In una situazione del genere i paralizzatori manuali di cui erano dotati i Dendarii non erano di nessuna utilità, quindi Miles tornò sul retro dell'aerocarro per cercare uno scomparto per i bagagli, una rastrelliera per le armi, qualsiasi cosa… di certo gli uomini di Fell non facevano affidamento soltanto sulla spaventosa reputazione della loro Casa come forma di protezione.
I sedili imbottiti lungo i due lati dello scomparto di carico su cui presumibilmente si erano seduti gli uomini della squadra di Fell, si sollevavano per rivelare un vano bagagli sotto ciascuno di essi: il primo era vuoto, il secondo conteneva effetti personali… Miles indugiò per una frazione di secondo a contemplare l'eventualità di strangolare un avversario con i pantaloni del pigiama di qualcuno o di occludere le prese d'aria di un'aeromobile con la biancheria intima di qualcun altro… e il terzo era anch'esso vuoto. Il quarto era chiuso a chiave.
L'aerocarro ondeggiò sotto un'altra scarica e parte del tetto venne staccata dal vento di corsa mentre il veicolo precipitava verso il basso. Miles si aggrappò a Taura e sentì lo stomaco che sembrava fluttuargli verso l'alto quando come tutti gli altri si venne a trovare appiattito contro il pavimento dell'aerocarro mentre Bel cercava di frenare. Il veicolo fu scosso da un tremito, sussultò, e tutti i suoi occupanti… Miles, Taura, il soldato svenuto, Nicol sulla sua poltrona… furono scagliati in avanti in un groviglio allorché esso si arrestò davanti ad un cespuglio congelato.
Con il volto rigato di sangue Bel venne a raggiungerli.
– Fuori, Fuori! – urlò.
Miles si protese verso la nuova apertura che si era creata nel tetto ma subito ritrasse la mano di scatto nel venire a contatto con il metallo e la plastica fusi e ancora roventi. Alzandosi in piedi, Taura protese allora la testa fuori del buco, poi tornò ad accoccolarsi e spinse Miles all'esterno, dove lui sgusciò al suolo e si guardò intorno. Si trovavano in una valle disabitata e coperta di vegetazione originaria del pianeta, cinta da rocciose e brulle alture, e le due aeromobili inseguitrici stavano volando verso di loro con andatura più lenta… per catturarli oppure per prendere meglio la mira?
In quel momento la navetta da combattimento dell'Ariel oltrepassò ruggendo il costone e scese nella valle come la mano vendicatrice di Dio: al suo confronto le aeromobili inseguitrici apparivano molto più piccole. Una di esse virò e fuggì, mentre la seconda venne schiantata al suolo non da una scarica al plasma ma da un rapido colpo assestato con un raggio traente. Subito dopo la navetta venne a posarsi accanto all'aerocarro distrutto con un assordante crepitio di cespugli spezzati e la sua rampa di accesso si abbassò e si protese come una sorta di soave e di soddisfatto gesto di saluto.
– Esibizionista – borbottò Miles, poi si passò sulla spalla un braccio dello stordito Thorne e si avviò con gratitudine verso i soccorritori, seguito da Taura che trasportava il soldato svenuto e da Nicol che stava lottando per costringere la malconcia poltrona a librarsi nell'aria per quella breve distanza.
Sottili rumori di protesta emanarono dalla nave tutt'intorno a Miles mentre lui imboccava il corridoio che partiva dal portello d'attracco della navetta, e lo stomaco gli si contrasse a causa della gravità artificiale che non era perfettamente sincronizzata con i motori in sovraccarico. La nave stava già lasciando l'orbita e Miles voleva arrivare il più presto possibile alla Sezione Navigazione e Comunicazioni, anche se finora tutto lasciava supporre che Murka stesse portando avanti ogni cosa con estrema competenza; alle sue spalle Anderson e Nout portarono a bordo il soldato svenuto che stava ora riprendendo i sensi fra sommessi gemiti e lo consegnarono ad un tecnico medico in attesa con una barella antigravitazionale, mentre Thorne… che si era fatto temporaneamente medicare il taglio alla fronte con una plastibenda… avvertiva Nicol di accodarsi al tecnico medico con la sua danneggiata poltrona antigravitazionale e si allontanava subito alla volta della Navigazione e Comunicazioni. Nel girarsi per imitarlo, Miles si venne a trovare faccia a faccia con l'ultimo uomo che avrebbe voluto vedere in quel momento, il Dottor Canaba che lo stava aspettando poco lontano nel corridoio con il volto abbronzato carico di tensione.
