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Alleluia disse: — Ci ha riferito che gli hai fatto fare un sogno spaziale.

— Sì, gli ho fatto vedere come poteva aprirsi a una visione — annuì Tom. — Posso sedere con voi?

— Qui — disse Padre Christie. — Proprio qui vicino a me. Sei una persona straordinaria, lo sai, Tom?

— Volevo aiutarlo.

— Come l’hai fatto? — domandò Alleluia.

— Ho parlato con lui per un po’. Gli ho fatto vedere i poteri che erano dentro di lui. Tutto qui.

— È stupefacente — commentò Alleluia. — Adesso è come qualcun’altro.

— Adesso è come se stesso — la corresse Tom. — Il vero se stesso che si trovava dentro di lui da sempre. Stiamo tutti diventando noi stessi. Ben presto saremo tutti appagati.

È questo il momento, pensò. Diglielo. Parlagli della Traversata. Diglielo adesso.

Ma poi April lo interpellò con una vocina piccola piccola: — Sai una cosa? Mi fai paura. — Era sul lato opposto del tavolo, tirandosi indietro davanti a lui come se temesse di rimanere contagiata. Tremava ed era rossa in viso. Tom sperò che non venisse colta da un altro attacco, crollando al suolo.

— Davvero? — disse Tom.

— Tu hai le visioni dentro di te, no? Come una potenza raccolta in spire là dentro. E quando sono così vicina a te riesco a sentirla — disse ancora April. Le sue guance ardevano, non era capace di guardarlo negli occhi. — Gli altri mondi che premono per passare. Fa paura. Gli altri mondi sono molto belli, sai. Ma fa paura lo stesso. Vorrei che niente del genere stesse accadendo.

— No, bambina — intervenne Padre Christie. — Ciò che sta accadendo è l’imminenza dell’avvento del Signore sulla Terra. Non c’è niente da temere. Questo è il momento che aspettavamo da più di duemila anni.

Tom guardò Ferguson. Era lontano da lì. Sorrideva immerso nella più profonda beatitudine.

Rivolto ad April, le rispose: — Non aver timore. Padre Christie ha ragione. È una cosa meravigliosa quella che sta per accadere.

— Non capisco — replicò April.

— Già — disse Alleluia. — Di cosa stai parlando?

Tom fece passare il suo sguardo dall’uno all’altro: Alleluia, Padre Christie, la povera, spaventata April, Ed Ferguson in preda alla beatitudine. D’accordo, pensò, è questo il momento. Finalmente il Tempo è giunto. Che cominci.

— È una lunga storia — disse.

E cominciò a raccontare tutto sulla cosa meravigliosa che stava per accadere.

Cominciò a raccontare tutto sulla Traversata.

2

Elszabet disse: — Secondo l’ultima valutazione delle autorità stradali della contea, sono trecentomila. La donna con cui ho parlato ha aggiunto che la cifra potrebbe essere in eccesso o in difetto di cinquantamila unità, ma che non c’era nessuna speranza concreta di ottenere un conteggio accurato perché sono sparpagliati moltissimo, ed è altresì difficile precisare in quanti viaggino dentro ciascun veicolo. Credo che tutti vi rendiate conto che anche se la valutazione fosse in eccesso di ventimila unità, ci troviamo con un autentico problema fra le mani.

— Cosa ti fa pensare che passeranno vicino a noi? — le chiese Dante Corelli.

Elszabet tirò un profondo sospiro. Si sentiva a pezzi. Adesso sogni e visioni emergevano con disorientante frequenza, per lei, per tutti. Soltanto un’ora prima tutti i Nove Soli avevano fatto irruzione nel suo cervello, questa volta in sequenza e con grande ricchezza di particolari, non soltanto l’aliena e ciclopica forma stagliata contro lo sfondo roccioso, ma tutto un rito elaborato che coinvolgeva esseri di differenti tipi planetari, quasi un balletto. E guardando i volti dei membri del suo staff, seduti tutt’intorno al grande tavolo delle riunioni, Elszabet sapeva che la stessa cosa doveva esser capitata a loro nello stesso momento, Dante, Patel, Waldstein, perfino Dan Robinson, il quale un tempo aveva avuto tanti problemi a fare quei sogni: adesso erano tutti completamente ricettivi, tutti venivano bombardati dalle vivide immagini pulsanti e vibranti di quegli esotici mondi.

