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«Ci immergeremo in quell’acqua, la dragheremo,» disse Pennington.

Fleming gli lanciò uno sguardo in qualche modo compassionevole. «Certo che lo farà,» disse, «i suoi capi reclameranno la loro parte di carne; annegata, se non possono averla viva.»

Pennington chiamò un marine. «Riporti il professor Fleming a terra. Lo consegni al maggiore Quadring. Riferisca al maggiore che noi restiamo qui per poter continuare le ricerche sull’isola.»

La linea diretta tra Thorness e il Ministero della Scienza, a Whitehall, era sempre rimasta occupata, da quando la notizia del disastro accaduto al calcolatore era stata trasmessa all’ufficiale di turno, subito dopo mezzanotte.

Il ministro stesso era arrivato in ufficio ad un’ora incredibile: le nove di mattina. Era entrato da una porta laterale, per scongiurare l’eventualità che qualche zelante reporter pensasse ad una crisi di governo. Con notevole irritazione, aveva trovato il suo segretario privato e personale, Brian Fothergill, già sul posto, con il suo solito aspetto calmo ed elegante.

«Buon giorno, signor ministro,» aveva detto affabilmente, «una mattina orribile, le strade sono completamente coperte di ghiaccio.»

«Al diavolo le strade ghiacciate,» lo rimbeccò petulante il ministro; «quello che voglio è qualche informazione su questo affare di Thorness. La Difesa mi ha svegliato alle cinque. Ho aspettato un’ora per non disturbare il Primo ministro. L’ha presa male, molto male. Sta cercando di combinare una riunione di Gabinetto per le undici. Dobbiamo fargli trovare del materiale utile, Fothergill; se non addirittura una soluzione. Scommetto che siamo ancora in una nebbia più fitta di quella che copre quel maledetto posto delle Highlands.»

Fothergill depose delicatamente sulla scrivania del ministro un grande foglio, ordinatamente riempito a macchina.

«Non del tutto, signore,» mormorò, «come potrà dedurre da questo compendio della situazione. Si tratta soltanto di poche notizie preliminari, naturalmente, tutte quelle che ho potuto collezionare nei» — dette un’occhiata al proprio orologio da polso, sottile come un’ostia — «settantacinque minuti che sono trascorsi da quando ho dato inizio all’inchiesta.»

«Per l’amor di Dio,» scoppiò il ministro, «la pianti con questo gergo disgustoso. Quello che intende dirmi è che ha seccato tutti quanti per trovare qualcosa da mettere giù. Sono sicuro che avrà tirato giù dal letto l’intera baracca.»

Il ministro scorse rapidamente tutto il rapporto. «Bene bene,» disse, accennando con il capo; «per quanto può andare avanti. Il che, in realtà, vuol dire: male male. Non che sia colpa sua, Brian,» aggiunse in fretta. «Mi devo invece congratulare per l’energia con la quale ha superato ogni ostacolo. Ci sono fatti di un certo interesse.»

Rilesse il rapporto.

«Il calcolatore è andato. La ragazza è andata. Le equazioni di Andromeda, registrate per mesi al radiotelescopio di Bouldershaw Fell, sono andate. Qualcuno a nome Fleming, che io ricordo come un tipo venuto su dal nulla, poco pulito e dotato di un’alta opinione di sé, è andato anche lui. Quando lo incontrai, ebbi l’impressione che bevesse troppo. Il che probabilmente significa che andava pure a donne. Ho il sospetto che sotto questo disastro si nasconda il solito grossolano fatto sessuale. Comunque, questo è un affare che riguarda il controspionaggio ed i suoi confratelli di Scotland Yard. Lo devono trovare loro. Più interessante mi sembra questa nota sul nostro collega Osborne, che ha visitato ieri sera Thorness.»

Il ministro alzò gli occhi e dette una vaga occhiata a Fothergill. «Dov’è Osborne? Suppongo che sia sparito anche lui.»

Fothergill si permise un attimo di esitazione, prima di rispondere: «No, signore, l’ho rintracciato. Ha preso il treno-letto che è arrivato a Euston un’ora fa. Mi sono preso la libertà di richiedere la sua presenza immediata qui, a suo nome.»

