Выбрать главу

La Dawnay bevve lentamente il resto del suo caffè. «John,» disse pensosamente, «è tutto molto strano.»

«Strano? Cosa c’è di strano? La Gamboul sta soltanto facendo quello che è costretta a fare. Fa parte del programma.»

Ella scosse il capo impaziente. «Non parlo dei fatti politici. Parlo del vento. Normalmente non soffia così; non almeno in questo periodo dell’anno.»

«No?» disse lui con aria assente, «un bel ricordo di Thorness. Il tempo era infernale, quando André ed io ci nascondevamo su quell’isola.»

«Sì, le condizioni erano anormali anche lassù,» disse la Dawnay. «Credo che andrò a fare un lavoro in laboratorio.» Prese un’espressione preoccupata, come se stesse già lavorando. «Avrei voluto avere quei campioni che avevo chiesto dalla costa.»

«Sei fortunata ad aver qualcosa da fare,» disse Fleming. «Quanto a me, non sono affatto ansioso di andare a rapporto come un servo obbediente da quel dittatore elettronico.» Guardò Abu. «Ma sarebbe meglio che qualcuno stesse laggiù, Abu. Ci vada e aspetti lì intorno qualche istruzione. Non dubito che la Gamboul manderà presto il suo segugio teutonico con degli ordini.»

Fleming tornò nella propria stanza. Il vento continuava a soffiare, sollevando di tanto in tanto pungenti nuvole di sabbia e cessando poi improvvisamente, come era cominciato.

Guardò il suo orologio; era presto, appena le sei e mezzo. Accese la radio, e cercò la stazione della B.B.C, per il Medio Oriente. Si domandò per quanto tempo avrebbero permesso che fosse mantenuto questo legame con quelli di fuori.

La ricezione era pessima; la voce di Londra svaniva spesso ed arrivava a volte distorta in modo incomprensibile.

«…Non si hanno altre notizie della situazione in Azaran. Le frontiere rimangono chiuse e, durante la notte, la stazione governativa di Baleb ha continuato a trasmettere l’annuncio del presidente che una giunta militare è stata organizzata…»

I disturbi coprirono la lettura del bollettino per qualche minuto. Quando divenne di nuovo udibile, l’annunciatore stava dicendo: «… condizioni simili sono riferite dai bollettini di tutta l’Europa occidentale e dei paesi sul Mediterraneo. Tempeste di forza eccezionale sono state registrate perfino sulle coste orientali dell’Africa, nei pressi di Aden, e dalle stazioni meteorologiche di Iceland e Newfoundland.»

Fleming spense la radio. Trovava del tutto naturale che il clima mondiale fosse impazzito nel momento in cui il mondo stesso stava irrevocabilmente precipitando in una crisi.

8

Previsioni

Il giorno seguente, Janine Gamboul convocò Kaufmann nel suo ufficio. Al posto dei suoi soliti abiti eleganti, indossava un semplice tailleur, ma egli notò all’istante che vi era qualcos’altro di mutato in lei; aveva assunto un’aria di dedizione e, nello stesso tempo, innaturalmente esaltata.

Non alzò gli occhi dalla scrivania, quando Kaufmann entrò, ed egli si fermò rigido ed attento a qualche distanza da lei.

Quando ebbe terminato di scrivere, la Gamboul gli dette un’occhiata fredda, senza invitarlo a sedersi.

«La situazione è perfettamente tranquilla,» disse in tono che non ammetteva replica, «le consiglio di informarne il suo reparto e di mandare un rapporto di quello che è successo. Spieghi loro che abbiamo il controllo della situazione, e che continueremo così.»

«E il colonnello Salim?» domandò il tedesco diffidente, «cosa dovrò dire di lui? Godeva di una certa considerazione, nell’ufficio di Vienna.»

Janine si strinse nelle spalle. «Dica loro i fatti. Che io… che gli hanno sparato perché si era messo in mezzo. Era un piccolo nazionalista; se avesse avuto il potere, avrebbe usato il calcolatore per i suoi stupidi, piccoli scopi. Saprà spiegare questo?»

Abbandonò l’argomento, e prese il foglio di carta sul quale stava scrivendo. «Questa mattina il presidente darà udienza al Consiglio. Povero ometto. È molto meravigliato e spaventato. Ma si è reso conto di dover collaborare. È perfettamente manovrabile, specialmente da quando Salim è stato trattato a dovere. Ci assicurerà la fedeltà di tutti quei vecchioni del governo. Lei sarà presente alla riunione per rappresentare la Intel. Io ho già abbozzato qualche proposta per quello che ci riguarda.» Gli porse il documento.

