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— Sono riuscito a contattare Ely, signore — riferì Finch, — e al Capitolo sono stati estremamente cortesi quando li ho informati che il concerto di campane a mano doveva essere annullato, ma gli Americani sono ancora molto irritati.

Mary finì di registrare i dati di Latimer, si tolse i guanti e venne a prelevare la cornetta.

— Finch? Sono la Dottoressa Ahrens. Mi legga il numero del Servizio Sanitario Nazionale di Badri.

Dunworthy le porse il proprio foglio dei contatti secondari e una matita; dopo aver segnato il numero Mary chiese informazioni sui dati relativi alle vaccinazioni di Badri e prese una serie di annotazioni che Dunworthy non riuscì a decifrare.

— Nessuna reazione o allergia? — chiese quindi, e dopo una pausa concluse. — No, non importa, adesso posso ottenere il resto dal computer. La richiamerò se dovessi aver bisogno di ulteriori informazioni. Vuole parlare ancora con te — aggiunse poi, restituendo il microfono a Dunworthy, e se ne andò portando il foglio con sé.

— Gli Americani sono decisamente contrariati per il fatto di essere trattenuti qui — disse Finch. — La Signora Taylor sta minacciando di farci causa per infrazione involontaria del loro contratto.

— Quand'è stato che Badri ha fatto le ultime vaccinazioni antivirali?

Finch impiegò un tempo considerevole a frugare fra i fogli della cartella personale.

— Ecco qui, signore — rispose infine. — Il quattordici di settembre.

— Ha fatto tutti i vaccini?

— Sì, signore. Analoghi di recettori, intensificatore MPA e vaccini stagionali.

— Ha mai avuto reazioni allergiche agli antivirali?

— No, signore. Nella sua anamnesi non si parla di allergie, come ho già riferito alla Dottoressa Ahrens.

Badri aveva fatto tutti i vaccini antivirali, e non c'erano precedenti allergici.

— È già stato a New College? — chiese Dunworthy.

— No, signore, ci sto andando adesso. Come mi devo regolare per le scorte, signore? Ne abbiamo a sufficienza per quanto concerne il sapone ma siamo molto a corto di carta igienica.

La porta si aprì ma non fu Mary ad entrare, bensì il paramedico che era andato a prelevare Montoya. L'uomo si accostò al carrello e accese la teiera elettrica.

— Secondo lei, signore, devo razionare la carta oppure apporre degli avvisi per chiedere a tutti di economizzarla? — domandò ancora Finch.

— Faccia quello che ritiene più opportuno — ribatté Dunworthy, e chiuse la comunicazione.

Fuori stava piovendo ancora, perché l'uniforme del medico era bagnata e quando la teiera prese a bollire lui protese le mani arrossate su di essa come per scaldarle.

— Ha finito di usare il telefono? — domandò Gilchrist.

Dunworthy gli porse l'apparecchio, chiedendosi come fosse il clima là dove si trovava Kivrin e se Gilchrist avesse domandato alla Sezione Statistiche di calcolare le sue probabilità di venirsi a trovare sotto la pioggia. Il suo mantello non era parso particolarmente impermeabile e in caso di pioggia il pacifico viandante che si supponeva passasse lungo la strada ogni 1,6 ore poteva essersi rintanato in una locanda o in un fienile in attesa che le strade si asciugassero quanto bastava per essere percorribili.

Lui aveva insegnato a Kivrin come accendere il fuoco, ma non poteva certo farlo avendo a disposizione soltanto esca bagnata e con le mani intorpidite dal freddo. Nel 1300 gli inverni erano stati freddi, ed era possibile che nevicasse addirittura perché nel 1320 la Piccola Era Glaciale aveva appena avuto ini/io, finendo progressivamente per abbassare la temperatura al punto da far ghiacciare il Tamigi. Le basse temperature e il clima imprevedibile avevano causato tali disastri con i raccolti che alcuni storici attribuivano la colpa degli orrori causati dalla Morte Nera allo stato di denutrizione dei contadini. In ogni caso, il clima era senza dubbio stato brutto, come dimostrava il fatto che nell'autunno del 1348 in una parte dell'Oxfordshire la pioggia era caduta ogni giorno dalla festa di San Michele a Natale. Adesso probabilmente Kivrin era là distesa sulla strada bagnata, quasi morta per l'ipotermia.

