Выбрать главу

L’uomo indicò il pellerossa, il quale giaceva nel fango con il sorriso della Traversata sul volto. — Cosa gli avete fatto?

— È andato da Maguali-ga — dichiarò Menendez. — Quest’uomo ha nelle mani il potere degli dèi.

L’uomo e la donna dai capelli rossi si guardarono. L’uomo chiese: — È questo che è successo all’altro uomo, quello nel dormitorio?

— È andato nel Doppio Regno — disse Tom. — Oggi ho mandato qualcuno anche su Ellullimiilu, e qualcun altro a vivere con il Popolo dell’Occhio. Adesso tutto l’universo è aperto a noi.

— Mandaci sui Nove Soli! — lo supplicò la donna. — Lacy… — disse l’uomo.

— No, ascoltami, Barry. Questo è vero, lo so. Loro si uniscono per mano e lui ti spedisce. Vedi il sorriso su quel volto? Lo spirito l’ha lasciato, questo l’hai visto anche tu. Dov’è andato? Scommetto che è andato da Maguali-ga.

— Quest’uomo è morto, Lacy.

— Quest’uomo ha lasciato il corpo dietro di sé. Ascolta, se rimarremo qui ancora un poco, verremo comunque calpestati a morte. Hai visto come stanno facendo a pezzi ogni cosa da quando hanno visto il Senhor che veniva ucciso. Facciamolo, Barry. Hai detto che avevi fede, che avevi visto la verità. Bene, la verità è qui, questo è il nostro momento, Barry. Il Senhor l’aveva capito all’incontrano, tutto qui. Gli dèi non vengono sulla Terra, capisci. Siamo noi che dobbiamo andare da loro. E qui c’è l’uomo che ci manderà.

— Vieni — disse Tom. — Adesso.

— Barry? — ripeté la donna.

L’uomo pareva stordito. Aveva paura, non si fidava. Sbatté le palpebre, scosse la testa, si guardò intorno. Per aiutarlo, Tom gli mandò una visione, solo marginalmente: i nove maestosi soli in pieno fulgore. L’uomo esalò un profondo sospiro e si premette entrambe le mani contro la bocca, inarcando le spalle. Poi parve rilassarsi. La donna pronunciò di nuovo il suo nome, e un attimo dopo lui annuì. — E va bene — disse con calma. — Sì, diavolo, perché no? Non era proprio questo che cercavamo, no? — Rivolto a Tom, chiese: — Dove andremo?

— Nel regno dei sapiil — disse Tom. — L’impero dei Nove Soli.

— Da Maguali-ga — aggiunse Menendez.

Tom prese per mano la donna grassa e il messicano. Per qualche istante oscillò sui talloni.

— Adesso — disse.

Entrambi nello stesso tempo, stavolta. Prelevò l’energia dalla donna grassa e dal messicano e la fece passare attraverso il proprio corpo e mandò l’uomo e la donna dai sapiil. La facilità della cosa lo sorprese. Non l’aveva mai fatto prima di allora, due allo stesso tempo.

L’uomo e la donna dai capelli rossi scivolarono al suolo e giacquero là, supini, sorridendo del meraviglioso sorriso della Traversata. Tom s’inginocchiò e sfiorò leggermente le loro guance. Era un bellissimo sorriso, quel sorriso. Li invidiò, pensando che adesso stavano passeggiando fra i sapiil sotto quei nove soli maestosi, mentre lui era ancora lì che sguazzava nel fango. Ma questo andava bene, pensò Tom. Prima, lui aveva il suo compito da svolgere.

Riprese a scendere il pendio. Tutt’intorno a lui c’era gente che gridava e imprecava agitando istericamente le braccia nell’aria. — Pace a tutti voi — disse Tom. — Quest’oggi è il Tempo della Traversata e ogni cosa va bene. — Ma la gente continuava a passargli accanto di corsa, confusa e rabbiosa. Per un attimo Tom venne trascinato via in mezzo alla confusione, spinto e urtato violentemente da tutte le parti, e quando si trovò di nuovo fuori della calca non riuscì più a vedere la donna grassa o il messicano. Be’, presto o tardi li avrebbe ritrovati, si disse. Sapevano che era diretto verso l’autobus, e sarebbero andati là ad aspettarlo, siccome erano i suoi assistenti per effettuare la Traversata, erano parte del grande avvenimento che stava accadendo, in mezzo alla pioggia, al fango, al caos.

