– Direi che sembra notevolmente frustrato – replicò Miles.
– La frustrazione mi ha svegliato da un lungo sonno – affermò Canaba. Orgoglio ferito… si è trattato soltanto del mio orgoglio ferito, ma è stato proprio questo a farmi riscoprire la vergogna, e il peso che essa ha scaricato su di me mi ha sconvolto. Riesce a capirmi? Del resto, ha importanza che lei capisca o meno? Ah!
A grandi passi Canaba si diresse verso il muro e si arrestò con il volto verso di esso e la schiena rigida.
– Capisco – rispose Miles, grattandosi la testa con aria contrita, – e sarò lieto di trascorrere molte ore affascinanti ad ascoltare le sue spiegazioni… ma sulla mia nave, diretta lontano da qui.
– Mi rendo conto che lei è un uomo pratico, un soldato – commentò Canaba, con un sorriso distorto. – Bene, soltanto Dio sa quanto abbia bisogno di un soldato, adesso.
– La situazione è deteriorata fino a questo punto?
– È… successo all'improvviso. Credevo di avere tutto sotto controllo.
– Continui – sospirò Miles.
– C'erano sette complessi genetici sintetizzati. Uno di essi è una cura per un'oscura malattia enzimatica, e un altro aumenterà di venti volte la produzione di ossigeno delle alghe delle stazioni spaziali. Un altro è arrivato ai Laboratori Bharaputra dall'esterno, portato da un uomo… non abbiamo mai scoperto chi fosse in realtà, ma la morte lo ha seguito e il commando che gli dava la caccia ha ucciso in una sola notte anche parecchi miei colleghi che avevano lavorato al progetto, distruggendo tutti i documenti. Non l'ho mai detto a nessuno, ma prima che accadesse io avevo prelevato senza autorizzazione un campione di tessuto per studiarlo: non ho ancora svelato tutti i suoi misteri ma le posso garantire che si tratta di qualcosa di unico.
Nel rendersi conto di cosa fosse il campione di cui Canaba stava parlando Miles quasi soffocò per la sorpresa e indugiò a riflettere sulla bizzarra catena di circostanze che un anno prima aveva fatto cadere nelle mani dei servizi segreti dendarii un identico campione di tessuto: si trattava del complesso di Terrence See inerente alla telepatia e costituiva la principale ragione per cui la Sua Imperiale Maestà si era messa all'improvviso alla ricerca di un genetista particolarmente abile. Il Dottor Canaba avrebbe avuto una piccola sorpresa al suo arrivo nel nuovo laboratorio barrayarano, ma se il valore degli altri sei campioni era anche lontanamente simile a quello dell'unico a lui noto il Capo della Sicurezza Illyan lo avrebbe scorticato vivo con un coltello smussato qualora se li fosse lasciati scivolare fra le dita. L'attenzione che Miles stava dedicando a Canaba si fece di colpo più intensa… dopo tutto, forse quel viaggio imprevisto non sarebbe risultato insignificante come aveva temuto.
– Complessivamente, quei sette composti rappresentano diecimila ore di tempo di ricerca, soprattutto mio ma anche di altri… il lavoro della mia vita… e fin dall'inizio avevo avuto l'intenzione di portarli con me. Per questo motivo li avevo riposti in un inserto virale, vincolati e latenti, e li avevo inoculati dentro un organismo… vivente – proseguì Canaba, con una sfumatura di esitazione. – Un organismo nel quale ritenevo che nessuno avrebbe mai cercato una cosa del genere.
– Perché non li ha semplicemente riposti nel proprio corpo? – domandò Miles, con irritazione. – Così non avrebbe potuto perderli.
– Io… non ci ho pensato – ammise Canaba, a bocca aperta per la sorpresa. – Una soluzione davvero elegante… perché non ci ho pensato? – Si portò una mano alla fronte, tastandola con perplessità come se stesse cercando dei difetti di funzionamento, poi tornò a serrare le labbra e aggiunse: – In ogni caso non avrebbe fatto differenza, perché avrei comunque avuto bisogno di… – S'interruppe e dopo un momento concluse: – Si tratta dell'organismo… della creatura.
