Aprì i cassetti della scrivania. S’udì una violenta esplosione. Schegge di legno caddero tra il personale, Reich fu sbattuto contro la finestra.
— L’Uomo senza Volto — gridò Reich. Scosse la testa febbrilmente, e ritornò al problema primitivo: — Dove sono gli schedari? Vi mostrerò negli schedari… la D’Courtney e Marte e tutto il resto. E li mostrerò all’Uomo senza Volto.
Si precipitò negli archivi, strappò fuori uno schedario dopo l’altro, sparpagliando fogli, mucchi di piezocristalli, microfilm, coppie molecolari. Non un accenno alla D’Courtney o a Marte. Non un accenno a Venere, a Giove, agli Asteroidi, ai Satelliti.
Tre robusti impiegati all’Ufficio Informazioni entrarono di corsa negli Archivi.
— Calmatevi adesso, signor Reich, calmatevi…
— Andatevenel
— Calmatevi. Va tutto bene, signore.
Poi si ritirarono prudentemente, mentre il brusìo e il mormorìo aumentavano, i campanelli squillavano e voci lontane dicevano: — Chiamate il suo dottore. — Qualcuno chiami il Kingston. — Avete avvertito la Polizia? — No, meglio di no, niente scandali. — Chiamate qualcuno della Sezione Legale. — Non è ancora aperta l’infermeria?
Reich rovesciò gli schedari tra i piedi dei tre robusti impiegati, attraversò di corsa l’ufficio, raggiunse il corridoio esterno e l’ascensore pneumatico dove schiacciò il pulsante 57. La porta si aprì. Egli fece un passo avanti nel vuoto ed avvertì sotto i piedi il contatto della piastra d’acciaio. Poco dopo usciva al cinquantasettesimo piano.
Il Laboratorio della Sacramento era in ombra. Ancora tutto ansimante Reich raggiunse la biblioteca. Accese le luci e si avviò decisamente al Gabinetto delle Consultazioni. Una lamina di cristallo smerigliato, inclinata come un tavolo da disegno, era collocata dinanzi a una poltrona. Un complicato pannello di controllo era sistemato su di un lato.
Reich si sedette e schiacciò il pulsante pronto. Il cristallo s’illuminò, e una voce metallica chiese — Classe? — Reich schiacciò il pulsante scienza. — Sezione?
Reich premette astronomia.
— Problema?
L’Universo.
— Il termine universo nel suo significato fisico si riferisce a tutta la materia esistente.
— Com’è organizzata questa materia?
— La materia dà origine a complessi di grandezza diversa, dal più piccolo atomo alla più vasta entità materiale nota agli astronomi.
— Qual è la più vasta entità materiale nota agli astronomi? — Reich premette il tasto diagramma.
— Il Sole. — Sulla lamina di cristallo apparve una dardeggiante immagine del Sole.
— Ma e gli altri corpi celesti? E le stelle?
— Non ci sono stelle.
— E i pianeti?
— Non ci sono pianeti.
— E la Luna?
— Non ci sono Lune.
Reich trasse un profondo respiro; tremava. — Riproviamo. Ritorniamo al Sole.
Di nuovo l’immagine del Sole apparve sulla lamina di cristallo. — Il Sole è la più grande entità materiale nota agli astronomi — cominciò la voce metallica. Poi d’improvviso si interruppe. L’immagine scolorì, lentamente. La voce parlò di nuovo. — Non c’è neppure il Sole.
L’immagine scomparve, lasciando dietro di sé un’ombra che alzò lo sguardo su Reich… minacciosa, muta… L’Uomo senza Volto.
Reich afferrò la poltrona su cui sedeva e la scaraventò contro quella spaventosa apparizione. Poi si precipitò fuori dalla biblioteca nel corridoio. Giunto all’ascensore pneumatico premette il pulsante strada. La porta si spalancò, egli entrò barcollando, dal cinquantasettesimo piano fu deposto nel salone centrale della Torre della Sacramento.
