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– Soltanto una, credo. Il cibo.

– Sei certo che tutto questo non sia soltanto un imbroglio per procurarti del cibo senza fatica? – chiese Oliver, fissandolo con incredulità.

– Comincio ad avere fame, è vero – ammise Miles, rifiutando di ricorrere a qualsiasi battuta dato che esse non avevano nessun effetto su Oliver, – ma lo stesso vale per molta altra gente, ed entro domani verranno tutti a mangiare dalla nostra mano.

– Quando vuoi che abbia pronti questi venti uomini?

– Entro la prossima distribuzione di cibo – rispose Miles. Bene, era riuscito a sorprenderlo.

– Così presto?

– Oliver, devi capire che la convinzione di avere a disposizione tutto il tempo del mondo è soltanto un'illusione generata di proposito da questo posto e a cui devi resistere.

– Tu hai di certo premura.

– E allora? Hai forse un appuntamento dal dentista? Credo di no. Inoltre io ho una massa che è soltanto la metà della tua, quindi mi devo muovere due volte più in fretta soltanto per mantenere l'accelerazione acquisita. Venti, più chiunque altro riuscirai a raccogliere, entro la prossima distribuzione di cibo.

– E cosa diavolo pensi di riuscire a fare con venti uomini?

– Prenderemo possesso del mucchio di barre.

– Non con venti uomini appena – dichiarò Oliver, contraendo le labbra in un'espressione di disgusto, – e poi è una cosa che è già stata fatta. Ti ho detto che qui dentro abbiamo avuto una vera guerra… sarebbe un massacro.

– Dopo essercene impadroniti, lo divideremo in maniera giusta e onesta, una barra a testa, tutto controllato e verificato. Entro la prossima distribuzione del cibo tutti coloro che finora si sono trovati a corto di razioni verranno a noi e allora saremo nella posizione giusta per fronteggiare i casi più duri.

– Sei pazzo: non puoi farlo, non con venti uomini.

– Ti ho forse detto che ne avremmo avuti soltanto venti? Suegar, l'ho detto?

Suegar, che stava ascoltando in atteggiamento rapito, scosse il capo.

– Bene, io comunque non esporrò il mio collo a meno che tu riesca a esibire rinforzi visibili – affermò Oliver. – Questa faccenda ci potrebbe costare la vita.

– Posso farlo – promise impulsivamente Miles… si doveva pur cominciare a salire da qualche punto, e le sue staffe immaginarie sarebbero andate benissimo. – Entro la distribuzione del cibo ti procurerò 500 effettivi votati tutti alla sacra causa.

– Fallo, ed io percorrerò tutto il perimetro del campo nudo e camminando sulle mani – ribatté Oliver.

– Potrei accettare la scommessa, sergente – sogghignò Miles, alzandosi. – Almeno venti uomini entro la distribuzione del cibo. Andiamo, Suegar.

Oliver li salutò con un cenno irritato mentre si ritiravano in buon ordine; quando si guardò indietro da sopra una spalla, però, Miles vide che il sergente si era alzato in piedi e si stava dirigendo verso un gruppo di stuoie occupate non lontano dal suo, rivolgendo al tempo stesso un gesto di saluto a qualcuno che conosceva.

– Allora, dove troviamo 500 effettivi prima della prossima distribuzione del cibo? – domandò Suegar. – Forse è meglio che ti avverta che Oliver era il soggetto migliore che avevo a disposizione. Il prossimo sarà inevitabilmente un osso più duro da rodere.

– Come? La tua fede vacilla tanto presto? – ribatté Miles.

– Io ho fede… è solo che non vedo, ma forse questa è una benedizione.

– La tua domanda mi sorprende, perché credevo che fosse una cosa ovvia. Gli effettivi li troveremo là – spiegò Miles, indicando il territorio del gruppo delle donne che si estendeva dall'altra parte del campo.

– Oh – esclamò Suegar, arrestandosi di colpo. – Oh oh… io non credo, Miles.

– Sì. Andiamo.

– Non riuscirai ad entrare là dentro a meno di sottoporti ad un'operazione per cambiare sesso.