Kaufmann lo prese e lo lesse attentamente. Di tanto in tanto annuiva con aria soddisfatta. «Ho sempre fatto del mio meglio,» mormorò, «potrà contare su di me per il futuro.»

«Bene,» disse lei con un gesto di congedo, «adesso vada al palazzo e dia istruzioni al segretario del presidente.»

I membri del Consiglio erano seduti intorno al banco presidenziale: una dozzina di arabi anziani dall’aria fiera, nei loro abiti tradizionali. Fedeli alla loro razza, dissimulavano l’emozione che provavano mentre il presidente, con una specie di stanca dignità, forniva loro una versione accuratamente preparata di quanto era accaduto e li assicurava che avrebbe mantenuto di persona il controllo degli avvenimenti. Il traditore Salim, rimanendo inspiegata la ragione della sua morte, sarebbe stato sepolto senza gli onori militari; tutti gli ufficiali che avevano preso parte alla rivolta erano automaticamente sospesi ed avrebbero dovuto passare la corte marziale. Le truppe e tutti i funzionari civili del governo avrebbero obbedito solamente agli editti personali del presidente. Al momento giusto si sarebbero fatte delle elezioni, ma, nell’intervallo, il Parlamento attuale non si sarebbe più riunito.

Ad un cenno del presidente, queste decisioni furono tradotte dal suo segretario in inglese, per cortesia verso Kaufmann.

Un membro del Consiglio si alzò in piedi. «E verso chi sarà responsabile il presidente?» domandò, parlando espressamente inglese e fissando Kaufmann.

«Verso se stesso,» rispose Kaufmann tagliente.

Il presidente rimase impassibile, ed il membro del Consiglio sedette, borbottando nella barba.

«Signori,» disse Kaufmann, alzandosi orgogliosamente in piedi, «il presidente, e quindi il paese, possono contare su un proseguimento di aiuti in scala crescente da parte dell’impresa commerciale che io rappresento, la Intel. Perché possiamo continuare a migliorare le condizioni dell’Azaran senza interferenze, è desiderio dei miei superiori che questa nazione non rinnovi i rapporti diplomatici con le altre nazioni.»

Le parole vennero tradotte, causando un lungo mormorio tra i membri.

«Dovrebbe dire qualcosa di più del tipo di aiuti che avete l’intenzione di fornirci,» disse il presidente a disagio.

Kaufmann era raggiante. «L’impresa sta costruendo nuovi strumenti di difesa e di grande valore tecnico. Presto potremo usare un nuovo processo, perfezionato nei nostri laboratori dell’Azaran, che cambierà il deserto in una fertile terra di coltivazione.»

Attese fino a che il segretario non ebbe tradotto, e mentre un vecchio arabo sussurrava con aria agitata all’orecchio dell’interprete.

«Lo sceicco Azi ben Ardu desidera sapere di quale processo si tratta.»

«Consiste in una vaporizzazione,» disse Kaufmann brevemente, «ve lo mostreremo tra breve.»

Il membro del Consiglio che aveva fatto la domanda a proposito della responsabilità presidenziale guardò Kaufmann. «E per il vento che è giunto fuori stagione e soffia via tutta la nostra terra, cosa possono fare i vostri laboratori?»

Kaufmann non aveva preparato una risposta per questa domanda. Guardò il presidente, in cerca di aiuto.

«Cosa possono fare?» disse il presidente mitemente. «Il vento è un servitore di Allah. Non possiamo discuterlo.»

Fleming non si era mai fatto delle illusioni sulla propria situazione, sapeva di essere virtualmente prigioniero; ma in quel primo giorno del nuovo regime ne sentì veramente il peso. Non c’era nessun lavoro che avesse voglia di fare o fosse possibile convincerlo a fare, dal momento che sapeva di cosa si trattava. Non c’era nessuno con cui parlare; persino Abu era scomparso nell’edificio degli uffici, dopo una chiamata della Gamboul. C’erano guardie in ispezione dovunque. Prima di colazione, gli avevano impedito di raggiungere l’infermeria, dove giaceva André. Tutto quello che era riuscito a fare, era stato di insistere per parlare con l’infermiera, la quale era venuta fuori e gli aveva detto che la paziente era un poco peggiorata, ma stava dormendo.