“Il che rappresenta, probabilmente, la causa scatenante di ogni guerra e di ogni massacro, quell’istinto vivo persino nei nostri preistorici antenati che imponeva di mettere a posto le cose in qualche modo, qualunque modo, anche il più cruento. I nostri metodi sono diventati senza dubbio più umani e più efficienti a mano a mano che crescevamo, che costruivamo la nostra civiltà, ma quell’istinto, quella fame, si fa ancora sentire. E ora ci spinge tra le stelle per vagare tra mondi completamente sconosciuti.
“Forse sto semplicemente proiettando sull’intera specie umana i miei bisogni, i miei appetiti e le mie consapevolezze sulle nostre carenze? La maggior parte di coloro che sono rimasti sulla Terra si considera felice e realizzata in quest’epoca di meraviglie moderne, magari provando pietà per la manciata di romantici avventurieri che ha accettato di far rivivere l’antico spirito di avventura, partendo alla cieca per questo viaggio tra le stelle?
“Non lo credo. Non ’voglio’ crederlo. E noi andremo avanti, noi cinquanta, fino a trovare ciò che stiamo cercando. (Noi quarantanove, dovrei dire ora, ma la vecchia frase è radicata troppo in profondità.) E quando lo avremo trovato, cosa di cui sono assolutamente certo, vorrei poter pensare che almeno per un momento noi vivremo in pace con noi stessi.
“Vorrei che fossimo ancora in contatto con la Terra.
“Mi preoccupo per Noelle. Sembra stare bene, in effetti, nonostante la mancanza del contatto con sua sorella che l’ha nutrita e che l’ha sostenuta per tutta la vita. Sarà vero? Sarà così?”
La caduta del ponte telepatico che li univa alla Terra era stata l’oggetto di molte discussioni, naturalmente.
Nessuno sapeva ancora se si trattava di una perdita di contatto definitiva e irreversibile oppure no. Certo, durante l’incontro tra il comandante e la delegazione che gli portava i risultati del sondaggio preelettorale Noelle aveva detto che non c’era modo di ripristinare il contatto con Yvonne; ma, come la stessa Noelle aveva ammesso privatamente con il comandante il giorno dopo, lo aveva detto soprattutto per sostenere gli argomenti di Heinz a favore della modifica del regolamento. In realtà, neppure Noelle sapeva se in futuro sarebbe stato possibile ripristinare il contatto, e si sentiva in colpa per aver dato a tutti l’idea che ciò non fosse possibile. — L’ho detto perché volevo che l’equipaggio raggiungesse un accordo con lei — confessò, ma solo al comandante. — In mancanza di un contatto con la Terra, non dobbiamo spiegare a nessuno perché abbiamo ritenuto opportuno modificare il regolamento. Tuttavia, è sempre possibile che un giorno riesca a mettermi nuovamente in contatto con Yvonne. È già successo che il contatto s’indebolisse per poi tornare nuovamente forte…
Diceva di avvertire ancora la presenza di Yvonne da qualche parte nella sua mente. Tuttavia, da giorni ormai non riusciva a percepire i messaggi che senza dubbio Yvonne le mandava e sospettava, pur senza averne la certezza, che anche a Yvonne non arrivassero i testi dei messaggi che lei le inviava. Ogni giorno compiva nuovi sforzi per ristabilire il ponte telepatico, ma senza risultato, fino a quel momento. Di fatto erano tagliati fuori dalla Terra, e se le cose continuavano così sarebbero rimasti isolati per sempre.
Nessuno, peraltro, credeva che il problema nascesse da una cosa tanto ovvia come la distanza. Noelle era stata molto chiara in proposito: se dopo sedici anni-luce gli impulsi telepatici giungevano alla ricevente ancora nitidi e in tempo reale, non vi era motivo perché la stessa cosa non dovesse accadere anche a cento anni-luce, che in termini di impulsi telepatici significavano pochi secondi in più di viaggio. Perlomeno, avrebbe prima dovuto avvertire qualche segnale di attenuazione, ma nulla di simile si era verificato, solo scariche statiche penetrate improvvisamente nel segnale e via via sempre più potenti fino ad annullarlo completamente.
