Il comandante si fermò di nuovo, facendo correre lo sguardo di volto in volto. Troppo altisonante?, si chiese. Troppo pomposo?
Tutti lo ascoltavano in assoluto silenzio, però, totalmente immobili e con occhi solo per lui: persino Noelle lo stava fissando con attenta commozione. Era riuscito a catturarli come ai vecchi tempi, i tempi dell’Amleto, i tempi di Edipo. Un grande successo, nulla da dire, un monologo eccezionale. Persino utile, in un certo qual modo.
Bene. “Adesso chiudi mentre sei in vantaggio”, si disse.
Con tono repentinamente più basso per conferire maggior enfasi alle sue parole, il comandante aggiunse: — Una cosa ancora, poi sarete liberi di andare. Questo pomeriggio cominceremo a calcolare la rotta del nostro prossimo balzo nel non-spazio, che ci porterà a ottanta, novanta anni-luce da qui, verso il pianeta B. Hesper non ha mai smesso di studiarlo, e i risultati sono incoraggianti. Tuttavia, alla luce di quanto è successo con il pianeta A, è meglio non farsi facili illusioni. Non possiamo sapere a priori se questa seconda destinazione sarà quella giusta: tutto ciò che possiamo fare è andare a vedere. A questo punto, non dobbiamo avere particolari aspettative, in un senso o nell’altro. Naturalmente, mi auguro che sia il pianeta che stiamo cercando, e so che tutti voi provate la mia stessa speranza. Tuttavia, ricordatevi che oltre al pianeta A e al pianeta B esisterà certamente un pianeta C, e così via. I pianeti con atmosfera a base di ossigeno devono essere migliaia nell’universo, e se necessario li esploreremo tutti, fino a quando non troveremo quello che fa per noi. Grazie a tutti voi per la vostra attenzione. Potete riprendere le vostre occupazioni.
Paco, Hesper, Julia, Sieglinde, Roy e Heinz iniziarono la serie di calcoli che li avrebbe portati verso il pianeta B attraverso il non-spazio. Il comandante, invece, si incontrò con Noelle per cercare di trasmettere alla Terra un dettagliato rapporto sul fallimento della missione esplorativa e sulla morte di Marcus.
Era preoccupato per l’effetto che quella notizia poteva avere sugli abitanti della Terra. L’uomo era ormai assuefatto al successo. Per gli abitanti della Terra quel viaggio era una sorta di fantastica impresa, una fiaba moderna dal finale certamente positivo, nonostante i perfidi intrighi del malvagio di turno. Il fatto che uno dei coraggiosi esploratori fosse morto in uno squallido deserto, perdendo la testa sotto l’influsso di una forza ancora sconosciuta, non corrispondeva certo a quello che si aspettava la gente. La reazione poteva essere fortemente negativa a livello collettivo. L’interesse per la missione poteva spegnersi, la rassegnazione farsi strada.
E tuttavia bisognava pur riferire. Non era giusto cancellare così la verità. La gente sapeva che era in corso l’esplorazione di un pianeta, e quindi doveva conoscerne per forza di cose gli esiti.
— Com’è la qualità della trasmissione oggi? — chiese a Noelle.
— Qualche interferenza, ma nulla di serio.
— Meglio così. Si sente pronta per cominciare?
— Certo. E lei?
Lui sorrise e cominciò a dettare il messaggio che aveva preparato. Ma, lanciando un’occhiata al testo, si accorse che consisteva in una litania dalla tristezza assoluta.
Missione fallita… difficili e inspiegabili zone di interferenze psichiche diffuse ovunque… violente reazioni irrazionali degli esploratori… deplorabile incidente fatale… ritiro immediato dalla superficie del pianeta… abbandono della missione esplorativa…
Tutto vero, certo, ma suonava terribile. Meglio cercare di ammorbidire un po’ improvvisando mentre leggeva, inserendo frasi come “speranzoso primo tentativo” e “la piacevole sorpresa di trovare un pianeta di tipo terrestre in tempi così brevi, nonostante gli inconvenienti”. Poi parlò dell’immediata partenza verso il pianeta B e dell’ottimismo suscitato in tutti loro dalla constatazione che la galassia era ricca di pianeti con massa, atmosfera e temperatura idonee. Vista quella inaspettata abbondanza, concluse, non poteva esservi alcun dubbio sull’imminente scoperta di un pianeta adatto per un insediamento.
Ecco. Fai masticare loro quella roba per un po’.
Noelle si stancò rapidamente mentre trasmetteva quelle parole a Yvonne. La sua tensione divenne palese. Le sue spalle si curvarono, la sua testa iniziò a cadere in avanti e i muscoli del volto presero a tremare lievemente. Quello non sembrava un giorno molto adatto per trasmettere, viste le forti interferenze, nonostante le assicurazioni di Noelle. E tuttavia lei continuò fino all’ultimo, fino a quando non rialzò lo sguardo, sorridendo candidamente, per poi dire con un sospiro di sollievo: — Ecco fatto. Yvonne ha ricevuto tutto.
— Bene. Che cosa ha detto?
— Che le spiace molto per Marcus. Ci augura migliore fortuna sul pianeta B.
Ma Noelle stava dicendo la verità? Per un attimo, il comandante si ritrovò a pensare che l’intera faccenda del ponte telepatico istantaneo tra le due sorelle non fosse altro che una truffa, che Noelle avesse sempre finto di inviare i suoi comunicati sulla Terra e che si fosse sempre inventata le risposte di Yvonne.
No, no, no, no.
Un pensiero davvero idiota. Lo cancellò con rabbia dalla sua mente. Noelle era semplicemente incapace di una simile doppiezza. Era così, anche perché non avrebbe potuto inventare di sana pianta tutte le risposte di Yvonne, i dettagli della vita quotidiana sulla Terra, le vicende politiche e sportive, i messaggi e i saluti dai parenti dei membri dell’equipaggio. Per esempio, il messaggio giunto dal padre del comandante. Faceva il pittore e amava lavorare seguendo gli antichi modelli: angeli, santi, demoni, tutti dipinti con meticoloso realismo. Viveva da qualche parte nell’antico Sudafrica, su un promontorio secco e roccioso, perennemente inondato dalla luce del sole e pieno di piante e manufatti originari di quella regione. Negli ultimi trent’anni si erano incontrati solo due volte. In effetti, non erano mai andati molto d’accordo. E tuttavia suo padre, che ormai aveva più di centotrent’anni, gli aveva sorprendentemente fatto gli auguri di compleanno tramite il ponte telepatico tra Noelle e Yvonne. Nel messaggio parlava dei suoi dipinti, del suo giardino, dei segni che il tempo cominciava a lasciare sulla sua carica vitale. Come poteva inventarsi tutto ciò Noelle? Il comandante si chiese quale ondata di tensione interiore lo avesse condotto a sospettare in quel modo dell’ignara, innocente Noelle. Il fallimento della missione sul pianeta, si disse, la morte di Marcus: era sottoposto a una profonda tensione. Tutti lo erano. Decise di concedersi del riposo extra non appena fossero rientrati nel non-spazio.
Dando per scontato che Noelle si mettesse a letto dopo la trasmissione, come accadeva sempre, il comandante si alzò e fece per uscire. — Aspetti — lo richiamò lei. — Dove sta andando?
— Alle terme, immagino — replicò sorpreso il comandante. Era un’ispirazione del momento: in effetti non ci aveva pensato.
— Vengo anch’io, se non le spiace. Poi, magari, possiamo andare a fare una partita.
Lui la guardò perplesso. — Non vuole riposare un po’ prima di uscire?