– Bel…
– Ho pensato che una volta che ti avessi liberato avremmo escogitato qualcosa insieme -!o interruppe Thorne, scrollando le spalle, – ma giuro che non avrei mai immaginato che avrebbe offerto Nicol a Ryoval.
Giù nella lunga vallata era possibile vedere un punto che si muoveva lungo ii sottile bagliore di una monorotaia: gli ingegneri biologici, i tecnici, i venditori, gli impiegati e i cuochi della mensa sarebbero arrivati presto. Nel sollevare lo sguardo sul grande edificio bianco, Miles cercò d'immaginare la scena che si sarebbe verificata nel laboratorio del terzo piano quando le guardie avrebbero disattivato l'allarme per permettere ai tecnici di iniziare il lavoro, e gii parve di vedere il primo di essi oltrepassare la porta e arricciare il naso, chiedendo in tono lamentoso quale fosse la causa di quell'odore spaventoso.
– Il «tecnico medico Vaughn» si è già presentato a bordo dell'Ariel? – chiese.
– Meno di un'ora fa.
– Già, bene… a quanto pare non avremo bisogno di uccidere il suo grasso vitello, dopo tutto. Farà parte dello scambio – dichiarò Miles, accennando con il capo in direzione di Taura.
– Quella cosa viene con noi? – domandò Bel, abbassando ulteriormente il tono di voce.
– Farai meglio a crederci. Vaughn non ci ha detto tutto… a voler minimizzare. Comunque ti spiegherò ogni cosa più tardi – replicò Miles, mentre i due capi delle guardie concludevano i loro controlli e Moglia si dirigeva verso di lui, roteando spavaldamente il manganello. – Intanto, voglio avvertirti che questa non è una situazione di stallo ma una situazione disperata. Nicol, quanto a te, voglio che sappia che i Dendarii non concedono rimborsi.
Nicol lo fissò con espressione sconcertata mentre Bel sgranò gli occhi nel controllare le probabilità… e dalla sua espressione Miles capì che aveva calcolato che fossero tredici contro tre a loro sfavore.
– Davvero? – si limitò però a rispondere, con voce un po' rauca, mentre un segnale appena percettibile della mano abbandonata lungo il fianco serviva a mettere sul chi vive il soldato che lo accompagnava.
– Sì, è davvero disperata – ripeté Miles, poi trasse un profondo respiro e gridò: – Adesso, Taura! attacca!
Nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole si scagliò contro Moglia, non tanto perché si aspettasse di riuscire a sottrargli il manganello quanto per porre il corpo del capo della sicurezza fra il proprio e la canna dei distruttori neuronici branditi dalle guardie.
Il soldato dendarii, che aveva prestato attenzione a tutti i particolari dell'evolversi della situazione, si affrettò ad abbattere uno degli uomini dotati di distruttore con la prima scarica del suo paralizzatore e subito rotolò lontano dal fuoco aperto per reazione dalla seconda guardia. Bel si affrettò a colpire anche quella, balzando poi di lato, mentre due guardie vestite di rosso che stavano puntando il paralizzatore contro di lui venivano bruscamente afferrate per il collo e sollevate da terra; con metodo assai poco scientifico ma con una notevole energia Taura sbatté la testa di uno dei due contro quella dell'altro ed entrambe le guardie si accasciarono sulle mani e sulle ginocchia, annaspando alla cieca per ritrovare le armi che erano loro sfuggite di mano.
Non sapendo con esattezza contro chi fare fuoco gli uomini di Fell esitarono fino a quando Nicol scattò all'improvviso verso l'alto sulla poltrona antigravitazionale per poi ridiscendere sulla testa della sua guardia, la cui attenzione era stata distratta dallo scontro in atto. L'uomo crollò come un bue sotto una mazzata e subito Nicol manovrò lateralmente la poltrona in modo da sottrarsi al fuoco del paralizzatore di un'altra guardia di Fell per risalire subito dopo verso l'alto. Nel frattempo Taura afferrò una guardia dalla divisa rossa e la scagliò contro una vestita di verde, facendo cadere entrambi gli uomini in un groviglio di gambe e di braccia, mentre il soldato dendarii impegnava un corpo a corpo con un'altra guardia in divisa verde per usarla come schermo dal fuoco dei paralizzatori; il capitano del contingente di Fell rifiutò però di lasciarsi bloccare da quella manovra e stordì spietatamente entrambi… una tattica valida considerato che il vantaggio numerico era dalla sua parte.
