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— No. Stavolta no — fu la replica. E in effetti Noelle pareva aver recuperato le energie dopo la stanchezza mostrata poco prima. Non sembrava affatto esausta come sempre dopo il contatto mentale con Yvonne, nonostante il problema delle statiche. Oppure proprio per quello? Ah, non l’avrebbe mai capita.

In ogni caso, un bagno rilassante nelle terme era il benvenuto, e se quel giorno Noelle non voleva dormire erano solamente affari suoi. Con mossa completamente casuale la ragazza si tolse il vestito. La sua innocenza era spaventosa. Possibile che non sì rendesse conto dell’effetto che il suo splendido corpo nudo provocava su un uomo? E poi, loro due così, soli nella cabina… Nell’eterna oscurità in cui viveva, Noelle non si rendeva conto, probabilmente, dell’attrazione che un corpo nudo poteva esercitare sugli altri. O, forse, se ne rendeva conto.

Il comandante attese qualche istante, un breve momento di strana tensione. Cosa avrebbe fatto Noelle? L’avrebbe preso per mano e condotto verso il letto? No, niente di tutto ciò. Lei era “davvero” innocente. Con calma aprì la porta della cabina, invitandolo con un gesto a precederla in corridoio.

Camminarono fino a giungere insieme nel caldo salone delle terme.

Sieglinde, Huw e Imogen si trovavano già là quando i due entrarono. La muscolosa Sieglinde nuotava da sola nella vasca d’acqua tiepida, mentre il carnoso Huw e la piccola e bionda Imogen condividevano la vasca d’acqua calda. Huw e Imogen erano insieme, in quei giorni, almeno quando potevano vedersi: apparentemente, quello era uno dei giorni in cui potevano. Lei galleggiava a pancia in su nella vasca, affatto sommersa, con la testa appoggiata alla spalla di Huw, i capelli biondi mossi dall’acqua e i capezzoli rosa dei suoi piccoli seni che spuntavano irrigiditi dalla superficie. Huw era talmente più grosso di lei da farla sembrare piccola come una bambola.

Huw alzò un sopracciglio quando il comandante e Noelle entrarono, lei nuda, lui no. La nudità in pubblico non rappresentava certo un fenomeno fuori dal normale a bordo, e talvolta la gente passeggiava nelle terme completamente nuda, anche se quella pratica non era poi così diffusa. Il comandante si chiese se Huw stava dando per scontata un’intimità tra lui e Noelle che non esisteva affatto. Quel pensiero lo irritò. Sapeva che a bordo si facevano congetture di tutti i tipi sulle sue abitudini sessuali, e personalmente trovava più divertente che seccante quell’insieme di furtivi pettegolezzi; tuttavia non voleva certo coinvolgere Noelle in quella ragnatela di chiacchiere, in quei sussurri lascivi.

— Possiamo unirci a voi? — domandò il comandante spogliandosi. Quella domanda rappresentava una cortese formalità. Huw rispose con un gesto magniloquente, e il comandante e Noelle entrarono in acqua dal lato opposto a quello in cui si trovavano Huw e Imogen. Il comandante fece per aiutare Noelle a entrare, ma non ve ne fu il minimo bisogno: lei sedette sul bordo della piccola piscina e scivolò in acqua come se potesse vedere ogni cosa. Una volta dentro, Noelle premette la gamba contro l’anca del comandante, ma lui lo ritenne un contatto accidentale dovuto alle ridotte dimensioni della vasca e al suo relativo affollamento, oltre al fatto che il senso dello spazio di Noelle poteva anche non essere così accurato in acqua. Il comandante si spostò quindi di qualche centimetro a sinistra per lasciarle più spazio, ma qualche attimo più tardi, dopo che anche gli altri si erano spostati nella piscina, Noelle lo sfiorò di nuovo. Difficile a quel punto credere che non fosse un contatto deliberato, anzi, che l’intera faccenda non fosse stata accuratamente studiata: la richiesta di venire alle terme con lui, il casuale spogliarello nella sua cabina, la passeggiata senza abiti in corridoio. Ma perché? Noelle era una donna bellissima, certo; era molto attraente e affascinante, anche, nella sua enigmatica, fredda dignità. Tuttavia non aveva mai voluto giocare un ruolo nello schema delle relazioni affettive e sessuali di bordo e, nonostante sembrasse chiaramente offrirsi a lui in quel momento, il comandante trovava difficile crederlo. In effetti, preferiva vederla tenera e ingenua, completamente innocente, una creatura asessuata che aveva scelto di donarsi interamente al profondo legame che la univa a sua sorella, senza cercare altra soddisfazione nella vita. Forse si sentiva frivola in quel momento, ma ciò non significava nutrire propositi apertamente erotici; oppure stava sperimentando un nuovo modo per allentare la tensione dovuta all’insoddisfacente contatto con sua sorella sulla Terra. In un modo o nell’altro, lui non aveva certo intenzione di rispondere in qualche modo ai suoi inviti, che fossero reali o meno.

