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«Inoltre la Dea ha detto che si doveva trattare di un uomo. Vero, Caz?» disse Bergon.

«Uh… Così mi ha riferito Lady Ista.»

«Secondo i Divini, quando gli Dei impartiscono le loro istruzioni agli uomini, relativamente ai loro doveri religiosi, intendono riferirsi anche alle donne», sibilò Iselle. «Non potete escludere le donne solo quando vi fa comodo, senza contare che ho vissuto sotto l’ombra della maledizione per sedici anni, senza conoscerne l’esistenza, e sono comunque sopravvissuta.»

Ma adesso il suo effetto sta peggiorando, si sta intensificando, pensò Cazaril, ai cui occhi la morte di Teidez era un segno evidente di quella evoluzione… I punti di forza e le virtù del ragazzo, per pochi che fossero, erano stati distorti in modo da causare una sventura. Iselle e Bergon avevano molti punti di forza e numerose virtù: per loro, il potenziale distruttivo della maledizione era immenso. Scrutò la giovane coppia che si stava tenendo per mano. Iselle, però, si sfregava gli occhi con le nocche della mano libera.

«Maledizione a parte, rimane il fatto che bisogna preparare subito un documento di obbedienza a Orico, in modo che dy Jironal non possa sostenere che mi sto ribellando a lui», disse poi, stringendosi con le dita la sella del naso e traendo un profondo respiro. «Se solo potessi raggiungere Orico e parlargli, so che potrei persuaderlo del fatto che questo matrimonio torna a beneficio di Chalion.»

«Orico è molto facile da persuadere», convenne Cazaril. «Il difficile è rendere… solida tale persuasione.»

«Già, e non dimentichiamo che dy Jironal si trova a Cardegoss con lui. Il mio più grande timore è che, nell’apprendere la notizia del matrimonio, lui possa in qualche modo convincere Orico a modificare ancora i termini del suo testamento.»

«Conquistate la fiducia di un numero sufficiente di Provincar di Chalion, Royesse. Soltanto così potrete contare sul loro appoggio per opporvi a eventuali clausole del genere.»

«Vorrei andare a Cardegoss», ribatté Iselle, accigliandosi. «Se davvero Orico è in punto di morte, dovrei essere accanto a lui, e io e Bergon dovremmo trovarci nella capitale per controllare l’evolversi degli eventi.»

«È una cosa difficile quanto pericolosa», obiettò Cazaril, dopo un momento di riflessione. «Non dovete mettervi nelle mani di dy Jironal.»

«Non sarebbe mia intenzione andarci da sola», ribatté Iselle, con un sorriso cupo come il riflesso della luna su una lama di coltello. «Ritengo però che dovremmo sfruttare ogni appiglio legale e ogni vantaggio tattico. Inoltre, sarebbe opportuno ricordare ai nobili di Chalion che il potere legale del Cancelliere deriva solo ed esclusivamente dal Roya.»

«Tu conosci quell’uomo meglio di me», interloquì Bergon. «Credi che dy Jironal accoglierà la notizia senza far nulla?»

«Quanto più a lungo riusciremo a farlo rimanere inattivo e meglio sarà, perché il sostegno su cui potremo contare aumenterà di giorno in giorno.»

«Avete saputo come dy Jironal ha reagito alla cosa?» chiese Cazaril.

«Non ancora», rispose Bergon.

«Tienimi informato», lo ammonì Cazaril, poi trasse un lungo respiro, appiattì davanti a sé un foglio di carta e prese una penna. «Ora veniamo alla lettera. Con quale titolo desiderate essere indicati?»

Più tardi, nell’attraversare il cortile sottostante le camere reali, recando con sé il documento firmato e sigillato, Cazaril si trovò a riflettere che la consegna di quella missiva d’importanza capitale era un problema assai delicato. Era infatti impossibile pensare di gettarla nella sacca di un corriere, perché venisse portata alla Cancelleria dello Zangre. No, era necessaria una delegazione di uomini di rango, non soltanto per dare alla lettera, a Iselle e a Bergon la giusta importanza, ma anche per garantire che essa venisse consegnata direttamente a Orico, e non a dy Jironal. Uomini degni di fiducia dovevano leggerne il testo al Roya cieco e morente, e fornire risposte meditate alle sue eventuali domande sul precipitoso matrimonio della sorella. Cazaril decise inoltre che la delegazione doveva essere composta di nobili e di Divini, e che senza dubbio lo zio di Iselle avrebbe saputo indicargli gli uomini più adatti a quel compito. Dovevano partire quella notte stessa, viaggiando il più in fretta possibile. Accelerando il passo, si mise alla ricerca di un paggio o di un servitore che potesse dirgli dove trovare dy Baocia.

