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Qualcuno lo stava osservando. Si volse e la vide.

Lei era alla sommità delle scale, inginocchiata a scrutare attraverso le sbarre della ringhiera. Era vestita come una bambina, con un aderente pagliaccetto, i capelli ravviati all’indietro e raccolti con un nastro. Barbara D’Courtney.

— Sono Baba — disse.

Reich, tremante, le fece un lieve cenno. Lei discese le scale tenendosi cautamente aggrappata alla ringhiera.

— Non dovrei farlo — disse. — Sei un amico di papà?

Reich sospirò. — Io…

— Papà è dovuto andar via — cinguettò — ma torna subito. Se sarò buona mi porterà un regalo. Cerco di esserlo ma è terribilmente difficile. Tu sei buono?

— Torna subito vostro padre?

Lei annuì. — Hai baciato zia Mary. L’ho visto. Papà bacia me. Mi piace. A zia Mary piace? — Gli prese una mano fiduciosamente. — Quando divento grande sposo papà. Tu hai una bambina?

Reich scosse Barbara e la fissò in viso. — Credete che io mi lasci abbindolare così facilmente? Che cosa avete detto a Powell?

— È il mio papà — disse lei. — Quando gli chiedo perché il suo nome è differente dal mio prende un’aria strana. Tu come ti chiami?

— Credete di farvi beffe di me con questa commedia? Rispondetemi! Che cosa gli avete raccontato?

Lei incominciò a piangere, cercando di liberarsi dalla sua stretta. — Lasciatemi andare!

Reich la trascinò verso il divano dove Mary Noyes giaceva ancora paralizzata. Gettò la ragazza accanto a lei e di nuovo arretrò con l’arma spianata. D’improvviso la ragazza si drizzò in ascolto. Il suo viso perse quell’espressione infantile per contrarsi in una rigida smorfia. Balzò dal divano, si mise a correre, si arrestò di scatto, poi fece l’atto di aprire una porta. Si lanciò in avanti, i biondi capelli ondeggianti, gli oscuri occhi dilatati dal terrore… un improvviso bagliore di selvaggia bellezza.

— Papà! — gridò. — In nome di Dio! Papà!

Reich ebbe un tuffo al cuore. La ragazza correva verso di lui. Lui si tese in avanti per afferrarla. Lei fece un balzo a sinistra.

— No! — gridò. — No! Papà!

Reich l’afferrò mentre si divincolava e gridava. La ragazza s’irrigidì di colpo e si tappò le orecchie. Reich fu nella camera delle orchidee. Udì l’esplosione e vide sangue e materia cerebrale colare dal cranio di D’Courtney. La vide accasciarsi sul corpo immobile.

Reich ansimò e si batté insieme le nocche delle dita fino a farsi male, per riscuotersi. Non aveva mai previsto la possibilità di avere un testimone. Dannato Gus T8! Un momento. Non si trovava in casa Beaumont. Si trovava…

— Hudson Ramp numero 33 — lo informò Powell dalla porta di ingresso.

Reich si girò di scatto, alzò il disgregatore.

— Non ci provate — lo ammonì seccamente Powell.

— Figlio di un cane — urlò Reich. — Maledetta telespia!

Powell si curvò a sinistra, poi a destra, e diresse un vigoroso flusso di energia telepatica verso l’ulna di Reich. L’arma cadde a terra. Reich cercò di sostenersi vacillando, aggrappandosi, cozzando dappertutto. Powell lo colpì con tre colpi fulminei — nuca, addome, basso ventre — che ebbero l’effetto di una paralisi alla spina dorsale. Reich s’accasciò al suolo, contorcendo il viso per la nausea, il naso sanguinante.

— Credete di sapervi battere duramente, ma non ci riuscite — brontolò Powell. S’avvicinò a Barbara D’Courtney, ancora stesa sul pavimento e l’aiutò ad alzarsi. — Tutto bene, Barbara?

— Ciao, papà. Ho fatto un brutto sogno.

— Sono stato io a provocarlo. Si trattava di una prova necessaria per questa mia grande bambina.

— Dammi un bacio.

La baciò in fronte. — Stai crescendo in fretta — disse con un sorriso. — Solo ieri balbettavi come una bambina piccola.

— Sto crescendo in fretta perché tu hai promesso di aiutarmi.

— Si, l’ho promesso, Barbara. Puoi salire in camera tua da sola o ti ci devo portare io come ieri?

