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Sarebbe al sicuro anche al Kingston Hospital.

Non abbastanza per il lavoro che devo fare io.

???

Nel suo stato d’isterismo Barbara racchiude la scena dell’assassinio con tutti i suoi particolari. Se riesco a captarla, Reich è nelle mie mani. Be’, meglio cominciare. — Si rivolse a Barbara D’Courtney e disse: — Aiuto, Barbara!

Di scatto lei balzò in piedi sulla piattaforma, in ascolto, e Powell cominciò a sondarne delicatamente le reazioni. Sensazione di lenzuola e coperte… Voce indistinta, invocante… La voce di chi, Barbara? Giù, nel profondo del precosciente lei rispose: Chi sei? Un amico, Barbara.

—  Non c’è nessuno! Nessuno! Sono sola. — Ed era sola. Sola correva per un corridoio, spalancava una porta e si precipitava in una camera d’orchidee per vedere… Che cosa, Barbara? — Un uomo. Due uomini. — Chi? — Via. Andate via, per favore! Non mi piace sentir voci. C’è una voce che mi urla nelle orecchie…

Urlava mentre il terrore la faceva fuggire da una nebulosa figura che si avventava contro di lei per allontanarla da suo padre. Che cosa fa tuo padre, Barbara?

—  Sta… no, voi non c’entrate qui. Qui siamo solo in tre. Papà, io e… — Il suo viso trasalì. Guarda ancora, Barbara. Testa oblunga. Occhi grandi. Naso piccolo e diritto. Bocca sottile, che pare una ferita. È questo l’uomo?

—  Sì, sì. — E poi tutto era scomparso. Lei era ginocchioni di nuovo, immobile come una bambola.

Powell si asciugò il sudore dal volto.

Era Ben Reich, Mary. Hai captato la sua immagine anche tu?

Non ho potuto rimanere abbastanza nella mente di lei, Pres. Ho dovuto prendere un po’ di respiro.

Era Reich, non c’è dubbio. L’unico problema resta ormai in che diavolo di modo ha ucciso il padre della ragazza. Che arma ha usato? Perché il vecchio D’Courtney non si è ribellato, non si è battuto per difendersi? Devo ripetere l’esperimento. Mi ripugna l’idea di doverle imporre tutte queste emozioni… Respirò profondamente e disse: — Aiuto, Barbara!

Di nuovo lei balzò in piedi, in ascolto. Non affrettarti così. C’è tanto tempo. — Ancora voi? — Ti ricordi di me, Barbara? — No, non vi conosco. Andate via. — Ma io sono parte di te, Barbara. Corriamo insieme per il corridoio. Vedi? Apriamo la porta insieme. Tutto è molto più facile insieme. Ci aiutiamo l’un l’altro. — Noi ci aiutiamo? — Sì, Barbara, tu ed io. Quando parli con te stessa, quando sei sola, parli con me. Ecco chi sono.

—  Guardate papà! In nome di Dio aiutatemi!

S’inginocchiò di nuovo, tranquilla e immobile.

Powell avvertì la presenza di una mano sotto il suo ginocchio, e si rese conto di essere inginocchiato, il che non era stato previsto. Il corpo dinanzi a lui scomparve e anche la camera delle orchidee; c’era soltanto Mary Noyes che tentava di sollevarlo. Lui scosse la testa.

Mary sollevò da terra la ragazza. Poi si volse a Powell. Ora sono pronta ad aiutarti, o pensi che sia poco virile?

Tutto quello di cui ho bisogno sono le mie energie mentali.

Cos’hai captato?

D’Courtney voleva essere ucciso.

Ma che diavolo dici?

La verità. Devo vedere subito il medico di D’Courtney: è la prima cosa da farsi in mattinata.

Sam Akins, medico esper di primo grado, guadagnava mille dollari per un’ora di analisi, il che significava due milioni di dollari l’anno. Ma si sprecava letteralmente in opere di carità. Inoltre era uno dei fari del movimento educativo della Lega, e sosteneva che le facoltà telepatiche non erano una caratteristica congenita, ma una qualità latente che un’adeguata educazione poteva convenientemente sviluppare.