E in preda ad un attacco di orticaria, si disse subito dopo, per via delle eccessive preoccupazioni nei suoi confronti da parte del suo docente iperapprensivo. Si stava davvero comportando come la Signora Gaddson, e se continuava così avrebbe finito per precipitarsi nel 1320, costringendo le porte della rete ad aprirsi come la Signora Gaddson aveva fatto con quelle della metropolitana, e Kivrin sarebbe stata contenta di vederlo nella stessa misura in cui William sarebbe stato lieto dell'arrivo di sua madre… e altrettanto bisognosa di aiuto.

Kivrin era la studentessa più brillante e piena di risorse che lui avesse mai avuto e di certo era abbastanza preparata da riuscire a trovare un riparo dalla pioggia. Per quel che ne sapeva lui era possibile che avesse trascorso le ultime vacanze presso gli Eschimesi, imparando a costruire un igloo.

Di certo aveva pensato ad ogni altro particolare, comprese le unghie. Quando era venuta a mostrargli il suo costume aveva proteso le mani, mettendo in mostra le unghie spezzate e sporche di terra.

— So che si suppone che io appartenga alla nobiltà, ma si tratta pur sempre di nobiltà rurale, e le dame svolgevano una quantità di lavori di fattoria oltre che ricamare arazzi. Inoltre le nobildonne dello Yorkshire Orientale non hanno saputo cosa fossero le forbici per le unghie fino al 1600, quindi ho trascorso il pomeriggio di domenica agli scavi della Signora Montoya, scavando fra i cadaveri dei morti per ottenere questo effetto.

Le sue unghie avevano avuto un aspetto orribile e decisamente autentico, quindi era evidente che non c'era motivo di preoccuparsi per dettagli di secondaria importanza, come la neve.

Però lui non poteva farne a meno. Se soltanto fosse riuscito a parlare con Badri e a chiedergli cosa aveva inteso dire con quel «qualcosa che non va», accertandosi che la transizione si era svolta nel modo giusto e che non c'era stato uno slittamento eccessivo, forse ce l'avrebbe fatta a smettere di preoccuparsi. Mary non era però riuscita ad ottenere neppure il numero del Servizio Sanitario Nazionale di Badri fino a quando Finch non aveva telefonato per comunicarglielo. Si chiese se il tecnico fosse ancora privo di sensi… o in condizioni ancora peggiori.

Alzatosi in piedi, si avvicinò al carrello e si preparò una tazza di tè. Gilchrist stava di nuovo telefonando e a quanto pareva stava parlando con il portiere, che però ignorava a sua volta dove si trovasse Basingame. Quando Dunworthy gli aveva parlato, il portiere gli aveva riferito che gli era parso che Basingame avesse nominato un certo Loch Balkillan, ma in seguito quel nome era risultato inesistente.

Mentre Dunworthy beveva il suo tè Gilchrist chiamò il responsabile dell'economato e il vicedirettore, ma nessuno dei due aveva idea di dove fosse andato Basingame. Nel frattempo l'infermiera che in precedenza aveva sorvegliato la porta venne a terminare le analisi del sangue; raccolto uno dei libretti divulgativi, il paramedico si mise a leggere.

— Cosa devo fare? — domandò Montoya, che stava compilando il modulo di ammissione e l'elenco dei contatti avuti. — Devo scrivere il nome di tutte le persone con cui ho avuto contatti oggi?

— Negli ultimi tre giorni — precisò Dunworthy.

Continuarono ad aspettare. Dunworthy bevve un'altra tazza di tè, Montoya telefonò al Servizio Sanitario Nazionale e cercò di ottenere che le venisse concessa un'esenzione dalla quarantena in modo da poter tornare ai suoi scavi. La donna paramedico si rimise a dormire.

Infine arrivò un'infermiera con un carrello su cui c'era la cena.

— Grande plauso levarono le schiere ad ognuno. E al desco ci accingiamo or ora — declamò Latimer, il solo commento che avesse avanzato nell'arco di tutto il pomeriggio.