— Dovranno per forza passare parecchio vicini — replicò. — Là dove adesso si trovano non hanno molte scelte sulla via da seguire per andare al nord. Non è possibile guidare migliaia di auto, macchine, autobus e camion attraverso una foresta. E cominceranno a sbattere contro le montagne della catena costiera, il che li costringerà ad avvicinarsi sempre più all’oceano. È già troppo tardi perché possano girare verso l’entroterra, risalendo poi per la strada di Ukiah, poiché non ci sono strade decenti che permettano a una folla di quelle dimensioni di attraversare le montagne, dal punto in cui si trovano adesso. Così, non possono fare a meno di venir incolonnati verso Mendocino, e una volta che sciameranno da questa parte, è molto probabile che alcuni di loro finiscano per riversarsi sui nostri terreni. Forse molti di loro, o addirittura tutta l’orda. Quello che voglio fare è erigere una barriera d’energia lungo tutto il fianco occidentale della nostra proprietà, cosicché quando arriveranno dalla costa dovranno continuare a tenersi verso l’oceano.

— Ma abbiamo l’apparecchiatura per farlo? — s’informò Bill Waldstein.

— Ho parlato di questo proprio adesso con Lew Arcidiacono. Ha detto che è probabile che l’abbiamo, o per lo meno che ne abbiamo a sufficienza per proteggerci sul lato rivolto verso Mendocino. Quello che dovremmo fare è continuare a spostare l’apparecchiatura da un luogo all’altro, su un’apposita base lungo tutto il nostro perimetro occidentale, fino a quando questi tumbondé non saranno passati.

Dan Robinson intervenne: — Pare che avremo bisogno di tutto il personale per farlo.

— Più del personale — disse Elszabet. — Lew mi dice che avremo bisogno di dozzine di persone là fuori lungo tutta la linea, alcuni perché pattuglino, altri perché trasportino in giro le apparecchiature, qualcun altro per far funzionare i generatori. Ci vorranno tutte le braccia di cui disponiamo, e anche di più.

— Anche i pazienti? — domandò Dante Corelli.

Elszabet annuì: — Potremmo esser costretti a usare alcuni di loro.

— Non mi piace — dichiarò Dan Robinson.

— I più stabili, Tomás Menendez, Padre Christie, sì… e Philippa, Martin Clare, e forse perfino Alleluia…

— Alleluia è stabile? — chiese Waldstein.

— Nei suoi giorni buoni lo è. E pensa a quant’è forte. Probabilmente riuscirebbe a trasportare un generatore con ciascuna mano. È probabile che dovremo somministrare a ciascun paziente venti milligrammi di pax prima di poterli mandar fuori. Ma non credo ci siano dubbi che dovremo usare qualcuno di loro in prima linea.

— Inoltre — interloquì Naresh Patel, — se dovessimo schierare tutto il personale in prima linea, sarebbe una buona idea tenere i pazienti là fuori insieme a noi, così da poterli sott’occhio per tutta la durata dell’emergenza.

— Un buon punto — dichiarò Robinson. — Non possiamo lasciarli qui a divertirsi mentre noi innalziamo la barriera d’energia.

Waldstein disse: — Sei sicura che accadrà, Elszabet? Questo feroce assalto di forsennati occultisti?

— Non sono necessariamente feroci o forsennati. Ma sono in numero enorme e si trovano già nella contea, e vengono in questa direzione, Bill. Sei disposto a correre il rischio puntando sulla possibilità che ci aggirino senza calpestare un solo filo d’erba del Centro? Io no. Preferisco rischiare di sprecare un piccolo sforzo per cercare di proteggerci, piuttosto che incrociare le braccia e scoprire che ci troviamo proprio dritti in mezzo alla loro strada.