Del resto, rifletté con una certa contrizione, come poteva giudicare proprio lui, il cui corpo era fonte di ben poche gioie? Come poteva Bel… eretto, sano e di altezza normale anche se con un apparato genitale insolito… trovare qualcosa di attraente in un individuo basso, con le gambe sintetiche e un po' pazzo come lui? Abbassò quindi lo sguardo sull'uniforme bianca e grigia che aveva indosso, l'uniforme che si era conquistato.
Se non puoi essere alto due metri cerca di essere due volte furbo, era il suo motto, ma finora la ragione non era riuscita a fornirgli una soluzione al problema costituito da Thorne.
– Hai mai pensato di tornare sulla Colonia Beta per cercare un compagno della tua razza? – gli chiese, in tono serio.
– Troppo noiosi – replicò Thorne, scrollando le spalle. – È per questo che me ne sono andato. Tutto è così sicuro, così ristretto…
– Bada, è un posto perfetto per allevare i bambini – commentò Miles, con le labbra increspate da un sorriso.
– Sembri un Betano quasi perfetto, sai? – sorrise a sua volta Thorne. – Quasi. Hai l'accento, conosci le nostre battute…
– In cosa ho ancora dei difetti? – chiese Miles, irrigidendosi appena.
– Nei riflessi – spiegò Thorne, sfiorandogli una guancia con un gesto che gli strappò un piccolo sussulto.
– Ah.
– Non ti tradirò.
– Lo so.
– Però potrei limare quegli ultimi particolari… – suggerì Thorne, protendendosi ancora in avanti.
– Lascia perdere – replicò Miles, arrossendo leggermente. – Abbiamo una missione da compiere.
– Un inventario – commentò Thorne, in tono sprezzante.
– Quello non è la missione – spiegò Miles, – è la nostra copertura.
– Hah! – esclamò Thorne, raddrizzandosi. – Finalmente.
– Finalmente?
– Non ci voleva un genio per capirlo. Siamo venuti per presentare un ordine di acquisto, ma invece di prendere la nave con la massima capacità di carico abbiamo preso l'Ariel… la nave più rapida della flotta. Inoltre non c'è lavoro di routine più noioso di un inventario, ma invece di mandare un quartiermastro competente, che sarebbe bastato, tu hai insistito per sovrintendere di persona alla cosa.
– Voglio contattare il nuovo Barone Fell – affermò Miles, in tono pacato. – La Casa Fell è la maggiore fornitrice di armi al di qua della Colonia Beta ed è molto meno schizzinosa in merito ai suoi clienti. Se mi piacerà la qualità di questa prima fornitura potremmo diventare clienti regolari.
– Un quarto delle armi dei Fell sono fabbricate su Beta e contraffatte – sottolineò Thorne. – Di nuovo… ha!
– E già che siamo qui – proseguì Miles, – un certo uomo di mezz'età si presenterà a bordo e si arruolerà nei Mercenari Dendarii come tecnico medico. A quel punto tutti i permessi di licenza saranno annullati, finiremo di caricare la merce il più in fretta possibile e ce ne andremo.
– Un prelevamento – sorrise Thorne, soddisfatto. – Ottimo. Devo supporre che ci paghino bene?
– Benissimo, a patto che la persona in questione arrivi a destinazione viva. Si dà il caso che quell'uomo sia un genetista, il principale ricercatore genetico dei laboratori della Casa Bharaputra, a cui è stato offerto asilo da un governo planetario capace di proteggerlo dalle lunghe mani del Barone Luigi Bharaputra… ci aspettiamo che il suo quasi ex-datore di lavoro sarà estremamente infuriato da questa partenza senza il consueto preavviso di un mese, e noi siamo pagati perché consegnamo la persona in questione ai suoi nuovi padroni ancora viva e senza che tutti i suoi… segreti del mestiere le siano stati estorti.
«Dal momento che con ogni probabilità il Barone Luigi Bharaputra potrebbe senza difficoltà comprare e rivendere l'intera Flotta dei Liberi Mercenari Dendarii con le sue riserve di spiccioli, anch'io preferirei evitare i suoi uomini, quindi ci presenteremo come innocenti babbei… tutto quello che abbiamo fatto è stato assumere un tecnico medico, e noi stessi mostreremo di essere infuriati quando lui diserterà non appena saremo arrivati al punto d'incontro con la flotta, nelle vicinanze di Escobar.