– Non mi dire che, illuminato da Dio come sei, non hai mai tentato di predicare anche a loro le tue scritture.

– Ci ho provato e sono stato picchiato. Dopo di allora ho tentato altrove.

Miles si arrestò e indugiò a studiare il compagno con le labbra contratte in una smorfia pensosa.

– Non lo hai fatto a causa della sconfitta perché altrimenti non avresti tenuto duro tanto a lungo da incontrare me. No… è stata la vergogna a stroncare la tua abituale pertinacia? Hai qualcosa da dimenticare per quanto concerne le donne?

– Non personalmente – replicò Suegar, scuotendo il capo, – tranne forse un peccato di omissione: semplicemente non ho avuto il cuore di seccarle ulteriormente.

– Tutto questo posto soffre a causa di peccati di omissione – commentò Miles, sollevato che Suegar non fosse risultato essere un violentatore confesso, e lasciò vagare lo sguardo sulla scena circostante, cercando di dedurre il suo svolgersi abituale dagli scarsi indizi forniti dalla posizione, dai raggruppamenti e dalle attività. – Sì, la pressione dei predatori produce un comportamento da branco, e considerato il livello di frammentazione sociale a cui si è giunti qui la pressione dei predatori deve essere davvero elevata per mantenere unito un gruppo di quelle dimensioni. Da quando sono arrivato non ho però assistito a nessun incidente…

– Sono cose che vanno e vengono – spiegò Suegar, – come le fasi della luna o qualcosa del genere.

Già, certo… le fasi della luna. Miles levò in cuor suo una preghiera di ringraziamento a qualsiasi divinità lo stesse ascoltando per il fatto che i Cetagandani sembravano aver impiantato un antiovulante standard in tutte le loro prigioniere insieme alle altre immunizzazioni e benedisse l'ignoto individuo che aveva inserito quella clausola nelle regole della Commissione di Giustizia Intergalattica, costringendo i Cetagandani a ricorrere a forme più sottili di tortura. E tuttavia, il verificarsi di gravidanze e la presenza di neonati e di bambini fra i prigionieri sarebbe stato un altro fattore destabilizzante o non avrebbe invece costituito un elemento stabilizzante più forte di tutti i precedenti vincoli di lealtà che i Cetagandani sembravano aver distrutto con successo?

In ogni caso, da un punto di vista puramente logistico lui fu felice che l'interrogativo fosse soltanto teorico.

– Bene… – mormorò, traendo un profondo respiro e calcandosi sugli occhi un cappello immaginario con un'angolazione aggressiva. – Sono nuovo di qui e quindi per il momento non ho nulla di cui vergognarmi. Che sia chi è senza peccato a lanciare il primo richiamo. Inoltre, in questo genere di trattative ho a mio vantaggio il fatto che è evidente che non costituisco una minaccia.

E s'incamminò con passo deciso.

– Io ti aspetterò qui – gli gridò dietro Suegar, accoccolandosi a terra là dove si trovava.

Miles calcolò la rapidità della sua avanzata in modo tale da intercettare una pattuglia di sei donne che stava marciando lungo il perimetro del campo del gruppo, e si piazzò davanti a loro, togliendosi con un ampio gesto il suo cappello immaginario e tenendolo strategicamente davanti a sé:

– Buongiorno, signore. Permettetemi di scusarmi per il mio com…

La sua frase di esordio fu bruscamente interrotta da una manciata di terra che gli riempì la bocca quando le sue gambe vennero spinte all'indietro e le spalle in avanti dalle quattro donne che si erano disposte intorno a lui e che lo avevano gettato con precisione al suolo. Non era ancora neppure riuscito a sputare la terra di bocca che si sentì sollevare vertiginosamente da mani che gli serravano le braccia e le gambe. Delle voci contarono borbottando fino a tre e lui si trovò a descrivere un breve arco nell'aria, andando ad atterrare in un mucchio scomposto non lontano da Suegar, mentre la pattuglia riprendeva il cammino senza pronunciare una sola parola.

– Vedi cosa intendevo dire? – domandò Suegar.