Poi, sotto le arcate di accesso al cortile, incontrò Palli e lo stesso dy Baocia, che stavano sopraggiungendo in tutta fretta, entrambi abbigliati con le vesti indossate per il banchetto.

«Caz!» esclamò Palli. «Non ti ho visto a pranzo.»

«Stavo riposando. Ho… avuto una brutta nottata.»

«Eppure avrei giurato che tu eri l’unico a essere andato a letto ancora sobrio.»

«Cos’hai lì?» domandò Cazaril, ignorando quel commento.

«Notizie da Cardegoss, inviate da dy Yarrin tramite un corriere del Tempio», rispose Palli, sollevando un fascio di lettere. «Ho pensato che il Royse e la Royesse dovessero essere informati immediatamente. Pare infatti che dy Jironal abbia lasciato lo Zangre ieri mattina, ma nessuno sa dove sia diretto.»

«Aveva con sé delle truppe? No, aspetta, non voglio farti ripetere tutto. Venite con me», decise Cazaril, girando sui tacchi per dirigersi di nuovo alle camere reali.

Uno dei servitori di Iselle li fece entrare e si mise in cerca di Iselle e Bergon. Cazaril approfittò dell’attesa per mostrare a Palli e a dy Baocia la lettera per Orico, spiegandone il contenuto. Annuendo, il Provincar elencò subito alcuni nobili che, a suo parere, potevano assumere il compito di farla giungere a Cardegoss.

Di lì a poco arrivarono Bergon e Iselle, la quale si stava ancora assestando i capelli intrecciati. Alzandosi, i tre visitatori rivolsero loro un inchino, poi Bergon, insospettito dalle carte che Palli aveva in mano, li invitò a sedersi al tavolo.

Palli riferì la notizia della partenza di dy Jironal. «Ha preso con sé soltanto un piccolo contingente di cavalleria delle sue forze personali. Secondo dy Yarrin, intende percorrere solo una breve distanza, oppure viaggiare molto in fretta.»

«Che notizie ci sono di mio fratello Orico?» domandò Iselle.

«Ecco, leggete…» rispose Palli, porgendole la lettera del suo superiore perché potesse esaminarla. «Una volta che dy Jironal si è tolto di mezzo, dy Yarrin ha cercato immediatamente di vedere il Roya, ma la Royina Sara ha detto che stava dormendo e si è rifiutata di disturbare il suo riposo per qualsiasi motivo. Giacché lei, in passato, lo aveva lasciato entrare di nascosto perché potesse parlare con Orico, dy Yarrin teme che le condizioni del Roya siano ulteriormente peggiorate.»

«Cosa c’è nell’altra lettera?» chiese Bergon.

«Notizie vecchie, ma interessanti», rispose Palli. «Cazaril, si può sapere cosa sta dicendo il vecchio Arcidivino sul tuo conto? Il comandante locale dell’Ordine del Figlio è venuto da me con aria terrorizzata… Ritiene che tu sia stato toccato dagli Dei, e non osa avvicinarti. Si è dunque rivolto a qualcuno che, come lui, avesse giurato fedeltà al Tempio. A quanto pare, ha ricevuto copia di un ordine emesso dalla Cancelleria a tutte le postazioni militari dell’Ordine del Figlio della zona occidentale di Chalion… un mandato d’arresto per te, con accusa di tradimento. Sembra proprio che tu sia stato calunniato…»

«Di nuovo?» mormorò Cazaril, prendendo la lettera.

«E c’è un’altra accusa, relativa al fatto di essere andato a Ibra per vendere Chalion alla Volpe… Un’accusa che adesso ha perso ogni valore, considerato che tutti ormai conoscono la verità.»