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– Suppongo che il cliente avesse a disposizione persone del genere, che hanno fornito i parametri su cui lavorare – replicò Canaba.

– Capisco - interloquì Thorne, con voce sommessa. – Stavano cercando di reinventare la recluta.

Miles gli scoccò un'occhiata rovente per indurlo a tacere, poi batté un colpetto sul proprio cronometro.

– Cerchiamo di evitare le interruzioni, dottore – disse.

Dopo una breve pausa di silenzio Canaba riprese il proprio racconto.

– Abbiamo approntato dieci prototipi, poi il cliente si è… ritirato dagli affari: ha perso la guerra…

– Perché non ne sono sorpreso? – borbottò Miles, sottovoce.

– … e ci ha tagliato i fondi, per cui abbiamo dovuto abbandonare il progetto prima di poter applicare quello che avevamo imparato dai nostri errori. Da allora nove dei dieci prototipi sono morti ed ora ne resta soltanto uno. Lo tenevamo qui nei laboratori a causa di certe difficoltà a… rivenderlo… ed io ho riposto nel suo corpo i miei complessi genetici, che sono ancora là. L'ultima cosa che intendevo fare prima di andarmene era di uccidere quella creatura come atto di misericordia… o di espiazione, se preferisce.

– E poi? – lo pungolò Miles.

– Alcuni giorni fa la creatura è stata improvvisamente venduta alla Casa Ryoval, che pare intendesse farne una nuova attrazione. Il Barone Ryoval colleziona ogni sorta di stranezze per la sua banca dei campioni di tessuti…

Miles e Bel si scambiarono un'occhiata significativa.

– Io non avevo idea che sarebbe stata venduta – stava intanto proseguendo Canaba, – e quando stamattina sono arrivato in laboratorio ho scoperto che era scomparsa. Non credo che Ryoval abbia idea del suo valore effettivo, comunque ora essa si trova nei suoi laboratori.

Miles decise che gli stavano insorgendo le prime avvisaglie del mal di testa, indubbiamente una sinusite dovuta al freddo.

– E cosa vorrebbe che noi soldati facessimo al riguardo? – chiese.

– Che troviate il modo di entrare là dentro, di uccidere la creatura e di recuperare i miei campioni di tessuti. Soltanto allora verrò con voi.

– Cosa dobbiamo prendere… entrambi gli orecchi e la coda? – ribatté Miles, sentendo lo stomaco che gli si contraeva.

– Il muscolo gastrocnemio sinistro – rispose Canaba, scoccandogli un'occhiata gelida. – È là che ho iniettato i miei complessi; i virus in cui li ho immagazzinati non sono virulenti e non possono essere migrati lontano, per cui la maggiore concentrazione dovrebbe essere ancora là.

– Capisco – annuì Miles, massaggiandosi le tempie e gli occhi. – D'accordo, ce ne occuperemo noi. Il contatto personale fra noi è molto pericoloso e preferirei non ripeterlo, quindi ci rivedremo a bordo della mia nave fra quarantotto ore. Avremo qualche problema a riconoscere la sua bestia?

– Non credo. Questo particolare esemplare era alto quasi due metri e mezzo. Io… voglio che sappia che le zanne non sono state una mia idea.

– Capisco…

– La creatura si può muovere molto in fretta, se è ancora in buona salute. C'è qualche modo in cui posso aiutarvi? Ho accesso a scorte di veleni indolori…

– Ha già fatto abbastanza, grazie. Ora lasci ogni cosa nelle mani di noi professionisti, d'accordo?

– Sarebbe meglio se il corpo venisse completamente distrutto. Se potete, fate in modo che non ne rimanga neppure una cellula.

– È per questo che sono stati inventati gli archi al plasma. Adesso però è meglio che vada.

– Sì – convenne Canaba, poi esitò e aggiunse: – Ammiraglio Naismith?

– Forse è meglio che i miei futuri datori di lavoro non vengano mai a sapere di questo: hanno intensi interessi militari e un'informazione del genere potrebbe entusiasmarli a sproposito.

