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Bel Thorne e un soldato dendarii armato di paralizzatore si agitavano a disagio… possibile che fossero prigionieri?… mentre vicino a loro una mezza dozzina di uomini armati che sfoggiavano la divisa verde della Casa Fell si tenevano pronti a intervenire e un aerocarro su cui spiccava il logo di Fell era parcheggiato al limitare del cerchio di tarmac. In aggiunta a tutto questo la quaddie Nicol, avvolta in una pelliccia bianca che la riparava dal freddo, si librava sulla sua poltrona antigravitazionale ed era tenuta sotto il tiro di un paralizzatore brandito da un'altra guardia vestita di verde. Una luce grigia e oro gelida quanto i tenui raggi del sole faceva da cornice a tutto questo levandosi al di sopra delle lontane montagne e trapassando la coltre di nubi.

– È quello l'uomo che vuoi? – domandò a Bel Thorne un capitano delle guardie che sfoggiava l'uniforme verde.

– È lui – confermò Thorne, pallido in volto per uno strano miscuglio di sollievo e di tensione. – Ammiraglio, sta bene? – chiese quindi in tono urgente, sgranando gli occhi alla vista dell'alta compagna di Miles. – E cosa diavolo è quello?

– Lei è la nostra nuova recluta da addestrare – replicò con decisione Miles, sapendo che A) Bel avrebbe colto tutti i sottintesi condensati nelle sue parole, e che B) le guardie di Ryoval invece non lo avrebbero fatto.

Bel apparve sconvolto, il che confermò a Miles che era riuscito almeno in parte a fargli pervenire il proprio messaggio, mentre il Capo della Sicurezza Moglia si mostrò sospettoso ma sconcertato; tuttavia era chiaro che Miles costituiva un problema di cui Moglia era impaziente di liberarsi, perché il capo della sicurezza si affrettò ad accantonare il proprio sconcerto per trattare con una persona per lui molto più importante di Bel… il capitano delle guardie di Fell.

– Cosa significa questo? – sibilò allora Miles a Thorne, avvicinandosi più che poteva finché non fu arrestato da una guardia in tunica rossa che puntò il suo distruttore e scosse il capo con fare ammonitore.

Intanto Moglia e il capitano di Fell si stavano scambiando dati elettronici su un pannello per i rapporti, entrambi chini su quelli che evidentemente erano documenti ufficiali.

– Quando ti abbiamo perso, la scorsa notte, ho ceduto al panico – spiegò Bel, abbassando la voce perché soltanto Miles potesse sentirlo. – Un assalto frontale era da escludere, quindi mi sono recato dal Barone Fell per chiedergli aiuto, anche se l'aiuto che ho ottenuto non è stato esattamente quello che mi aspettavo. Fell e Ryoval hanno concluso fra loro un accordo, decidendo di scambiare Nicol con te. Giuro che ho scoperto questo particolare soltanto un'ora fa! – concluse, indirizzando la sua protesta alla quaddie, che lo stava fissando con le labbra serrate e un bagliore nello sguardo.

– Capisco – commentò Miles, poi fece una pausa e aggiunse: – Hai intenzione di rimborsarle il suo dollaro?

– Non avevo idea di cosa ti stava succedendo là dentro – gemette Bel, in tono tormentato. – Ci aspettavamo da un momento all'altro che Ryoval cominciasse a trasmettere un olovideo di oscene e ingegnose torture che avevano te come protagonista. Come dice il Commodoro Tung, quando si è in una situazione di stallo bisogna ricorrere ai sotterfugi.

Miles riconobbe uno degli aforismi di Sun Tzu che Tung amava tanto. Nelle sue giornate peggiori il commodoro aveva l'abitudine di citare le parole di quel generale morto da 4000 anni in lingua cinese originale, mentre quando si sentiva benevolo i suoi ascoltatori ottenevano una traduzione. Guardandosi intorno, effettuò un rapido calcolo degli uomini, delle armi e dell'equipaggiamento, rilevando che la maggior parte delle guardie vestite di verde era dotata di paralizzatore. Tredici contro… tre? Oppure quattro? Lanciò un'occhiata a Nicol e si chiese se non sarebbero stati addirittura cinque. Quando si è in una situazione disperata, consigliava Sun Tzu, si deve combattere. E in che modo la situazione sarebbe mai potuta diventare più disperata di così?

– E cosa hai offerto al Barone Fell in cambio di questo straordinario atto di carità? – chiese infine. – Oppure lo sta facendo per pura bontà d'animo?

Bel gli scoccò un'occhiata esasperata, poi si schiarì la gola prima di rispondere.

