Oliver contorse la bocca in una smorfia sardonica ma non fece commenti, perché non ce n'era bisogno.
– Quindi ho intenzione di cambiarle – aggiunse Miles.
– Merda – scandì Oliver, girando il volto dall'altra parte.
– A partire da adesso e da qui.
– Vattene, se non vuoi che ti pesti – aggiunse Oliver, dopo un momento di silenzio.
Suegar accennò ad alzarsi, ma Miles gli segnalò di restare dov'era con un gesto irritato.
– Lui era nei Commandos – sussurrò Suegar, in tono preoccupato, – e ti potrebbe spezzare in due.
– I nove decimi delle persone presenti in questo campo potrebbero farlo, incluse le ragazze – replicò Miles, in tono altrettanto sommesso. – Non è una considerazione d'importanza significativa.
Si protese quindi in avanti e afferrò Oliver per il mento, costringendolo a girare la faccia verso di lui, una tattica pericolosa che indusse Suegar a trattenere il respiro con un sibilo.
– Sergente, c'è una cosa da dire in merito al cinismo, e cioè che è la posizione morale più passiva dell'universo. Estremamente comoda: se non si può fare nulla, allora non si è una sorta di verme se si resta inattivi e si può rimanere sdraiati in pace con la coscienza tranquilla.
Oliver allontanò di scatto la sua mano ma non distolse di nuovo il volto né lo sguardo in cui ora ardeva l'ira.
– È stato Suegar a dirti che ero un sergente? – sibilò.
– No, è scritto sulla tua fronte con lettere di fuoco. Ascoltami, Oliver…
Oliver si sollevò quanto gli era possibile continuando a tenere le nocche puntellate sulla stuoia e Suegar sussultò, senza però darsi alla fuga.
– Ascoltami tu, mutante – ringhiò il commando. – Abbiamo già fatto tutto. Abbiamo effettuato esercitazioni, organizzato giochi, fatto esercizi e docce fredde… tranne per il fatto che qui non ci sono docce fredde. Abbiamo cantato in gruppo e dato spettacoli, lo abbiamo fatto secondo le regole e poi con la forza, scatenando una vera guerra gli uni contro gli altri. Infine siamo passati al peccato, al sesso e al sadismo fino ad essere prossimi a vomitare. Credi davvero di essere il primo riformatore arrivato qui?
– No, Oliver – ribatté Miles, protendendosi verso di lui e incontrando il suo sguardo con il proprio senza restarne bruciato, poi abbassò la voce ad un sussurro e aggiunse: – Ma credo di essere l'ultimo.
Oliver rimase in silenzio per un momento, poi scoppiò a ridere.
– Per Dio, Suegar ha finalmente trovato la sua anima gemella. Due pazzi uniti, proprio come dicono le sue scritture.
Miles indugiò pensosamente, quindi squadrò le spalle nella misura in cui la sua schiena glielo permetteva.
– Leggimi di nuovo le scritture, Suegar – ordinò, – il testo completo.
E chiuse gli occhi, sia per concentrarsi completamente che per dissuadere Oliver da qualsiasi interruzione.
Suegar armeggiò un poco e si schiarì la voce nervosamente.
– 'Per coloro che saranno gli eredi della salvezza' – esordì. – 'E così essi si avviarono verso le porte. Dovete notare che la città si levava su una possente collina, ma i pellegrini salirono quella collina con facilità perché avevano questi due uomini a guidarli per la mano; si erano inoltre lasciati alle spalle gli abiti mortali nel fiume, perché sebbene vi fossero entrati con essi ne erano usciti senza. Pertanto salirono con molta agilità e rapidità, attraverso le fondamenta su cui la città sorgeva più alta delle nuvole. Attraversarono le regioni dell'aria…' S'interrompe qui – concluse in tono di scusa. – È a questo punto che ho strappato la pagina, e non sono certo del significato di quell'ultima frase.