– Lei – lo apostrofò Miles, con voce incupita a tal punto dall'ira che il genetista mosse involontariamente un passo indietro. Miles era così furibondo che gli sarebbe piaciuto poter bloccare Canaba contro la parete tenendolo per il collo, ma dal momento che era troppo basso per poterlo fare si accontentò di inchiodarlo invece con uno sguardo, accantonando con rincrescimento l'idea di chiedere al soldato Nout di farlo al suo posto. – Dannato doppiogiochista figlio di buona donna dal sangue gelido… mi ha mandato ad assassinare una ragazza di sedici anni!
– Lei non capisce… – cominciò Canaba, sollevando una mano in un gesto di protesta.
In quel momento Taura oltrepassò il portello della navetta e i suoi occhi dorati si sgranarono in un'espressione di sorpresa inferiore per intensità soltanto a quella dello stesso Canaba.
– Dottor Canaba! Cosa ci fa qui?
– Lei non si muova – ingiunse con durezza Miles, rivolto al genetista, poi controllò la propria ira e si girò verso il pilota della navetta. – Laureen?
– Sì, signore?
Prendendo Taura per mano, Miles la guidò verso il Sergente Anderson.
– Laureen, voglio che prenda con sé la recluta Taura e le procuri un pasto abbondante… tutto quello che riuscirà a mangiare, e intendo alla lettera. Poi le faccia fare un bagno, le trovi un'uniforme e l'aiuti ad orientarsi a bordo.
– Er… sì, signore – rispose il sergente, adocchiando con aria guardinga la sagoma torreggiante di Taura.
– Ha passato dei momenti dannatamente brutti – si sentì obbligato a spiegare Miles, quindi fece una pausa e concluse: – Badi di farci fare bella figura. È importante.
– Sì, signore – ripeté Anderson, impassibile, e si allontanò seguita da Taura, che lanciò da sopra la spalla un'occhiata incerta in direzione di Miles e di Canaba.
Miles si massaggiò il mento ispido per la barba lunga, consapevole della sporcizia che gli macchiava gli abiti e della stanchezza indotta dal timore che gli stava tendendo al massimo i nervi, e infine si girò nuovamente verso lo sconvolto genetista.
– D'accordo, dottore – ringhiò, – mi faccia capire, e si sforzi più che può per riuscirci.
– Non potevo lasciarla nelle mani di Ryoval! – esclamò Canaba, in tono agitato. – Non potevo permettere che diventasse una vittima o ancor peggio un'agente delle… delle sue depravazioni commercializzate…
– Non ha neppure pensato di chiederci di salvarla?
– Ma perché avreste dovuto? – obiettò Canaba, confuso. – Non rientrava nel vostro contratto… e voi siete mercenari…
– Dottore, lei ha vissuto sul Gruppo Jackson per un tempo dannatamente troppo lungo.
– È una cosa che sapevo, all'epoca in cui vomitavo ogni mattina prima di andare a lavorare… ma lei ancora non capisce, ammiraglio – replicò Canaba, ergendosi sulla persona con asciutta dignità e lanciando un'occhiata lungo il corridoio nella direzione in cui si era allontanata Taura. – Non la potevo lasciare nelle mani di Ryoval ma al tempo stesso non la posso portare su Barrayar. Là uccidono i mutanti!
– Ecco… – precisò Miles, indotto suo malgrado ad una pausa di riflessione, – adesso stanno cercando di eliminare quegli antichi pregiudizi, o almeno questo è quanto mi è stato dato di capire. Comunque lei ha ragione: Barrayar non è il posto adatto per Taura.
– Quando lei è arrivato speravo di non essere costretto a chiederle di ucciderla, di riuscire a farlo da solo anche se non era un compito facile, perché ormai la conosco da… troppo tempo. Lasciarla laggiù in quelle condizioni sarebbe però stata la condanna più ignobile…
– Su questo ha ragione, comunque adesso ne siete fuori entrambi. – Sempre che riusciamo a mantenervi tali, aggiunse mentalmente fra sé, frenetico per l'impazienza di raggiungere la Sezione Navigazione e Comunicazioni per scoprire cosa stava succedendo. Ryoval aveva già scatenato il suo inseguimento? E Fell? La stazione spaziale che sorvegliava l'uscita del lontano corridoio di distorsione avrebbe ricevuto l'ordine di bloccare la loro fuga?