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EMERGENZA

Richiesta di Azione di Massa, con Preston Powell quale Canale per il convogliamento dell’Energia Accumulata.

T’sung: Molto onorevole Powell, la vostra richiesta sconvolge questo mio vecchio cervello. Che cosa mai può richiedere l’applicazione di una misura eccezionale e tanto pericolosa?

Powell: Reich sta per divenire un Punto Focale della Galassia… Un fatale gradino tra un sicuro passato e un probabile futuro. In questo momento Reich è impegnato in una possente riorganizzazione delle sue energie. Se riesce a trovare il suo equilibrio prima che io intervenga, egli diverrà immune alla nostra realtà, invulnerabile al nostro attacco: sarà il mortale nemico della nostra Lega e della Logica e Realtà Galattiche.

Akins: Stai certamente esagerando, vero Powell?

Powell: Esaminate con me il quadro della situazione. Osservate come la posizione di Reich si proietti nel tempo e nello spazio. I suoi princìpi non diverranno i princìpi del mondo intero? La sua realtà non diverrà quella del mondo stesso? Non è egli, nella sua critica posizione di potenza, energia e intelligenza, una via sicura per portarci verso la distruzione?

T’sung: È la verità. Cionondimeno questa indegna persona è assai riluttante ad autorizzare l’Azione di Massa. Nei tentativi fatti in passato essa ha invariabilmente provocato la morte del Canale Energetico. Siete troppo prezioso perché possiamo perdervi, Powell.

Powell: Lasciatemi correre il rischio. Reich è uno dei rarissimi uomini che possono sconvolgere l’Universo… Un fanciullo ancora da questo punto di vista, ma prossimo a maturare. E tutta la realtà… gli Esper, i Normali, la Vita, la Terra, le Lune, il Sistema Solare, le Galassie, l’Universo stesso… tutta la Realtà è precariamente sospesa a questo suo risveglio. Non possiamo permettere che egli si risvegli alla Realtà dell’Errore. Io vi pongo questo problema.

Jordan: Tu ci chiedi di votare la tua morte.

Powell: La mia morte probabile contro la morte certa di tutto. Vi pongo il problema.

T’sung: È un’arma a doppio taglio. Non avete nessuna sicurezza che l’applicazione di questa misura avrà successo.

Akins: Lasciamo che Reich si risvegli come vuole. Abbiamo il tempo e la possibilità di attaccarlo a un altro bivio.

Powell: Insisto sul mio punto!

Decisione: La richiesta è accolta.

L’Assemblea viene sciolta.

Lancetta delle ore sulle nove.

Lancetta dei minuti su 0,1.

Lancetta dei secondi su morte.

Powell arrivò a casa mezz’ora dopo. Aveva fatto testamento, aveva pagato tutti i suoi debiti, sistemato ogni cosa. Alla Lega tutti erano rimasti sgomenti. Ci fu sgomento anche quando tornò a casa, perché Mary Noyes colse il quadro della situazione nell’istante stesso in cui egli entrò.

Poche storie, devo farlo!

Ma…

Esiste una possibilità che io sopravviva. Oh, una cosa. Il laboratorio vorrebbe fare un’autopsia del mio cervello se muoio. Il mio corpo dovrebbe esservi portato prima del "rigor mortis". Se non potranno avere il cadavere, cercheranno di avere almeno la testa. Pensaci tu per favore.

Pres!

Scusami. Sarebbe meglio che tu facessi i bagagli e portassi la bambina al Kingston Hospital. Non sarebbe al sicuro qui.

Non è più una bambina. È… Oh, Pres!

Mary gli volse le spalle e corse di sopra lasciando dietro di sé una familiare ondata di sensazioni, miste ora a terrore ora a lacrime. Powell sospirò, poi sorrise quando un’adolescente dal portamento grazioso apparve alla sommità delle scale. A metà scala ella sostò un attimo per lasciargli il tempo di abituarsi ai suoi abiti e ai suoi modi.

— Ebbene, siete il signor Powell, no?

— Sì. Buongiorno Barbara.