Qualcuno l’afferrò per il braccio, lo trattenne, lo fermò.

— Tom.

— Charley… Sei ancora qui?

— Te l’ho detto. Ti stavo aspettando. Adesso vieni con me, abbiamo il furgone che ci aspetta ancora là in mezzo alla foresta, nella radura. Devi andartene da qui.

— Non adesso, Charley. Non capisci che la Traversata è in corso?

— La Traversata?

— Sei, otto persone sono già partite per il viaggio. Ce ne saranno molte di più. Sento la forza crescere in me, Charley. Questo è il giorno per il quale sono nato.

— Tom…

— Vai al furgone e aspettami là — disse Tom. — Verrò da te fra poco e ti aiuterò a fare la tua Traversata, non appena riuscirò a ritrovare la mia gente, i miei aiutanti. Fra un’ora sarai sul Mondo Verde, te lo prometto. Lontano da tutta questa follia, lontano da tutto questo rumore.

— Uomo, tu non capisci. Qui c’è gente che rimane uccisa. Ci sono corpi calpestati dappertutto. Vieni con me, uomo. Qui per te non è sicuro, non sai come badare a te stesso. Non voglio che ti capiti qualcosa, Tom, sai. Tu ed io abbiamo viaggiato a lungo insieme, e… non so, sento che devo badare a te. — Charley prese di nuovo il braccio di Tom e lo tirò con gentilezza. Tom sentì il calore dell’anima di quell’uomo, quel grattatore, quell’assassino errante. Sorrise. Ma non poteva andarsene con lui. Non adesso. Scostò la mano di Charley dal suo braccio. Charley corrugò la fronte e scosse la testa, e fece per dire qualcos’altro.

Poi la folla impazzita sopraggiunse di nuovo, tornando indietro nella loro direzione, e Charley venne portato via, trascinato da quella marea di umanità come un ramoscello sulla superficie di un fiume rabbioso.

Tom si tolse dalla loro strada e li lasciò passare. Si muovevano col rombo di un tuono. Adesso vide che era impossibile raggiungere l’autobus. Ogni cosa era diventata troppo incontrollabile e impetuosa là sotto, nel mezzo del prato.

Gli parve di vedere la donna grassa, su un lato, e si mosse in quella direzione. Ma mentre si arrampicava sopra le assi di una piccola capanna distrutta, perse l’equilibrio sul legno scivoloso e slittò verso il basso, in mezzo all’intrico di tavole e di travi. Per un attimo rimase bloccato in quella posizione, con la gamba profondamente incastrata. Qualcosa si mosse davanti a lui e cominciò a strisciar fuori da quel mucchio di legni.

Era Stidge.

Gli occhi dell’uomo dai capelli rossi si spalancarono alla vista di Tom. — Che io sia fottuto. È il matto. Ehi, matto, fottuto piantagrane. Come mai Charley non è qui a tenerti per mano?

— Era qui. È stato trascinato via dalla folla.

— Va dannatamente male per te, non è vero? — fece Stidge.

Rise, infilò la mano nella giacca sbrindellata e tirò fuori la lancia. I suoi occhi luccicavano come palline di vetro alla luce della luna. Schiacciò la punta della lancia contro lo sterno di Tom, con forza, una, due, tre volte, tutte le volte una puntura dolorosa, penetrante. — Ehi — esclamò Stidge. — Ti ho dove ti volevo, svitato. Charley mi ha pestato una volta per colpa tua, ricordi? Quel primo giorno fuori nella Valle, quando sei arrivato tu. Mi ha fatto vomitare la merda a calci perché ti avevo messo le mani addosso. Non l’ho mai dimenticato. E poi ci sono state altre volte più tardi, quando mi sono trovato nei guai per causa tua, quando Charley mi ha parlato come se fossi soltanto un pezzo di merda. Lo sai?

— Metti via la lancia, Stidge. Aiutami a liberarmi, vuoi? — Spinse i pezzi di legno che gl’imprigionavano la gamba. — Il piede del povero Tom è incastrato. Povero Tom.