fa è giunta una donna... più bassa di me, giovane, con occhi scuri e la treccia che le arriva alla cintola. Anche lei fa parte di questa storia, come tutti voi.»
Per un minuto Rand si limitò a fissarla. Nynaeve? Come poteva essere implicata? «Impossibile» disse infine.
«La conosci?» mormorò Min.
«Sì. E non può essere immischiata in... in qualsiasi cosa tu...»
«Le scintille, Rand. Quella donna ha incontrato lady Alys che rientrava; e ho visto scintille, anche se c’erano solo loro due. Ieri non ne ho viste, se non in presenza di tre o quattro di voi; ma oggi è tutto più chiaro, più violento.» Guardò gli altri e rabbrividì. «C’è quasi da stupirsi che la locanda non prenda fuoco. Oggi siete in pericolo più di ieri. Da quando è giunta lei.»
Rand guardò i suoi amici: Thom, con le sopracciglia aggrottate, si sporgeva come se volesse tirarlo via. «Non ci farà niente di male» disse Rand a Min. «Adesso devo proprio andare.» Stavolta riuscì a liberarsi il braccio.
Senza badare alle proteste della ragazza, si unì agli altri. Si guardò indietro una volta. Min agitò il pugno nella sua direzione e batté per terra il piede.
«Cosa aveva da dirti?» domandò Mat.
«Nynaeve fa parte della storia» rispose Rand, senza pensare; gli lanciò un’occhiata penetrante e lo sorprese a bocca aperta. A poco a poco una luce di comprensione si diffuse sul viso di Mat.
«Parte di che cosa?» domandò Thom. «Cosa sa, quella ragazza?»
Mentre Rand cercava la risposta, Mat intervenne: «Certo che ne fa parte» disse, scontroso. «Parte della stessa sfortuna che abbiamo dalla Notte d’Inverno. Forse la comparsa della Sapiente per te non ha importanza, ma io preferirei quasi i Manti Bianchi.»
«Ha visto arrivare Nynaeve» disse Rand. «L’ha vista parlare a lady Alys e ha pensato che avesse a che fare con noi.» Thom lo guardò di storto e sbuffò; ma gli altri parvero accettare la spiegazione. A Rand non piaceva avere segreti, con gli amici; ma divulgare quello di Min poteva essere pericoloso per la ragazza.
Perrin si fermò davanti a una porta; dopo un attimo d’esitazione, inspirò a fondo, aprì il battente ed entrò. Uno alla volta, gli altri lo seguirono. Rand fu l’ultimo e si chiuse l’uscio alle spalle, ma con grande riluttanza.
Era la stanza in cui avevano cenato la sera precedente. Nel camino ardeva il fuoco, al centro del tavolo c’era un lucido vassoio con una caraffa d’argento e delle coppe. Moiraine e Nynaeve sedevano alle estremità del tavolo e non staccavano lo sguardo l’una dall’altra. Moiraine teneva sul tavolo le mani, immobili come il viso. Nynaeve si era tirata sulla spalla la treccia e continuava a darle piccoli strattoni, come soleva fare quando non era d’accordo col Consiglio del Villaggio. Perrin aveva ragione, pensò. Nonostante il fuoco, la stanza sembrava gelida; tutto il gelo proveniva dalle due donne.
Lan, appoggiato alla mensola del camino, fissava le fiamme e si strofinava le mani per scaldarle. Egwene, avvolta nel mantello, con la schiena contro la parete, teneva il cappuccio calato sugli occhi. Thom, Mat e Perrin si fermarono, incerti.
Rand si avvicinò al tavolo. A volte bisogna afferrare il lupo per le orecchie, pensò. Ma ricordò anche un altro vecchio detto: Se afferri un lupo per le orecchie, lasciarlo andare è difficile quanto trattenerlo. Sentì su di sé lo sguardo di Moiraine, e anche quello di Nynaeve, ma si sedette ugualmente, a metà fra l’una e l’altra.
Per un minuto nessuno si mosse; poi Egwene e Perrin, e infine Mat, presero posto con riluttanza a metà tavolo come Rand. Egwene si calò ancora il cappuccio, tanto da nascondere mezza faccia; ciascuno evitava di guardare gli altri.
«Be’» sbuffò Thom, fermo accanto all’uscio. «Eccoci qui.»
«Visto che siamo tutti presenti» disse Lan, scostandosi dal camino per riempire di vino una coppa «forse ti deciderai ad accettarla.» La offrì a Nynaeve, che la guardò con sospetto. «Non hai niente da temere» disse Lan, paziente. «Hai visto il locandiere portare il vino e nessuno di noi ha avuto l’occasione di metterci dentro qualcosa. Non corri alcun rischio.»
La Sapiente serrò le labbra, ma accettò la coppa e mormorò un: «Grazie.»
«Vorrei sapere» continuò Lan «come hai fatto a trovarci.»
«Anch’io» disse Moiraine, sporgendosi con espressione intenta. «Forse parlerai, adesso che Egwene e i ragazzi sono qui.»