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Ciononostante, Noelle sembrò afferrare con facilità gli schemi chiave. In soli venti minuti si dimostrò in grado di elaborare delle semplici strategie. E senza alcun dubbio era in grado di fissare sullo schermo interiore della mente l’immagine della scacchiera. Nel descrivere le sue mosse il comandante sbagliò diverse volte a darle le coordinate, poiché non giocava da molto tempo e la scacchiera non era marcata con numeri e lettere. La prima volta lei lo guardò sorpresa. — N13? Non intendeva per caso N12? — Lo stesso accadde in seguito, quando lui sbagliò deliberatamente per metterla alla prova.

E infine lei disse: — Credo di aver capito. Vogliamo provare a giocare una partita?

Qualche ora dopo, nelle terme, Paco, Heinz ed Elizabeth discutevano della casta vita sessuale del comandante, uno dei loro argomenti preferiti fin dall’inizio del viaggio. La maggior parte delle relazioni amorose sviluppatesi a bordo, e ve n’erano parecchie, avevano luogo in totale libertà sia in senso figurato che letterale. Nessuna sorpresa: quella gente era il prodotto di un’epoca altamente civilizzata, quasi decadente. Molto poco era tabù per loro. Tuttavia il comandante, a differenza di tutti gli altri, era assolutamente chiuso riguardo la sua vita privata.

— Non va a letto con nessuno, e non cerca neppure di andarci — disse Paco. — Prima di unirsi alla missione era una sorta di monaco, lo sappiamo tutti. Viveva in una colonia di mistici dediti alla meditazione su in Scandinavia, vicino al Polo Nord. E dentro di sé è rimasto un monaco, non c’è niente da fare. Un uomo di ghiaccio, mentalmente e fisicamente. Basta guardarlo in faccia, quella faccia magra dalle labbra tese e sottili sotto la barba bionda sempre perfetta. Ma quello che mi colpisce di più sono i suoi occhi, azzurri come i riflessi di un ghiacciaio. Gli occhi sono lo specchio dell’anima, lo sapete?

— Sei tu che non sai una cosa — replicò Elizabeth. — Ghiaccio di fuori, focoso a letto.

— A te il fuoco non dispiace affatto, questo è vero — ribatté Paco beffardo. — Non credere che non ti ascolti quando reciti le tue poesie.

Arrossendo come una ragazzina, Elizabeth non trovò migliore risposta che fargli una boccaccia.

— A te il nostro comandante piace un sacco — incalzò Paco. — Vero o no, Lizzy?

Invece di rispondere, Elizabeth si voltò e afferrò un vicino idrante, irrorando Paco di spumeggiante acqua bollente. Più divertito che sorpreso, Paco grugnì e ululò come un tricheco in amore, alzandosi di scatto con un potente colpo di reni per poi lanciarsi verso di lei, afferrarla alla vita e trascinarla sott’acqua. Elizabeth si divincolò freneticamente per liberarsi della sua stretta, muovendo a casaccio le braccia sottili; poi agitò a mezz’aria le gambe lunghe e affusolate quando Paco, ridendo a più non posso, la sollevò a testa in giù per rigettarla in acqua. A quel punto Heinz, che era alto e magro, sempre sorridente e tanto glabro da sembrare scivoloso, saltò a sua volta nella vasca e spinse Paco sott’acqua con Lizzy, tenendoveli entrambi per qualche istante. Un marasma di spruzzi li avvolse tutti e tre formando un intrico incoerente di gambe e braccia, la nordica e sottile Elizabeth, il piccolo e robusto Paco e il teutonico, biondo Heinz. Dopodiché i tre risalirono insieme in superficie, ridendo, cercando affannosamente di respirare.