– Mi sembra un buon piano – commentò Thorne. – Semplice.
– Spero che lo sia – sospirò Miles. Dopo tutto, perché escludere a priori che per una volta ogni cosa andasse come progettato?
Gli uffici di vendita e di esposizione delle letali mercanzie della Casa Fell erano situati non troppo lontano dai moli di attracco e la maggior parte dei piccoli clienti della Casa non penetrava mai più di così nella Stazione Fell. Tuttavia non appena Miles e Thorne presentarono il loro ordine, lungo quanto bastava per richiedere una verifica della loro carta di credito, un individuo ossequioso che portava l'uniforme di seta verde della Casa Fell li avvicinò e mise nella mano dell'Ammiraglio Naismith un invito a partecipare ad un ricevimento negli alloggi privati del barone stesso.
Quattro ore più tardi, dopo aver consegnato il cubo-lasciapassare al maggiordomo che controllava l'ingresso sigillato del settore privato della stazione, Miles diede un'ultima occhiata a se stesso e a Thorne per vedere l'effetto che avrebbero avuto. L'uniforme di gala dendarii era formata da una giacca di velluto grigio bordato di bianco con bottoni d'argento sulle spalle, calzoni dello stesso materiale con il profilo laterale e stivali di pelle scamosciata sintetica grigia… il tutto forse un po' affettato, ma del resto non era stato Miles a disegnare quel modello, l'aveva soltanto ereditato e doveva ora portarlo.
L'interfaccia di collegamento al settore privato era estremamente interessante e Miles ne approfittò per osservarla mentre il maggiordomo esaminava entrambi con i sensori alla ricerca di eventuali armi nascoste: i sistemi di supporto vitale… e in effetti tutti i sistemi… davano l'impressione di funzionare indipendentemente da quelli del resto della stazione e l'intera area era non soltanto sigillabile ma anche distaccabile dal resto, al punto che non poteva essere definita tanto una stazione quanto una nave, completa di motori e di armamenti che Miles era certo essere situati da qualche parte… anche se sapeva che cercarli senza una scorta e senza autorizzazione avrebbe potuto risultare letale.
– L'Ammiraglio Miles Naismith, comandante della Flotta dei Liberi Mercenari Dendarii – annunciò il maggiordomo nel comunicatore da polso, mentre li invitava a passare, – e il Capitano Bel Thorne, comandante dell'incrociatore veloce Ariel, della Flotta dei Liberi Mercenari Dendarii.
Osservandolo, Miles si chiese chi stesse ricevendo quelle informazioni.
La camera di ricevimento era ampia e arredata con grazia con scale fluttuanti e iridescenti e diversi livelli che creavano intimità senza distruggere l'illusione di ampiezza; ogni uscita (Miles ne contò sei) aveva nelle sue immediate vicinanze una grossa guardia vestita di verde che cercava di apparire un servitore e non ci riusciva molto bene, e un'intera parete era formata da una vertiginosa finestra trasparente che si affacciava sugli affollati moli di attracco della Stazione Fell e sulla curva del Gruppo Jackson che al di là di essa divideva in due l'orizzonte punteggiato di stelle. Numerose donne che indossavano sari di verde seta frusciante si muovevano fra gli ospiti offrendo da mangiare e da bere.
Dopo aver lanciato un'occhiata agli altri ospiti, Miles decise che il velluto grigio costituiva una scelta davvero moderata di vestiario, al punto che lui e Bel avrebbero potuto benissimo confondersi con la tappezzeria a confronto dello svariato assortimento di abiti tagliati secondo l'ultima moda planetaria sfoggiati dallo sparuto gruppo degli altri clienti privilegiati. Questi erano però guardinghi e divisi in piccole delegazioni che restavano separate e non si mescolavano le une alle altre: a quanto pareva i guerriglieri non parlavano con i mercenari, i contrabbandieri non familiarizzavano con i rivoluzionari e i Santi Gnostici, naturalmente, parlavano soltanto con l'Unico vero Dio e forse con il Barone Fell.