– Oh – fece Miles/Ammiraglio Naismith/Tenente Lord Vorkosigan del Servizio Imperiale Barrayarano. – Non credo che si debba preoccupare di questo.

– Quarantotto ore saranno sufficienti per la vostra incursione? – chiese Canaba, preoccupato. – Si ricordi che se non otterrà i campioni io tornerò immediatamente sul pianeta: non mi lascerò intrappolare sulla sua nave.

– Sarà accontentato… soddisfarla rientra nel mio contratto – promise Miles. – Ora però è meglio che vada.

– Devo fare affidamento su di lei – annuì Canaba, con angoscia repressa, e se ne andò.

Gli altri attesero per qualche minuto nella fredda stanza per dare al genetista il tempo di allontanarsi: l'edificio silenzioso scricchiolava a causa del vento e poco dopo in un corridoio più in alto echeggiò uno strano strillo, seguito da una risata che s'interruppe bruscamente. Finalmente la guardia che aveva seguito Canaba tornò indietro.

– Ha raggiunto il suo veicolo senza incidenti, signore – riferì a Miles.

– Bene – commentò allora Thorne, – immagino che innanzitutto ci dovremo procurare una pianta dei laboratori di Ryoval…

– Non credo – lo interruppe Miles.

– Se dobbiamo organizzare un'incursione…

– Niente incursione. Non intendo rischiare i miei uomini per una cosa tanto idiota. Ho detto a Canaba che avrei ucciso al suo posto la prova del suo peccato, ma non gli ho detto come lo avrei fatto.

La consolle della rete di comunicazione commerciale dell'astroporto del pianeta parve a Miles un posto buono come un'altro per effettuare la sua chiamata. Entrato nella cabina inserì nella macchina la sua carta di credito e digitò la chiamata, mentre Thorne si teneva appena al di fuori dell'angolo di visuale dello schermo e le guardie sorvegliavano l'esterno.

Un momento più tardi sul visore apparve l'immagine di una telefonista dal volto dolce dotato di fossette e con una cresta di pelliccia bianca al posto dei capelli.

– Servizio Clienti della Casa Ryoval. In cosa le posso essere utile, signore?

– Vorrei parlare con il Direttore Deem, del settore Vendita e Dimostrazioni – rispose con disinvoltura Miles, – in merito ad un possibile acquisto per conto della mia organizzazione.

– Chi è che lo desidera, signore?

– L'Ammiraglio Miles Naismith, della Flotta dei Mercenari Liberi Dendarii.

– Un momento, signore.

– Credi davvero che te la venderanno? – borbottò Bel dal suo angolo, mentre sullo schermo il volto della ragazza veniva sostituito da un fluire di luci colorate accompagnate da una musica mielata.

– Ricordi quello che abbiamo involontariamente sentito ieri? – replicò Miles. – Sono pronto a scommettere che è in vendita e a buon prezzo.

Dentro di sé si ammonì di non apparire troppo interessato.

In un tempo notevolmente breve le strisce di colore furono sostituite dal volto di un giovane dalla bellezza incredibile, un albino dagli occhi azzurri che indossava una camicia di seta rossa e che aveva i bei lineamenti deturpati da un grosso livido che gli correva lungo tutto un lato del volto.

– Sono il Direttore Deem. In che cosa le posso essere utile, ammiraglio?

– Mi è giunta voce – replicò Miles, schiarendosi ad arte la voce, – che la Casa Ryoval potrebbe aver acquistato di recente dalla Casa Bharaputra un articolo che ha per me un certo interesse professionale. Pare si tratti del prototipo di una sorta di nuovo combattente perfezionato. Lei ne sa qualcosa?

La mano di Deem scivolò verso il livido, tastandolo con cautela prima di allontanarsi con un gesto nervoso.

– In effetti, signore, noi abbiamo un articolo del genere.

– È in vendita?

– Oh, s… voglio dire, credo che sia già stato preso qualche accordo, ma è possibile che lei sia ancora in tempo ad avanzare la sua offerta.