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Lei si trovava sul fondo di una depressione del terreno, dalla quale la strada proseguiva in salita in entrambe le direzioni, con gli alberi che cessavano a metà del pendio dalla parte che supponeva essere il nord. Girandosi per guardarsi alle spalle, appurò che da quel punto era possibile intravedere appena il carro come una semplice chiazza azzurra… che però nessuno avrebbe di certo notato. In quel tratto inoltre la strada si addentrava nel bosco su entrambi i lati e si stringeva fino a creare un punto ideale per essere assaliti da tagliagole e ladri.

Si trattava del posto più adatto per dare credibilità alla sua storia, ma gli eventuali viandanti non si sarebbero mai accorti del carro mentre si affrettavano per superare quella strettoia, o se anche avessero visto quella chiazza azzurra pressoché nascosta dalla vegetazione avrebbero supposto che si trattasse di qualcuno in agguato e avrebbero spronato il cavallo per fuggire.

D'un tratto Kivrin si rese conto che nascosta in quel boschetto lei appariva più come uno dei summenzionati tagliagole che come un'innocente fanciulla che era appena stata colpita alla testa.

— Oh, prestatemi aiuto, che sono in tristo pericolo! — chiamò, uscendo sulla strada con passo barcollante e portandosi una mano alla tempia.

Il traduttore avrebbe dovuto trasformare automaticamente le sue parole in inglese medievale, ma il Signor Dunworthy aveva insistito perché imparasse a memoria almeno alcune frasi, e lei e Latimer avevano lavorato per perfezionare la pronuncia tutto il pomeriggio precedente.

— Prestatemi aiuto, che sono stata depredata da malvagi ladri — gridò ancora.

Prese quindi in considerazione l'idea di lasciarsi cadere in mezzo alla strada, ma adesso che era all'aperto poteva vedere che era ancora più tardi di quanto avesse supposto e che il tramonto era prossimo, per cui se voleva vedere cosa c'era oltre la cima della collina avrebbe fatto meglio a sbrigarsi. Prima però doveva contrassegnare in qualche modo il sito del recupero.

Nessuno dei salici che crescevano lungo la strada aveva qualcosa di particolare, quindi si guardò intorno alla ricerca di una roccia da mettere nel punto da cui era possibile scorgere il carro, ma fra le erbacce che crescevano lungo la strada non ce n'era neppure una e alla fine lei si decise a riattraversare il boschetto … impigliandosi i capelli e il mantello nei rami… per prendere il cofanetto in legno e ottone che era una copia di quello conservato all'Ashmolean e portarlo fino al bordo della strada.

Quell'indicazione non era perfetta in quanto era abbastanza piccola perché qualcuno di passaggio potesse portarla via, ma del resto era sua intenzione arrivare soltanto fino alla cresta della collina. Se poi avesse deciso di proseguire a piedi fino al villaggio più vicino sarebbe tornata indietro per segnare il punto in maniera più consistente, e comunque di lì non sarebbe passato nessuno ancora per un bel pezzo: il fatto che i bordi dei solchi presenti nel terreno fossero induriti dal gelo e che il ghiaccio sulle pozzanghere fosse intatto indicava chiaramente che sulla strada non si era visto nessuno per tutto il giorno o forse addirittura da una settimana.

Dopo aver raddrizzato gli steli d'erba intorno al cofanetto si incamminò su per il pendio, scoprendo che tranne per la pozzanghera gelata alla sua base il resto del percorso era più liscio e compatto di quanto si fosse aspettata, segno che i cavalli vi passavano di frequente nonostante il suo aspetto desolato.

La salita era tutt'altro che ripida ma lei si sentì stanca dopo appena pochi passi e la testa prese a pulsarle di nuovo inducendola ad augurarsi che i sintomi del dislocamento temporale non aumentassero d'intensità perché si era ormai resa conto di essere ad una notevole distanza da qualsiasi posto. O forse era soltanto un'illusione, considerato che non aveva ancora appurato la sua posizione temporale e che in quel viottolo e in quella foresta non c'era nulla che indicasse senza ombra di dubbio che si trovava davvero nel 1320.