La mischia era così intensa che i colori delle divise parevano vorticare davanti agli occhi di Miles. Identificando in Taura la maggiore minaccia il capitano degli uomini di Fell la prese di mira, ma in quel momento venne a sua volta abbattuto dal paralizzatore di Bel Thorne, proprio mentre Nicol mandava la sua poltrona a sbattere contro l'ultima guardia in divisa verde ancora in piedi.
– L'aerocarro! – gridò Miles, con voce rauca. – Andate all'aerocarro!
Bel gli scoccò un'occhiata disperata e spiccò la corsa in direzione del mezzo; alle sue spalle, Miles continuò a lottare con l'agilità di un'anguilla fino a quando Moglia gli afferrò una caviglia con una mano ed estrasse con l'altra un coltello affilato e sottile, premendoglielo contro il collo.
– Fermo! – ingiunse il capo della sicurezza di Ryoval. – Così va meglio…
Il profondo silenzio sceso immediatamente sulla scena gli fece capire di aver improvvisamente trasformato un disastro in una vittoria.
– State tutti fermi! – aggiunse.
Bel s'immobilizzò con la mano sulla maniglia dell'aerocarro, poco lontano da un paio di uomini che si contorcevano gemendo sul tarmac.
– Adesso – proseguì Moglia, – allontanatevi da… ouch!
– Lascia cadere il coltello – gli sussurrò all'orecchio Taura, la cui voce era adesso un ringhio sommesso, – se non vuoi che ti squarci la gola a mani nude.
Con uno sforzo Miles si costrinse a spostare lo sguardo di lato nel tentativo di vedere al di là della propria testa immobilizzata, sentendo la lama affilata che gli vibrava contro la pelle.
– Posso ucciderlo prima che tu lo faccia – gracchiò Moglia.
– Il piccolo uomo è mio – ribatté Taura, – sei stato tu stesso a darmelo. Lui è tornato indietro per me. Feriscilo anche soltanto in maniera lieve ed io ti strapperò la testa per poi bere il tuo sangue.
Miles sentì il peso di Moglia che gli si toglieva di dosso quando il capo della sicurezza venne issato in piedi e subito si alzò a sua volta di scatto, barcollando. Taura stava tenendo Moglia per il collo, con gli artigli che affondavano nella carne.
– Desidero ancora strappargli la testa – ringhiò in tono petulante, con il ricordo degli abusi sofferti che le brillava nello sguardo.
– Lascialo andare – annaspò Miles. – Fra poche ore subirà una vendetta più artistica di qualsiasi cosa noi potremmo escogitare… credimi.
Bel tornò indietro di corsa per stordire il capo della sicurezza da una distanza alla quale non avrebbe corso il rischio di colpire con il paralizzatore anche Taura che lo stava tenendo a distanza da sé come se fosse stato un gatto bagnato, poi Miles chiese a Taura di caricarsi in spalla il soldato dendarii privo di sensi mentre lui raggiungeva di corsa le porte posteriori dell'aerocarro e le apriva per Nicol, che spinse la sua poltrona antigravitazionale all'interno del veicolo. Anche gli altri si ammassarono sull'aerocarro e chiusero le porte, poi Bel azionò i comandi e il veicolo saettò nell'aria, nello stesso momento in cui una sirena prendeva ad echeggiare da qualche parte nel complesso biologico di Ryoval.
– Un comunicatore da polso, un comunicatore da polso – balbettò Miles, sottraendo l'oggetto in questione al soldato svenuto. – Bel, dov'è parcheggiata la nostra navetta?
– Siamo scesi in un piccolo astroporto commerciale appena fuori della città di Ryoval, a circa quaranta chilometri da qui.
– È rimasto qualcuno a bordo?
– Anderson e Nout.
– Qual è il numero del loro canale di comunicazione codificato?
– Ventitré.
Miles prese posto sul sedile accanto a quello di Bel e attivò il canale; ci volle una piccola eternità prima che il Sergente Anderson rispondesse… qualcosa come trenta o quaranta secondi durante i quali l'aerocarro continuò a volare alla massima velocità al di sopra delle cime degli alberi e della cresta dell'altura più vicina.