Paco, Heinz ed Elizabeth costituivano un trio inseparabile ormai da un mese e mezzo. Le linee di attrazione scorrevano fra di loro in ogni direzione, anche se non con forza uniforme: Elizabeth provava uguale attrazione per entrambi gli uomini, Heinz desiderava piacevolmente Elizabeth ma provava una fiera passione per Paco, mentre questi cercava continuamente Elizabeth per quella forte attrazione che esercita il sesso opposto ma, con sua grande sorpresa, era affascinato dalla sicurezza di Heinz e dalla sua onnivora sessualità. Fino a quel momento, la relazione si era dimostrata stabile su tutti e tre i lati ma, naturalmente, nessuno si aspettava che durasse in eterno. In effetti, il viaggio era appena cominciato. Rapporti di coppia e d’amicizia si sarebbero formati per poi sciogliersi e riformarsi in nuove configurazioni, ancora e ancora come accadeva sulla Terra. Ma vista la limitata scelta disponibile, cinquanta persone chiuse in un ambiente certamente confortevole ma per forza di cose ristretto, i rapporti di qualsiasi tipo si sarebbero sviluppati molto più rapidamente. Fino a quel momento, nessuna delle coppie che si era formata a bordo della Wotan era durata più di sei, sette settimane: loro tre stavano per stabilire un nuovo record.

Dopo l’incontro di lotta libera in acqua, i tre sedettero sul bordo della vasca continuando a ridere e scherzare. Il corpo magro e candido di Elizabeth era arrossato per la stretta di Paco. Aveva le lacrime agli occhi dal gran ridere, mentre i suoi piccoli seni si alzavano e si abbassavano inarrestabili. Tra una battuta e l’altra, Paco guardava la sua Lizzy con aria desiderosa e vagamente possessiva, mentre Heinz studiava gli altri due con l’espressione di chi avrebbe voluto stendere le sue braccia e stringerli a sé.

L’aria nella piccola, luminosa camera termale era calda e vaporosa. Un voluttuoso, abbondante torrente di acqua calda fluiva gorgogliando da una magnifica, classica testa di leone posta sulla parete di ceramica. Nessuno si preoccupava di risparmiare acqua sulla Wotan, poiché ogni goccia d’acqua veniva puntigliosamente depurata e riciclata: non solo l’acqua corrente e l’urina, ma lo stesso vapore contenuto nel respiro umano. Non una molecola del prezioso liquido andava perduta.

Le terme erano in stile prettamente romano, anche se per forza di cose molto piccole. La camera termale era elegantemente arredata, aveva pareti di ceramica decorata e conteneva tre vasche, una calda, una tiepida e una gelata. Una cosa per tutti i gusti, insomma. Vi si potevano bagnare dieci persone al massimo, anche se in pratica i diversi gruppi godevano di un certo grado di esclusività. Sulla camera termale si aprivano tre stanze dotate di porte: gran parte dell’attività erotica a bordo si svolgeva in quelle stanze.

Quando i tre furono di nuovo calmi, Elizabeth spiegò con voce seria: — Non nego di essere attratta da lui. Lo trovo un uomo molto interessante, e non solo per il suo aspetto ma anche per la sua mente… quella mente strana, misteriosa, velata ha su di me un fascino irresistibile.

— La mente di un mistico — ribatté Paco con aperta irritazione. — La mente di un monaco. Proprio così.

— Lui è stato un monaco, certo — ritorse Elizabeth. — Ma è stato anche un sacco di altre cose. Non puoi etichettarlo così in questa o quella categoria. E non credo che sia così ascetico come vuole apparire. Nel monastero di Lofoten non si pratica la castità totale!

— Oh no, ascetico non lo è di sicuro — intervenne Heinz. — Posso tranquillamente testimoniarlo.

Paco ed Elizabeth si voltarono guardandolo. — “Tu”? — chiesero all’unisono.

Heinz ridacchiò pigramente. — Già. Ma non è come pensate. Non è affatto il mio tipo, no. Troppo elusivo, troppo introverso. Tuttavia, posso vedere la passione che c’è in lui. Uno non deve andarci a letto per capire. Quell’uomo ribolle di passione. Ne è pieno. La irradia come il sole irradia la sua luce.

— Lo vedi? — disse Elizabeth a Paco. — Ghiaccio fuori, forse, ma fuoco dentro.

— E poi — continuò Heinz — sono praticamente certo che ogni tanto si vede con qualcuno.

— Chi? — domandò immediatamente Elizabeth.