— E quale buon vento vi porta questa mattina al nostro piccolo regno? — Continuò a scendere, sfiorando appena lo scorrimano con la punta delle dita: inciampò all’ultimo gradino.

Powell la sostenne.

Lei alzò lo sguardo su di lui. — Voi rimanete qui, per favore. Io scenderò nuovamente dalle scale e scommetto che questa volta ci riuscirò perfettamente.

— Scommetto che non ci riuscirai.

Lei si volse, salì trotterellando, sostò un attimo alla sommità in un atteggiamento aggraziato e incominciò la grande discesa. — Non sono più la bimbetta che ero ieri. Sono cresciuta enormemente. Dovete considerarmi come una donna fatta ora. — Superò l’ultimo gradino e gli rivolse uno sguardo intento. — Va bene?

— Splendidamente, cara.

Improvvisamente Barbara rise, lo spinse verso una sedia e gli saltò in braccio. Powell brontolò.

— Piano, Barbara. Sei cresciuta enormemente e pesi tanto di più.

— Come mai ero convinta che foste mio padre? — domandò lei.

— E che cosa ci sarebbe da ridire se lo fossi?

— Vi sentite come un padre nei miei riguardi? Io non mi sento affatto come una figlia nei vostri riguardi.

— Ah, sì? E come ti senti?

— Io ho fatto la domanda per prima, così voi dovete rispondere per primo.

— I miei sentimenti verso di te sono quelli di un padre affezionato e devoto.

Arrossì di stizza e si alzò dalle sue ginocchia. — Volevo che foste serio perché ho bisogno del vostro consiglio.

— Scusami, Barbara. Che hai?

S’inginocchiò accanto a lui e gli prese una mano. — C’è una grande confusione in me quando penso a voi.

— Sì, lo so.

— E anche voi avete la stessa impressione.

— È vero. È così anche per me.

— È male?

Powell si alzò dalla sedia e cominciò a misurare la camera a grandi passi, con aria triste. — No, Barbara, non è male. Noi due siamo quattro persone: due in te e due in me.

— Perché?

— Sei stata ammalata, tesoro, così abbiamo dovuto farti ritornare bambina e lasciarti crescere di nuovo. Ecco perché in te ci sono due persone. La Barbara adulta interiormente, la bambina, esternamente.

— E voi?

— In me ci sono due adulti. Uno sono io. L’altro è un membro del Consiglio Direttivo della Lega degli Esper.

— Quando non mi sento come una figlia nei vostri riguardi, che cosa mi fa sentire così?

— Non lo so, Barbara.

— Dovete saperlo. Perché non lo dite? — Gli si accostò e gli mise le braccia intorno al collo. Una donna fatta dai modi infantili. — Se io vi amo…

Benone pensò Powell disperato. Ricordi Gally Chervil? Tocca a te ora. Che cosa farai ora? Riconoscerai la verità?

Sì. La risposta gli venne dalle scale. Mary stava scendendo con una valigia in mano. Ammetti la verità.

Non è una esper.

Dimenticalo. È una donna innamorata di te. Tu sei innamorato di lei. In nome di Dio, non sciupare quest’occasione.

Un’occasione che condurrebbe dove? A una breve vicenda se pure riesco a uscir vivo da questo pasticcio! È tutto quello che potrebbe esserci tra noi.

Ti sarà grata anche solo di questa speranza. Domandalo a me. Io lo so bene.

E se non esco vivo? Non le resterebbe altro che la vaga memoria di un mezzo amore.

Powell rise. — Bambina mia! Che cosa ti fa pensare che io ti voglia bene in questo modo? Non è così. Non lo è mai stato.

— Sì che lo è.

— Guarda me. Guarda Mary. Sei cresciuta, non è vero? Non riesci a capire?

In nome di Dio, Pres!

Scusa, Mary, ho dovuto servirmi di te.

Sto preparandomi a dirti addio, forse per sempre. Non è già abbastanza triste per me, questo?

Barbara fissò Mary. Poi Powell. Scoppiò in lacrime e disse singhiozzando: — Oh, andate via! Perché andate via?