– Probabilmente significa che a quel punto devi improvvisare tu stesso – suggerì Miles, riaprendo gli occhi. Dunque era quella la materia grezza su cui stava edificando… doveva ammettere che quell'ultima frase in particolare lo aveva colpito, generandogli un senso di gelo nello stomaco. Ma non importava, doveva andare avanti. – Ecco, Oliver, è questo che ti sto offrendo, la sola speranza per cui valga la pena di respirare: la salvezza stessa.
– La cosa mi solleva parecchio – sogghignò Oliver.
– «Sollevarvi» è esattamente ciò che intendo fare con tutti voi. Devi capire, Oliver, che io sono un fondamentalista e interpreto le scritture molto alla lettera.
Oliver aprì la bocca per replicare, poi la richiuse con un suono secco: adesso Miles aveva tutta la sua attenzione.
Finalmente stiamo comunicando sospirò fra sé. Abbiamo stabilito il contatto.
– Ci vorrebbe un miracolo per sollevare tutto questo posto – osservò infine Oliver.
– La mia non è la teologia degli eletti e intendo invece predicare alle masse, perfino ai peccatori – dichiarò Miles, che stava cominciando ed entrare nella parte. – Il cielo è per tutti. I miracoli, però, per loro stessa natura devono giungere dall'esterno, non li portiamo in una tasca…
– Tu di certo non lo fai – convenne Oliver, squadrando la sua nudità.
– … possiamo soltanto pregare e prepararci per un mondo migliore. I miracoli giungono però soltanto per chi è preparato ad essi. Tu sei preparato, Oliver? – concluse Miles, con voce vibrante di energia, protendendosi in avanti.
– Mer… – cominciò il commando, poi s'interruppe e, stranamente, guardò verso Suegar come per avere una conferma, chiedendo: – Questo tizio fa sul serio?
– Lui crede di fingere – dichiarò Suegar, in tono blando, – ma non è così. È l'Uno, non ci sono dubbi.
Il senso di gelo tornò ad assalire il ventre di Miles… avere a che fare con Suegar era come tirare di spada in una stanza piena di specchi: anche se reale, il tuo bersaglio non era mai esattamente dove sembrava che fosse.
Oliver trasse un profondo respiro mentre speranza e timore, convinzione e dubbio si mescolavano sul suo volto.
– Come saremo salvati, reverendo? – domandò.
– Ah… chiamami Fratello Miles, credo che sia sufficiente. Dimmi, quanti convertiti mi potresti fornire sulla base della tua sola ed esclusiva autorità?
– Lascia soltanto che vedano quella luce e la seguiranno dovunque – rispose Oliver, che ora appariva estremamente pensoso.
– Bene… bene… senza dubbio la salvezza è per tutti, ma ci potrebbero essere certi temporanei vantaggi pratici nel mantenere una casta sacerdotale. Voglio dire, siano benedetti coloro che non vedono e che tuttavia credono.
– È vero – convenne Oliver, – ma se poi la tua religione mancasse di fornire il promesso miracolo, di certo si avrebbe un sacrificio umano.
– Ah… non ne dubito – assentì Miles, deglutendo a fatica. – Sei un uomo dalla perspicacia acuta.
– Non si tratta di perspicacia ma di una personale garanzia – lo corresse Oliver.
– Sì, certo… ma ora torniamo alla mia domanda: quanti seguaci puoi raccogliere? Adesso sto parlando di corpi, non di anime.
– Forse venti – rispose Oliver, ancora cauto, accigliandosi.
– Fra loro c'è qualcuno che ne può portare degli altri? Potete diramarvi in modo da agganciarne di più?
– Forse.
– Allora nomina quegli uomini tuoi caporali. Credo che a questo punto faremo meglio ad ignorare qualsiasi grado detenuto in precedenza. Lo chiameremo… l'Esercito dei Rinati. Anzi, l'Esercito Riformatore, perché suona meglio e perché saremo tutti riformati: come il bruco nella sua crisalide, il corpo si è disintegrato in una brutta larva verde, ma noi rimodelleremo la sua forma fino ad ottenere la farfalla.
– E quale riforma hai in mente, per l'esattezza? – volle sapere Oliver, sbuffando ancora.