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Dopo essersi fatta il segno della croce, congiunse le mani in preghiera e si accostò le dita al volto.

— Bene, Signor Dunworthy, sono qui. Il posto sembra più o meno quello giusto ma non sono precisamente sulla strada fra Oxford e Bath: mi trovo su una strada laterale che si snoda a circa cinquecento metri di distanza da essa. Da qui posso vedere Oxford, che sembra distare una quindicina di chilometri.

Fornì quindi la propria valutazione della stagione e dell'ora del giorno e procedette a descrivere ciò che le sembrava di vedere, poi si fermò e si premette le mani contro il volto. A questo punto avrebbe dovuto registrare nel Domesday Book ciò che aveva intenzione di fare, ma in realtà non lo sapeva. Sulla pianura ondulata ad ovest di Oxford potevano anche esserci una decina di villaggi, ma lei non riusciva a vederne nessuno anche se di certo i campi coltivati e la strada appartenevano ad essi.

La strada, sempre deserta, scendeva lungo il lato opposto della collina per poi scomparire dentro un fitto boschetto, però mezzo chilometro più oltre era possibile vedere la strada maestra ampia, piatta e di un verde pallido su cui la transizione avrebbe dovuto depositarla e a cui ovviamente portava questa via secondaria: su di essa non si scorgeva nessuno fin dove poteva spaziare il suo sguardo.

Poi la sua attenzione fu attratta da un accenno di movimento, lontano sulla sua sinistra e verso il centro della pianura, in direzione di Oxford, ma si trattava soltanto di una fila di mucche di ritorno a casa e dirette verso una macchia di alberi che doveva evidentemente nascondere un villaggio. Quello non poteva però essere l'insediamento che doveva cercare secondo le istruzioni della Signora Montoya, perché Skendgate si trovava a sud della strada maestra.

Questo, naturalmente, a meno che lei non si trovasse in un posto del tutto diverso, il che non era: quella laggiù ad est era senza dubbio Oxford, con il Tamigi che curvava verso sud nell'allontanarsi da essa e si dirigeva verso l'indistinta chiazza bruna che doveva essere Londra. Nessuno le aveva però detto con precisione dove si trovasse il villaggio, che poteva essere fra quel punto e la strada maestra, nascosto alla vista, oppure dalla parte opposta o su una strada laterale o un sentiero del tutto diversi. E lei non aveva il tempo di andare a vedere.

Il buio si stava infittendo rapidamente ed entro un'altra mezz'ora si sarebbero forse accese delle luci nei villaggi, ma non poteva permettersi di aspettare. Il rosa verso occidente si era già trasformato in viola e l'azzurro sopra di lei si era fatto quasi purpureo, senza contare che l'aria era sempre più fredda, come constatò stringendosi maggiormente intorno al corpo il mantello che le ondeggiava sulle spalle. Non voleva trascorrere una notte di dicembre nella foresta con un'emicrania lancinante e un branco di lupi come sola compagnia, ma non voleva neppure passarla stesa sulla strada maestra nella speranza che passasse qualcuno.

Poteva avviarsi verso Oxford, ma non sarebbe mai riuscita ad arrivarvi prima che facesse buio. Se soltanto fosse riuscita a trovare un villaggio, uno qualsiasi, avrebbe potuto passare la notte lì e poi cercare in seguito quello che interessava alla Signora Montoya. Si girò a guardare lungo la strada nella direzione da cui era venuta, nella speranza di intravedere una luce oppure il fumo di un focolare, qualsiasi cosa, ma non c'era nulla. I denti cominciarono a batterle.

E nello stesso momento le campane ripresero a suonare, per prima quella della Torre Carfax il cui suono era quello di sempre anche se doveva essere stata rifatta almeno tre volte dopo il quattordicesimo secolo e poi… quando ancora il rintocco iniziale non si era spento… tutte le altre, come se avessero atteso un segnale da Oxford. Naturalmente le campane stavano suonando il vespro, per richiamare la gente dai campi e invitarla a smettere di lavorare per raccogliersi a pregare.

E le stavano dicendo dove si trovavano i diversi villaggi. Sebbene i loro rintocchi fossero quasi contemporanei, poteva infatti sentire le diverse campane separatamente, alcune tanto lontane che soltanto gli echi ultimi e più cupi dei loro suoni arrivavano fino a lei. Là, lungo la linea degli alberi, e là ed anche laggiù… il villaggio a cui erano dirette le mucche si trovava oltre quel basso costone, e nel sentire le campane gli animali accelerarono il passo.