E scivolò in un lungo silenzio.
– Fra tutte le cose che ho fatto – riprese poi, lentamente, – fra tutti i compiti ingrati che mi sono stati imposti in questo orribile posto, interrompendo le mie ricerche, questo è quello che più mi dispiace di aver svolto. È successo alcuni anni fa, e allora ero più giovane, pensavo di avere ancora un futuro da proteggere, e comunque non è stata tutta colpa mia… responsabilità di gruppo, vogliamo chiamarla così? Suddividendola è più facile affermare che è stata colpa di questo o di quello… ma adesso la responsabilità è tutta mia.
Vuoi dire che adesso è mia, pensò cupamente Miles.
– Dottore – disse però ad alta voce, – quanto più tempo trascorreremo qui tanto maggiore sarà il pericolo di compromettere l'intera operazione, quindi la prego di venire al punto.
– Sì… sì. Dunque, parecchi anni fa, i Laboratori della Casa Bharaputra hanno accettato un contratto per creare una… una nuova specie, fatta su ordinazione.
– Credevo che la Casa Ryoval fosse famosa per creare persone, o qualsiasi altra cosa, su ordinazione – interloquì Miles.
– Loro fabbricano schiavi, e sono estremamente specializzati. Inoltre il loro pacchetto clienti è sorprendentemente piccolo. Ci sono molti uomini ricchi e suppongo che ci siano anche molti uomini depravati, ma per essere un cliente della Casa Ryoval bisogna essere entrambe le cose, e la fascia in cui le due categorie si sovrappongono non è ampia come lei potrebbe credere. In ogni caso, il nostro contratto avrebbe dovuto portare ad una produzione su scala massiccia, decisamente al di fuori delle capacità di Ryovaclass="underline" un certo governo sottoplanetario, posto sotto stretta pressione dai suoi vicini voleva che creassimo a suo beneficio una razza di super-soldati.
– Di nuovo? – commentò Miles. – Credevo che fosse già stato tentato, e più di una volta.
– Noi pensavamo di poterci finalmente riuscire, o almeno la gerarchia bharaputrana era disposta ad accettare il denaro del cliente. Il progetto ha però sofferto di troppi apporti diversi: il cliente, i nostri capi, i genetisti incaricati di elaborarlo, tutti avevano delle idee e premevano per metterle in pratica. Giuro che la cosa era destinata a fallire prima ancora di uscire dalla fase di progettazione astratta.
– Un super-soldato, progettato da un gruppo di ricerca. Dio santo, è una cosa che la mente si rifiuta di contemplare – affermò Miles, affascinato. – E cosa è successo?
– Parecchi di noi hanno avuto l'impressione che i… limiti fisici dell'essere semplicemente umani fossero stati già raggiunti. Per esempio, una volta che un gruppo di muscoli è stato portato ad una condizione di salute perfetta, stimolato con gli ormoni adatti ed esercitato fino ad un certo limite, non c'è altro che si possa fare, quindi ci siamo rivolti alle altre specie per apportare particolari migliorie. Per quanto mi riguarda, io ero affascinato dal metabolismo aerobico ed anaerobico dei muscoli di un cavallo di razza…
– Cosa? – esclamò Thorne, sconvolto.
– C'erano anche altre idee… troppe… e vi giuro che non erano tutte mie.
– Avete mescolato geni umani e animali? – sussurrò Miles.
– E perché non avremmo dovuto? I geni umani sono stati uniti a quelli animali fin dai primordi della genetica, è stata quasi la prima cosa che si è tentata… l'insulina umana ricavata dai batteri e via dicendo. Finora nessuno aveva però osato fare l'operazione opposta ed io ho infranto la barriera, ho decifrato i codici genetici… all'inizio sembrava che tutto procedesse per il meglio ed è stato soltanto quando i primi esemplari hanno raggiunto la pubertà che tutti gli errori che avevamo commesso sono diventati evidenti: quelle creature erano state progettate per essere formidabili, ma sono invece risultate mostruose.
– Mi dica una cosa – chiese Miles, con voce soffocata. – In quel gruppo c'era qualche soldato che avesse esperienza in fatto di combattimenti?