«Molto bene. E io lo infilerò nella faccenda fino al collo. Questi funzionari di stato con posti inamovibili non si ritengono responsabili verso nessuno.» Il ministro si schiarì la gola. Si era reso conto di stare infrangendo una convenzione nel criticare apertamente, davanti a un inferiore, il sottosegretario permanente del Dipartimento.

«Per il momento è tutto, Fothergill. Faccia entrare Osborne appena arriva. E non mi faccia fare tardi a quella riunione delle undici. Avrò bisogno di lei alle dieci e mezzo per il mio memorandum.»

Fothergill scomparve senza rumore.

Il ministro ebbe il tempo di accertare qualche altro fatto, prima che Osborne fosse annunciato. Come persona avente una certa anzianità nel servizio civile, il sottosegretario era stato autorizzato, e perfino incoraggiato, a tenersi in contatto personale con il progetto Thorness. Ma perché questa visita, proprio il giorno prima? E perché, come mostrava il registro di entrata del posto di guardia di Thorness, egli vi aveva introdotto un altro visitatore, senza segnarne il nome?

Il solo pensiero di uno scandalo di spionaggio che potesse colpire direttamente il ministro della Scienza stesso, portò il suo furore al massimo grado, proprio nel momento in cui Osborne entrava, immediatamente dopo aver bussato.

Il ministro lo guardò fremente. «Chi è quel tipo che hai portato a Thorness con te?» domandò senza preamboli.

«Un assistente,» rispose secco Osborne.

Il ministro era deciso a mantenersi calmo, fino a che lo avesse potuto. «Perché lo hai portato con te?» interrogò. «Come mai ti serviva un assistente per questa visita notturna?»

Osborne sembrò aver scoperto qualcosa di straordinario interesse sulla scrivania del ministro. «È essenziale, per lui, vedere la situazione dall’interno,» mormorò.

Il ministro si alzò dalla sedia ed andò verso la finestra. Non era a suo agio di fronte alla calma di quell’uomo, e sapeva che non vi sarebbero state molte speranze di arrivare alla verità, se non fosse riuscito ad infrangere la sua flemma. Al momento, l’unica persona che rischiava di perdere il controllo era lui stesso.

«Non ha lasciato lì una bomba, spero.»

Sapeva che quello non era il modo giusto per entrare in argomento. Per quanto eticamente scorretti potessero essere i punti di vista di Osborne, non era tipo da usare la violenza. «Va bene, va bene, naturalmente non lo ha fatto,» riprese frettolosamente. «Ma tu sai quello che significa tutto ciò, non è vero?»

Lasciò la finestra e affrontò Osborne. «Abbiamo perso il capitale nazionale; tutto. Il calcolatore è andato. La ragazza è andata. Persino il messaggio originale che il radiotelescopio di Bouldershaw aveva raccolto è andato. Non c’è alcuna speranza di poter ricominciare. Dopo essere stati una potenza di prima grandezza, in grado di crearsi delle difese inattaccabili, oltre a tutto il potenziale necessario per una supremazia industriale, ora siamo regrediti fino a diventare una potenza di second’ordine — in realtà, di terz’ordine.»

Osborne levò lo sguardo dalla scrivania, e guardò quietamente il suo inquisitore. Il suo silenzio infuriò ancora di più il ministro.

«Una sola volta, in un milione di anni, se non probabilmente, anche più,» osservò, «un pianeta riceve un regalo di Natale da un altro pianeta. E cosa combina qualche maledetto pazzo? Va e gli dà fuoco.»

Di nuovo, andò verso la finestra e guardò giù, verso il traffico della Whitehall.

«È stato un pazzo?»

Il commento di Osborne non fu altro che una domanda mormorata.

«Torneremo agli aiuti americani in capo ad un anno,» ribatté il ministro.

«L’America, almeno, è un padrone che riusciamo a capire,» suggerì Osborne. «Queste informazioni di Andromeda abbiamo dovuto accettarle per la loro apparenza superficiale. I risultati sembravano splendidi. Ma chi aveva capito di cosa si trattava? Da qualche punto di quella spiraliforme nebulosa morente e già mezzo morta di Andromeda giunge un messaggio abbreviato che non ha senso per nessuno, se non per un calcolatore — e per una ragazza-fenomeno; e, forse, per un vero scienziato umano.»