— È qualche tipo di energia — suggerì Roy — che è penetrata nel non-spazio e ha bloccato il collegamento.
Energia? Che tipo di energia?
La vecchia idea di Noelle sulla natura di quell’energia, originata secondo lei da una sorta di effetto “macchie solari”, vale a dire irradiazioni prodotte da questa o quella stella gigante nelle cui vicinanze si erano spinti nel corso del loro viaggio, saltò fuori di nuovo solo per essere definitivamente scartata. Non poteva esservi, spiegarono Roy e Sylvia, alcuna interfaccia energetica naturale tra lo spazio normale e il non-spazio, nessuna opportunità di intrusione elettromagnetica. Quello era stato ampiamente dimostrato già molto tempo prima del lancio della prima astronave con equipaggio umano. Gli strumenti di ricerca di Hesper erano sì in grado di raccogliere delle informazioni di tipo non elettromagnetico dal continuum dello spazio normale, informazioni che potevano essere tradotte in dati comprensibili solo per quel continuum. Ma nessuna cosa materiale appartenente allo spazio normale poteva penetrare nel non-spazio. Il tunnel di non-spazio era un muro impermeabile che li separava dal continuum dei fenomeni fisici. In un certo senso, si trovavano fuori dall’universo e teoricamente potevano anche passare attraverso il nucleo di una stella nel corso del loro viaggio senza subire alcun tipo di conseguenza. Nulla che avesse una massa o una carica poteva superare la barriera tra l’universo dei fenomeni fisici e il bozzolo di nulla che i meccanismi dell’astronave tessevano attorno a loro: neppure un fotone, neanche un inafferrabile neutrino.
Tuttavia sembrava proprio che qualcosa vi riuscisse, creando tra l’altro dei notevoli problemi. Molte speculazioni eccitarono i componenti dell’equipaggio. La sola cosa che sembrava poter attraversare la barriera, osservò Roy, era il pensiero, Il pensiero era forse l’unica forma di energia intangibile, non misurabile e senza limiti. Il facile e istantaneo contatto tra Noelle e Yvonne, durato purtroppo solo cinque mesi, lo dimostrava oltre ogni dubbio.
— Perché non supporre — cominciò Roy, e subito parve chiaro dal suo tono esitante che stava per lanciare una folle ipotesi, una sorta di peloso gedankenexperiment - che l’interferenza tra Noelle e Yvonne sia causata da creature dotate di forti poteri telepatici che vivono nello spazio tra le stelle?
— Creature che vivono tra le stelle? — ripeté Paco tra il divertito e il meravigliato. Chiaramente, pensava che Roy si fosse lanciato in qualcosa di folle, ma nutriva troppo rispetto per il grande intelletto del matematico e quindi decise di ascoltarlo sino alla fine prima di lanciarsi nelle sue solite battute.
— Sì, tra le stelle — continuò Roy. — O dentro le stelle, oppure attorno alle stelle. Chi può dirlo? Supponiamo che ognuna di queste creature sia in grado di emettere impulsi telepatici proprio come Noelle, solo che i loro impulsi sono infinitamente più potenti. Queste trasmissioni si irradiano verso l’esterno e, vista la loro potenza, sembra logico che coprano un’area sferica con diametro pari a molti anni-luce. Ora, a mano a mano che la Wotan procede, entra ed esce da queste zone sferiche, a questo punto basterebbe che le emanazioni abbiano il potere di superare la barriera del non-spazio, proprio come gli impulsi di Noelle e Yvonne, ed ecco spiegate le interferenze, a volte più forti, altre più deboli, a seconda della distanza dal punto di emissione.