Invitava le persone più indigenti di cui avesse notizia a sottoporgli i loro problemi e, aiutandole a chiarirli, cercava di sviluppare in loro le facoltà telepatiche. Fin’allora la sua attività aveva dato come risultato immediato la scoperta del solo 2 % di esper latenti, percentuale inferiore a quella messa in luce dall’Istituto Ricerche della Lega, ma Sam non si sentiva affatto scoraggiato.

Powell lo trovò che misurava a grandi passi il suo giardino, intento a calpestare energicamente le aiuole nell’illusione di fare della floricoltura. Sbuffava e urlava all’indirizzo delle piante e dei pazienti.

— Maledizione, non dirmi che si tratta di una zinnia. Non so più riconoscere un’erbaccia da un fiore con i miei occhi? Dammi il rastrello, Bernard.

Un omino vestito di nero gli tese il rastrello dicendo: — Mi chiamo Walter, dottor Akins.

Akins grugnì, sradicando il ciuffo verde che non era né una zinnia né un’erbaccia. — Perché non vuoi essere chiamato Bernard? Chi ti ha insegnato tutte queste sottigliezze semantiche?

— Speravo che me lo spiegaste voi, dottor Akins — replicò Walter.

— Mi fai pensare ad Alice Bright. Dov’è questa presuntuosa, a proposito?

Una graziosa ragazza dai capelli rossi si fece avanti e disse con un’allegra smorfia:

— Sono qui, dottor Akins.

— Bene, non far la ruota perché ti ho chiamata per nome. — Akins la guardò con viso corrucciato e continuò, telepaticamente: Sono una donna, dici tu. È abbastanza per dedurre che migliaia di uomini mi potrebbero avere se solo lo permettessi. Questo mi dà un senso di vita reale. Ebbene: non è così. Nulla può sostituire la vita nella pienezza dei suoi valori.

Akins attese con impazienza una risposta, ma la ragazza continuò a pavoneggiarsi dinanzi a lui: nient’altro. Infine l’esper sbottò: Nessuno di voi ha afferrato quanto le ho trasmesso?

Io.

Oh, salve, Pres. Che ne dici di questa adunanza di teste dure? Troppo pigri per captare perfino una domanda così semplice.

Lascia stare quella pianta, Sam. È un pomodoro.

È un’erbaccia.

Ti assicuro io che si tratta di un pomodoro. Powell si rivolse ai pazienti; — Che genere di pianta è questa?

— Pomodoro — risposero.

Sam la strappò. — Sono allergico ai pomodori — annunciò con l’aria di aver avuto l’ultima parola. Che cosa vuoi, Pres?

Quando hai un momento di tempo vorrei farti un paio di domande riguardo a un tuo paziente ora defunto.

Chi?

D’Courtney. Il nostro amato signor Peetcy è curiosissimo di sapere tutto quello che lo riguarda.

Lasciami un’altra mezz’ora con questa gente. A proposito, c’è anche il giovane Chervil che mi sta aspettando per parlarmi. Sai se gli sia successo qualcosa? Mi sembrava così sconvolto. Va’ a parlargli.

Powell trovò il giovane Chervil che passeggiava distrattamente dinanzi alle finestre aperte sul giardino. Alzò appena lo sguardo, malinconicamente, quando lo vide. Buongiorno, signor Powell.

Salve.

Come state, signor Powell?

Dal giardino Akins si lagnò: Smettetela di trasmettervi messaggi. Confondete i miei protetti. Parlate!

Powell sogghignò: — Ve la sentite di parlare, Gally?

— Mi mancano le parole.

— Guai?

Gally annuì. — Credete nel dottor Akins?

— Non per quel che riguarda la botanica.

— Intendo se siete d’accordo con lui sull’idea che tutti possono divenire esper.