C'erano due insediamenti praticamente sotto il suo naso… uno appena oltre l'altro lato della strada maestra e il secondo parecchi campi più in là, vicino ad un ruscello fiancheggiato da alberi. Skendgate, il villaggio che interessava alla Signora Montoya, era proprio dove lei aveva supposto che fosse, nella direzione da cui era venuta e oltre la bassa collina, a non più di tre chilometri di distanza.

— Ho appena scoperto dove si trova il villaggio — disse, congiungendo di nuovo le mani e chiedendosi se il suono delle campane sarebbe stato registrato nel Domesday Book, — e si trova su questo lato della strada maestra. Adesso andrò a prendere il carro e lo trascinerò su questa via secondaria, poi raggiungerò il villaggio e vi entrerò barcollando prima che faccia buio, procurando di crollare sulla soglia della casa di qualcuno.

Una delle campane era molto lontana verso sud e tanto debole che le riusciva a stento di sentirla. Si chiese se si trattava della stessa che aveva udito in precedenza e perché aveva suonato… forse Dunworthy aveva ragione con il suo pessimismo e si era trattato di un funerale.

— Sto benissimo, Signor Dunworthy — aggiunse, parlando nel registratore. — Non si preoccupi per me. Sono qui da oltre un'ora e fino a questo momento non mi è successo nulla di male.

I rintocchi si dissolsero lentamente, ancora una volta guidati da quelli della campana di Oxford, anche se assurdamente il suo suono parve indugiare nell'aria più a lungo di quello di tutte le altre. Poi il cielo si tinse di violetto e una stella fece la sua comparsa verso sudest.

— Qui è bellissimo — mormorò Kivrin, con le mani ancora giunte in preghiera.

ESTRATTO DAL DOMESDAY BOOK
(000249-000614)

Bene, Signor Dunworthy, sono qui e pare che mi trovi nel posto giusto, più o meno. Non sono precisamente sulla strada fra Oxford e Bath, mi trovo circa cinquecento metri più a sud su una strada secondaria, ma posso vedere Oxford che dista circa quindici chilometri.

Non so con esattezza a che ora sono arrivata ma se la transizione è avvenuta a mezzogiorno come previsto ci sono state circa quattro ore di slittamento. Il periodo dell'anno è quello giusto perché le foglie sono cadute quasi tutte dagli alberi ma quelle che giacciono per terra appaiono ancora più o meno intatte e soltanto un terzo dei campi è stato arato. Non sarò in grado di determinare la mia esatta posizione temporale finché non arriverò al villaggio e chiederò a qualcuno che giorno è. Probabilmente lei sa in merito a dove e quando sono più di quanto ne sappia io, o almeno lo saprà dopo che i dati saranno stati verificati.

lo so però di essere nel secolo giusto. Dalla collinetta su cui mi trovo posso vedere alcuni campi, e si tratta dei classici campi a striscia medievali con le estremità arrotondate là dove i buoi girano per tornare indietro; i pascoli sono racchiusi da siepi, per un terzo le siepi decidue usate dai Sassoni e per il resto siepi normanne di biancospino. La Sezione Statistiche aveva fissato le percentuali rispettivamente al venticinque e al settantacinque per cento nel quattordicesimo secolo, ma si trattava di calcoli basati sul Suffolk, che è più ad est.

A sud e a ovest c'è una foresta… Wychwood?… e per quel che posso vedere è composta tutta di piante decidue. Ad est posso scorgere il Tamigi e riesco quasi a intravedere Londra, anche se so che è impossibile: nel 1300 era distante settantacinque chilometri anziché trenta, vero? Eppure mi pare di vederla e posso senza ombra di dubbio scorgere le mura cittadine di Oxford, e la Torre Carfax.

Qui è bellissimo e non mi sembra di essere centinaia di anni lontano da voi. Oxford è proprio lì, raggiungibile a piedi, e non riesco a togliermi dalla mente l'idea che se scendessi da questa collina ed entrassi in città vi troverei tutti raccolti nel laboratorio di Brasenose in attesa della verifica dei dati, con Badri che fissa gli schermi con espressione accigliata e la Signora Montoya che si agita per l'impazienza di tornare ai suoi scavi e lei, Signor Dunworthy, che si preoccupa come una vecchia chioccia agitata. Non mi sento separata da tutti voi, e neppure molto lontana.