Era affollata di impiegati che si affrettavano verso i loro uffici. Facendosi strada tra la calca Reich colse sguardi stupiti che si fissavano sul suo viso ferito e sanguinante. Poi si rese conto che dodici guardie in uniforme del servizio speciale della Sacramento gli si stavano avvicinando. Attraversò di corsa il salone, s’infilò in una porta girevole e uscì sul marciapiede. Là s’irrigidì di colpo, come se avesse messo piede in una caldaia di metallo incandescente.
Le vie erano illuminate; le strade sopraelevate palpitavano di improvvisi balenii lassù nel cielo; gli occhi delle Cavallette foravano il buio qua e là; i negozi splendevano… e al di sopra non vi era altro che una nera, profonda, opaca infinità.
— Il Sole! Dov’è il Sole?
Poi la prima guardia uscì per la porta girevole e Reich si infilò sotto un portico fiancheggiato da negozi splendenti e affollati. Al di là del portico c’era l’ingresso di un ascensore pneumatico che conduceva alle vie di traffico sopraelevate. Reich vi entrò, salì di settanta piani. Lassù, sporgente da un lato della Torre della Sacramento, c’era un piccolo parcheggio di macchine con una rampa che conduceva al passaggio aereo. Reich gettò qualche sovrana al guardiano e salì su una macchina. Premette semplicemente un pulsante su cui era scritto: In moto. La macchina si avviò. Ai piedi della salita premette a sinistra. Questo era tutto quel che aveva da fare, voltare la macchina a destra o a sinistra, fermarla, avviarla: il resto era automatico. Inoltre, il traffico delle macchine era limitato esclusivamente alle vie di circolazione celeste. Avrebbe potuto passare ore ed ore a circolare lassù, al di sopra della città.
Volgeva lo sguardo ora dietro, al di sopra della spalla, ora al cielo. Non c’era più il Sole… e la gente continuava tranquillamente a farsi gli affari propri come se non ci fosse mai stato. Si sentì tremare. Era forse un’altra idea fissa, come quella dell’occhio solo?
D’improvviso la macchina rallentò e si fermò. Egli si trovò bloccato lassù, a mezza strada tra la Torre della Sacramento e il Chanin Building.
Reich premette energicamente i pulsanti. Nessuna reazione. Scese, sollevò la parte anteriore e ispezionò l’interno. Poi scorse le guardie, laggiù in fondo alla via, dirette verso di lui di corsa, e comprese. Quelle macchine erano azionate da un sistema di trasmissione di energia. Avevano interrotto il passaggio dell’energia, là al parcheggio, e ora stavano per raggiungerlo.
Reich avanzò barcollando, in direzione del Chanin Building. La via, in quel punto, s’infilava entro l’edificio, formando una galleria fiancheggiata da negozi, ristoranti, teatri… ed anche un’agenzia di viaggi. Avrebbe potuto acquistare un biglietto, entrare in un piccolo siluro a un solo posto, e raggiungere in un baleno il più vicino campo d’aviazione. Ci sarebbe voluto un po’ di tempo perché si potesse riorganizzare e poi avrebbe messo su casa a Parigi.
Girò intorno alla pensilina, passò tra le macchine in corsa ed entrò correndo nell’agenzia. Pareva una banca in miniatura. Il banco era stretto, lo sportello a grata, protetto da uno schermo antifurto di materia plastica. Reich gettò alcune monete d’oro sul banco.
— Un biglietto per Parigi — disse. — Tenete il resto.
— Non esiste un luogo che porti questo nome! — gli fu risposto.
Reich cercò di vedere al di là dell’opaco schermo plastico e scorse… minaccioso, muto, in agguato… l’Uomo senza Volto.
Con le tempie che gli battevano, uscì, correndo alla cieca, nel passaggio aereo, fece un debole tentativo per evitare una macchina che sopravveniva, e venne lanciato in un mare di oscurità…
Abolite:
(Mineralogia, cristallografia, geologia e geografia fisica).
Dimenticate:
(Meteorologia, idrologia e sismologia).
Eliminate:
(Paleontologia, stratigrafia e paleogeografia).
Distruggete:…