– Gli ho promesso che gli avresti rivelato la verità in merito al trattamento di ringiovanimento betano.

– Bel…

– Ho pensato che una volta che ti avessi liberato avremmo escogitato qualcosa insieme -!o interruppe Thorne, scrollando le spalle, – ma giuro che non avrei mai immaginato che avrebbe offerto Nicol a Ryoval.

Giù nella lunga vallata era possibile vedere un punto che si muoveva lungo ii sottile bagliore di una monorotaia: gli ingegneri biologici, i tecnici, i venditori, gli impiegati e i cuochi della mensa sarebbero arrivati presto. Nel sollevare lo sguardo sul grande edificio bianco, Miles cercò d'immaginare la scena che si sarebbe verificata nel laboratorio del terzo piano quando le guardie avrebbero disattivato l'allarme per permettere ai tecnici di iniziare il lavoro, e gii parve di vedere il primo di essi oltrepassare la porta e arricciare il naso, chiedendo in tono lamentoso quale fosse la causa di quell'odore spaventoso.

– Il «tecnico medico Vaughn» si è già presentato a bordo dell'Ariel? – chiese.

– Meno di un'ora fa.

– Già, bene… a quanto pare non avremo bisogno di uccidere il suo grasso vitello, dopo tutto. Farà parte dello scambio – dichiarò Miles, accennando con il capo in direzione di Taura.

– Quella cosa viene con noi? – domandò Bel, abbassando ulteriormente il tono di voce.

– Farai meglio a crederci. Vaughn non ci ha detto tutto… a voler minimizzare. Comunque ti spiegherò ogni cosa più tardi – replicò Miles, mentre i due capi delle guardie concludevano i loro controlli e Moglia si dirigeva verso di lui, roteando spavaldamente il manganello. – Intanto, voglio avvertirti che questa non è una situazione di stallo ma una situazione disperata. Nicol, quanto a te, voglio che sappia che i Dendarii non concedono rimborsi.

Nicol lo fissò con espressione sconcertata mentre Bel sgranò gli occhi nel controllare le probabilità… e dalla sua espressione Miles capì che aveva calcolato che fossero tredici contro tre a loro sfavore.

– Davvero? – si limitò però a rispondere, con voce un po' rauca, mentre un segnale appena percettibile della mano abbandonata lungo il fianco serviva a mettere sul chi vive il soldato che lo accompagnava.

– Sì, è davvero disperata – ripeté Miles, poi trasse un profondo respiro e gridò: – Adesso, Taura! attacca!

Nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole si scagliò contro Moglia, non tanto perché si aspettasse di riuscire a sottrargli il manganello quanto per porre il corpo del capo della sicurezza fra il proprio e la canna dei distruttori neuronici branditi dalle guardie.

Il soldato dendarii, che aveva prestato attenzione a tutti i particolari dell'evolversi della situazione, si affrettò ad abbattere uno degli uomini dotati di distruttore con la prima scarica del suo paralizzatore e subito rotolò lontano dal fuoco aperto per reazione dalla seconda guardia. Bel si affrettò a colpire anche quella, balzando poi di lato, mentre due guardie vestite di rosso che stavano puntando il paralizzatore contro di lui venivano bruscamente afferrate per il collo e sollevate da terra; con metodo assai poco scientifico ma con una notevole energia Taura sbatté la testa di uno dei due contro quella dell'altro ed entrambe le guardie si accasciarono sulle mani e sulle ginocchia, annaspando alla cieca per ritrovare le armi che erano loro sfuggite di mano.

Non sapendo con esattezza contro chi fare fuoco gli uomini di Fell esitarono fino a quando Nicol scattò all'improvviso verso l'alto sulla poltrona antigravitazionale per poi ridiscendere sulla testa della sua guardia, la cui attenzione era stata distratta dallo scontro in atto. L'uomo crollò come un bue sotto una mazzata e subito Nicol manovrò lateralmente la poltrona in modo da sottrarsi al fuoco del paralizzatore di un'altra guardia di Fell per risalire subito dopo verso l'alto. Nel frattempo Taura afferrò una guardia dalla divisa rossa e la scagliò contro una vestita di verde, facendo cadere entrambi gli uomini in un groviglio di gambe e di braccia, mentre il soldato dendarii impegnava un corpo a corpo con un'altra guardia in divisa verde per usarla come schermo dal fuoco dei paralizzatori; il capitano del contingente di Fell rifiutò però di lasciarsi bloccare da quella manovra e stordì spietatamente entrambi… una tattica valida considerato che il vantaggio numerico era dalla sua parte.