— Ci vado da sola.

S’aggrappò fermamente alla ringhiera e cominciò a salire. Prima di raggiungere l’ultimo scalino si volse a Reich e gli mostrò la lingua, poi scomparve.

Powell s’accostò a Mary Noyes, le tolse il bavaglio e le tastò il polso.

— Prima posizione — disse a Reich. — Doloroso, ma fra un’ora si sarà rimessa. Dovrei farvela pagare, ma a che servirebbe? Non imparereste la lezione. Non siete proprio buono a nulla.

— Uccidetemi — mugolò Reich contorcendosi. — Uccidetemi o fatemi rialzare e, per Dio, sarò io a uccidervi!

Powell raccolse il disgregatore. — Provate a flettere un poco i muscoli. Questa paralisi non dovrebbe durare più di pochi secondi. — Si sedette con l’arma sulle ginocchia. — Avete fatto fiasco decisamente. Ero uscito di casa da soli cinque minuti quando mi sono accorto che la storia di Chooka era una frottola. Naturalmente gliel’avete suggerita voi.

— Voi siete pieno di frottole! — urlò Reich — voi e i vostri principi morali!

— Chooka ha detto che si trattava dell’arma che uccise D’Courtney — continuò Powell imperturbabile. — È vero, ma lei non poteva saperlo. Così me ne sono tornato indietro.

Reich si rialzò con grande sforzo, ansimando orribilmente.

D’improvviso infilò una mano in tasca ed estrasse la scatola di bulbi esplosivi. Powell s’inarcò e sferrò un violento calcio nello stomaco a Reich.

I proiettili schizzarono lontano. Reich s’accasciò su un divano.

— Quando imparerete che non si può prendere di sorpresa una telespia? — disse Powell. Si avvicinò alla scatola e la raccolse. — Un intero arsenale oggi, vero? Vi state comportando più come un individuo ricercato che come un uomo libero. Notate bene che ho detto libero, non innocente.

— Libero per quanto tempo? — disse Reich tra i denti. — Neppur io ho mai parlato d’innocenza. Ma libero per quanto tempo?

— Avevo tutti gli elementi per istruire un processo fatale per voi. Ogni particolare era esatto. L’ho controllato anche ora, quando ho captato i vostri pensieri in presenza di Barbara. C’è stata un’unica lacuna che mi ha respinto in alto mare. Siete libero, Reich. Il vostro caso è stato archiviato.

Reich spalancò tanto d’occhi. — Archiviato il mio caso?

— Potete deporre le armi, Reich, nessuno vi darà delle noie.

— Questo è un altro dei vostri stratagemmi da telespia!

— Vi spiegherò tutto allora. So ogni cosa di voi. So quanto avete offerto a Gus T8… Che cosa avete promesso a Jerry Church… Dove avete pescato quel gioco della Sardina… Come avete usato le capsule Rhodopsin di Wilson 1/4 Maine… Come avete scaricato la pistola per crearvi un alibi e come poi l’avete ricaricata con acqua. Fin qui gli anelli della catena si saldano completamente. Metodo e opportunità. Ma rimaneva la lacuna del movente. La Corte esige che il movente sia dimostrato con prove obiettive e io non ho potuto produrle.

— Voi mentite!

— Potrei accusarvi di violazione di domicilio e tentato omicidio, ma è un’accusa insufficiente e probabilmente riuscireste a scaricarvene. I miei soli testimoni sarebbero una telespia e una ragazza ammalata.

— Devo credervi? Non avete nessun elemento, Powell. Vi ho battuto su tutta la linea. Ecco perché ora cercate di prendermi in trappola. — Reich si interruppe di colpo. — Questa è probabilmente la trappola più pericolosa e io ci sono caduto. Che dannato idiota.

— State zitto — sbottò Powell — quando vi agitate così non riesco a captare un bel niente!

Powell si concentrò su Reich poi il suo viso impallidì. — Ecco! Peetcy aveva ragione. Movente passionale e noi pensavamo che si divertisse a dir sciocchezze. L’immagine di Reich e di Barbara unite come due fratelli siamesi… Il senso di colpevolezza di D’Courtney. Non c’è da stupirsi se Reich non poté uccidere me e Barbara da Chooka… Ma il delitto non ha più importanza ora. La cosa è ben più profonda e più pericolosa di quel che io abbia mai immaginato.