Come sempre, l’idea di un coinvolgimento sessuale con Noelle gli parve a dir poco esplosiva. Non si sarebbe mai trattato di un rapporto puramente ricreativo come quello che aveva con Julia. Una storia tra lui e Noelle, anzi, rischiava di trascinare entrambi in un’immensa ragnatela di vischiose complicazioni. Lei era di vitale importanza per la missione, come lui, del resto. E il suo dovere di comandante gli imponeva di evitare la dispersione delle loro energie in affari privati infinitamente complessi.

Ciononostante, quella volta il comandante lasciò che la gamba di Noelle si strofinasse contro la sua. Perché? Be’, si disse, sarebbe stato un segno di vera scortesia rifiutare il contatto una seconda volta.

— Il suo discorso su Marcus mi è piaciuto molto — disse Imogen al comandante. — Ne sono stata davvero toccata. Come tutti a bordo, almeno credo.

— Grazie — replicò lui. Certo non era la risposta migliore che poteva dare, ma non gli venne in mente nient’altro.

— Povero Marcus. Era così difficile conoscerlo! — continuò Imogen. Lei e Marcus erano stati insieme per un breve periodo all’inizio del viaggio. Imogen faceva parte dello staff medico; era anche una degli addetti alla manutenzione, specializzata in metallurgia. A bordo della Wotan non era certo l’unica a esercitare due mansioni completamente diverse. — Anche a letto, lo sapevate? — aggiunse. — La nostra prima volta è avvenuta proprio qui alle terme. Eravamo seduti fianco a fianco, proprio come me e Huw adesso. Nessuno di noi due sembrava aver voglia di parlare, poi Marcus si voltò verso di me, mi sorrise, mi sfiorò un polso e accennò con il capo a una delle camere laterali. E così andammo, senza dire una parola. Non parlò neppure durante, e neanche dopo!

Huw sorrideva benigno, come se Imogen stesse parlando di una normale partita di Go con Marcus. D’altro canto, era anche possibile che non vedesse una gran differenza in termini ricreativi tra un amplesso e una partita di Go, tranne il fatto che giocare a Go richiedeva molto più impegno.

Ma Imogen non aveva ancora finito. — E fu così tutto il tempo, l’intera settimana che restammo insieme. Era un bravo ragazzo, davvero, ma non disse mai una parola su se stesso e non mi chiese mai nulla di personale. Caldo ma distante: un uomo davvero misterioso. Mi piaceva però, lo ammiravo, rispettavo la sua intelligenza e la sua serietà. Ero convinta che prima o poi si sarebbe aperto almeno un po’. E poi un giorno eravamo qui insieme e c’era anche Natasha, e lui si voltò verso di lei allo stesso modo in cui la settimana prima si era voltato verso di me… e questa fu la fine tra me e Marcus. Era finita, punto e basta. Ma io ho sempre pensato che Marcus e io avremmo avuto un giorno l’opportunità di conoscerci meglio, anche dopo molti mesi. E adesso anche questa speranza è svanita per sempre.

— Che peccato — commentò Sieglinde dall’altra vasca.

— Un ragazzo davvero in gamba — disse Huw. — Vederlo morire così mi ha lasciato davvero a terra. Che morte assurda!

Il comandante annuì distrattamente. Si trattava di una conversazione necessaria, pensò, uno stadio indispensabile del processo di assuefazione all’assenza di uno di loro, ma ciononostante si sentiva a disagio. E la pressione della coscia nuda di Noelle contro il suo fianco stava cominciando ad avere effetti indesiderati.