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— Charley? Mi hanno detto che avevi finito di parlare con lui.

Stidge.

— Non proprio — disse Charley. Poi si alzò in piedi. — Merda. Va bene. Finiremo un’altra volta. Cosa c’è, Stidge?

— Una fattoria. Settecento metri più giù, alla biforcazione. Uomo, donna, tre figli. Hanno gli schermi alzati, ma l’elettronica fa schifo. Possiamo andare dritti dentro.

— Ne sei sicuro?

— Assolutamente. L’ha visto anche Tamale.

— Già — commentò Charley. — Tamale ha una capacità di giudizio formidabile.

— Charley, ti sto dicendo che…

— Va bene. Va bene, Stidge. Andiamo giù a dare un’occhiata a quel posto, tu ed io. D’accordo?

— Sicuro — disse Stidge.

Tom rimase dove si trovava sotto un grande albero sul lato di un piccolo ruscello per la maggior parte asciutto, che probabilmente scorreva soltanto durante l’inverno. Seguì con lo sguardo Charley e Stidge che si allontanavano fra le ombre del tardo pomeriggio e poi, dopo un po’, tornarono e si misero a confabulare con gli altri, quindi tutti e otto partirono assieme. Tom si chiese cosa sarebbe successo giù alla fattoria, vicino alla biforcazione del fiume. Dopo un po’, si trovò a camminare in quella direzione per scoprirlo.

Nel giro di pochi minuti la fattoria comparve alla vista. Era un piccolo edificio di legno bianco che pareva vecchio di centocinquant’anni, con le assicelle del tetto tinte di verde scuro e un’alta palma, dal tronco straordinariamente rigonfio, sul davanti, che oscurava con la sua ombra la veranda. Il bagliore rosso dello schermo protettivo circondava la casa. Proprio quando Tom arrivò là, lo schermo si spense, e poi udì grida e tonfi, e un urlo acutissimo sopra ogni altro frastuono. Dopo, vi fu silenzio per un momento; poi ci furono di nuovo delle grida, grida rabbiose. Tom andò alla porta, pensando: sii forte e fatti coraggio, non aver paura, non lasciarti sgomentare, giacché il Signore tuo Dio è con te, dovunque tu vada.

Guardò dentro. Due persone, un uomo e una donna, erano allungati sul pavimento in quella peculiare posizione contorta da cui si capiva che erano stati uccisi da una lancia. Una terza persona… un ragazzo piuttosto, forse sui sedici, diciassette anni, era appiattito contro la parete, bianco in volto, gli occhi fuori dalle orbite, e Stidge gli aveva appoggiato la lancia contro la gola.

— Stidge! — urlò Charley, proprio nell’istante in cui Tom entrava. — Stidge, figlio di puttana ammattito che non sei altro!

— L’ho preso — disse Mujer, arrivando alle spalle di Stidge, afferrando col gesto sciolto di una mano il polso dell’uomo dai capelli rossi e serrandogli l’altro suo braccio intorno alla gola. Stidge diede in un grugnito di sorpresa. Mujer, che pareva incredibilmente forte, viste le sue dimensioni minute, piegò verso l’esterno il braccio di Stidge fino a quando la lancia nella sua mano non arrivò a sfiorare l’orecchio destro di Stidge stesso. — Lascia che lo ammazzi, stavolta — pregò Mujer. — Non va bene, Charley: è un selvaggio. Guarda quello che ha appena fatto, al fattore e a sua moglie.

— Ehi, no, Charley — gridò Stidge, con voce strozzata e impastata di terrore. — Ehi, digli di lasciarmi andare!

— Non c’era bisogno che tu lo facessi, Stidge — disse Charley. La sua espressione era cupa e tempestosa. — Adesso abbiamo due morti tra le mani e due dei figli sono scappati, e per cosa? Per cosa?

— Lo faccio fuori, Charley? — chiese Mujer, con bramosia.

Charley parve prendere in considerazione la possibilità. Tom fece un passo avanti. Nessuno l’aveva notato, al suo ingresso; adesso tutti lo fissarono con stupore, tutti tranne Stidge, il quale aveva il viso rivolto verso la parete. Tom toccò il braccio di Mujer. Provava una strana sensazione agli occhi. Aveva difficoltà a veder dritto. Ogni cosa gli appariva vitrea e offuscata, come se fosse rivestita di ghiaccio.

— No — disse Tom. — Lascialo stare. La vendetta è mia, ha detto il Signore. Non tua, Mujer. Non vendicarti, ma piuttosto lascia posto alla collera. Lascialo stare. — Tom afferrò saldamente il braccio di Mujer e lo tirò indietro fino a quando la lancia non fu ben scostata dal viso di Stidge.

— Cosa…? — Mujer era stupefatto. — Il pazzo? — Si girò di scatto, strappando la lancia dalle mani di Stidge e ruotandola verso Tom, come se avesse avuto l’intenzione di conficcargliela nel petto.

— Il Signore mio Dio è con me dovunque io vada — proseguì Tom con voce pacata. La sua vista era ancora sfocata. Vedeva due Mujer e soltanto una macchia rossa al posto di Stidge.

— Gesù — disse Mujer. — Gesù, cosa abbiamo qui?

— E va bene — esclamò Charley, irritato. — Basta con questa dannata faccenda, Mujer. Ridà a Stidge la sua lancia.

— Ma…

— Ridagliela. - Rivolto a Stidge, Charley aggiunse: — Sei fortunato che Tom sia entrato qui al momento giusto. Avevo mezzo in mente di lasciare che Mujer ti facesse fuori. Sei una passività per noi, Stidge.

— Sono stato io a interrompere lo schermo, no? — ribatté Stidge con veemenza. — Sono io che vi ho fatto entrare qui!

— Già — disse Charley. — Ma avremmo potuto entrare e uscire senza uccidere. Adesso, abbiamo due morti qui per terra, e due dispersi. Stidge, devi mantenere il controllo di quelle tue armi. Non devi lasciarti andare di nuovo, mi hai capito? La prossima volta che succede, ti liquidiamo, hai capito? — Quindi agitò la mano verso gli altri. — E va bene. Cominciate a impacchettare tutto quello che ci può servire. Cibo, armi, qualunque cosa. Non possiamo rimanercene qui.

— Non ci credo — bofonchiò Mujer, fissando Tom. — Ti odia, sai? Stidge. Sto per farlo fuori, e tu arrivi e mi agguanti il braccio. Non ci credo.

— Vieni fuori, vieni fuori, tu, uomo dannato, tu, figlio di Belial — disse Tom.

— Di nuovo la Bibbia — esclamò Mujer, disgustato. — Oh, maledetto pazzo!

Tom sorrise. Tutti lo stavano fissando. Sì, che lo fissassero pure. Non avrebbe potuto sopportare un’uccisione a sangue freddo. Perfino Stidge. Tom guardò verso di lui. C’era un’espressione furibonda, gelida, velenosa sul volto di Stidge. Adesso mi odia ancora di più, si rese conto Tom. Adesso sa di dovermi la vita. Ma io non ho paura. Amate i vostri nemici, è quello che Lui ci ha insegnato; fai del bene a coloro che ti odiano, benedici quelli che ti maledicono. Si rese conto che ora stava vedendo di nuovo nitido, poiché si era calmato un po’. — Grazie — disse, rivolto a Charley, — per averlo risparmiato.

— Già — grugnì Charley. — Gesù, Tom. Tu non c’entravi per niente. È stata una pazzia quella che hai fatto. Entrare così. Mujer avrebbe potuto piantarti addosso la lancia, a te e a Stidge assieme, lo sai.