Gli unici segni di civiltà che aveva notato finora erano quei solchi nel terreno, il che significava che si poteva trovare in qualsiasi epoca successiva all'invenzione della ruota e antecendente all'adozione della pavimentazione stradale… e anche questo poteva non essere esatto, visto che a meno di otto chilometri da Oxford esistevano ancora viottoli esattamente uguali a quello, amorevolmente preservati dalla Società Nazionale a beneficio dei turisti giapponesi e americani.

Era quindi possibile che non fosse passata per nulla in un'altra epoca e che dall'altra parte della collina ci fosse l'M-1, oppure il sito di scavo della Signora Montoya o ancora un'installazione dell'SDI. Pensando che sarebbe stato davvero sgradevole appurare la sua posizione temporale venendo investita da un'automobile o da una bicicletta si spostò su un lato della strada.

Se però non sono andata da nessuna parte, si chiese subito dopo, perché ho questa dannata emicrania e mi sembra di non avere la forza di muovere un altro passo?

Arrivata in cima alla collina si arrestò con il fiato corto, scoprendo al tempo stesso che spostarsi di lato era stato superfluo, in quanto nessuna macchina era ancora mai passata di lì, e neppure un calesse. Come aveva supposto, si trovava lontano da qualsiasi posto abitato e adesso che non c'erano più gli alberi a impedirle la visuale il suo sguardo poteva spaziare per chilometri, permettendole di vedere che il bosco in cui si trovava il carro risaliva per metà il fianco della collina per poi allargarsi verso sud e verso ovest per un lungo tratto. Se la transizione fosse avvenuta più addentro fra la vegetazione si sarebbe persa sul serio.

Si potevano vedere degli alberi anche lontano verso est, lungo il corso di un fiume che era visibile sotto forma di occasionali chiazze fra l'azzurro e l'argenteo… il Tamigi? Oppure il Cherwell?… e altre macchie e file irregolari di alberi punteggiavano tutta l'area compresa fra il corso d'acqua e la collina, più alberi di quanti lei avesse immaginato che potessero essercene mai stati in Inghilterra. Il Domesday Book redatto nel 1086 recava l'informazione che soltanto il quindici per cento del territorio era coperto da alberi e la Sezione Statistiche ne aveva dedotto che l'opera di disboscamento per creare campi e insediamenti doveva aver ridotto nel 1300 quella cifra al dodici per cento. Era però evidente che gli addetti alla Sezione Statistiche, o forse coloro che avevano stilato il Domesday Book, avevano commesso un errore con le cifre, perché si vedevano alberi dappertutto.

E non c'era traccia di villaggi. I boschi erano spogli, con i rami degli alberi che spiccavano grigiastri nella luce del tardo pomeriggio, e attraverso la loro cortina lei avrebbe dovuto poter scorgere le chiese e i manieri, mentre invece non riusciva a individuare nulla che avesse l'aspetto di un insediamento.

I centri abitati dovevano però esserci, perché c'erano dei campi, strette strisce di terreno coltivato dall'aspetto decisamente medievale. In uno dei campi c'erano alcune pecore, altra caratteristica medievale, però non si vedeva nessuno che le stesse sorvegliando; molto più lontano verso est era possibile intravedere un'indistinto quadrato grigiastro che doveva essere Oxford: socchiudendo gli occhi, Kivrin riusciva quasi a distinguere la sagoma tozza della Torre Carfax, anche se non era in grado di individuare le torri di St. Frideswide e di Osney nella luce sempre più debole.

Il chiarore del giorno stava decisamente diminuendo e lì in cima alla collina iì cielo era tinto di un cupo azzurro tendente al viola con un accenno di rosa lungo l'orizzonte occidentale… e lei non aveva di certo confuso i punti cardinali perché quella fascia di cielo si stava scurendo sempre più.