Reich sorrise con aria cupa. — Grazie a Dio ci sono i telefoni. Ci proteggono dal demonio della telepatia. Qual è il tuo atteggiamento personale nei riguardi del delitto, Ellery?
— Quello tipico.
— Di chiunque?
— Della Lega degli esper. La Lega non ama il delitto.
— Tu sei in gamba Ellery. Conosci il valore del denaro, del successo. Perché non ti sveltisci, perché lasci che la Lega pensi in tua vece?
— Tu non capisci. Noi nasciamo nella Lega, viviamo con la Lega. Personalmente abbiamo il diritto di eleggere i dirigenti della Lega, e questo è tutto. La Lega si occupa della nostra carriera. Ci istruisce, ci gradua, stabilisce dei principi morali, e bada che ci atteniamo ad essi. Ci protegge escludendo dai nostri ranghi gli incompetenti. Abbiamo l’equivalente del giuramento d’Ippocrate. È chiamato Voto di Galeno. Dio salvi chi l’infrangerà… cosa che ho l’impressione che tu mi stia suggerendo.
— Può darsi — disse Reich con voce grave. — Forse sto insinuando che varrebbe la pena che tu rompessi il voto di fedeltà alla Lega. Forse io traduco tutto in denaro… più di quanto tu o qualsiasi esper di secondo grado possa sognare di guadagnare in tutta la vita.
— Lascia perdere, Ben. La cosa non m’interessa.
— Ammettiamo che tu infrangessi il giuramento. Che cosa accadrebbe?
— Verrei messo al bando.
— È già accaduto che delle telespie di grande ingegno rompessero con la Lega. Sono stati messi al bando. Che importa?
West sorrise storto. — Non puoi capire, Ben.
— Spiegami.
— Prendi per esempio quegli esper che hai citato. Non erano poi così furbi. È come… — West rifletté un momento. — Prima che la chirurgia si affermasse veramente esisteva un gruppo di persone minorate chiamate sordomuti.
— Non sentivano e non parlavano?
— Proprio così. Essi comunicavano per mezzo di un particolare linguaggio fatto di segni. Ciò significa che non potevano comunicare che con altri sordomuti. Capito? Dovevano vivere nella loro comunità o non potevano vivere affatto. Un uomo impazzisce se non può avere amici.
— Vuoi dire che voi esper siete come sordomuti?
— No, Ben. Voi non esper siete i sordomuti: se noi dovessimo vivere soltanto con voi impazziremmo. E ora, in nome di Dio, lasciami in pace. Se stai tramando qualcosa di losco, non voglio saperlo.
E West riattaccò il telefono senza attendere la risposta di Reich. Con un’esclamazione rabbiosa Reich afferrò un fermacarte d’oro e lo scagliò contro lo schermo di cristallo. Prima che le schegge fossero tutte cadute a terra, si era già sbattuta alle spalle la porta dell’ufficio e si avviava a grandi passi verso l’uscita del palazzo.
La sua segretaria sapeva dove stava andando. Il suo autista, un esper, sapeva dove voleva andare. Non appena Reich mise piede nel suo appartamento gli si fece incontro, per accoglierlo, il capo del personale di servizio, un esper anch’egli, che subito annunciò che si pranzava presto e gli servì il pranzo senza che avesse fatto in tempo a chiederlo. Sentendosi un po’ meno incline alla violenza, Reich cominciò a camminare su e giù per lo studio finché si diresse alla cassaforte: un semplice bagliore luminoso in un angolo.
Si trattava di scaffali incastrati fra loro a nido di vespa e sintonizzati nell’invisibile mediante una pulsazione monofasica. A ogni secondo, quando la fase visibile e quella invisibile coincidevano, lo schedario palpitava di una luce abbagliante. La cassaforte poteva essere messa in fase visibile stabile solo dall’impronta digitale dell’indice destro di Reich che era irriproducibile.
Reich posò la punta dell’indice al centro della macchia luminosa. Questa impallidì e apparvero gli scaffali. Tenendo sempre il dito nel medesimo punto, prese un piccolo taccuino nero e una grossa busta rossa su cui era scritto a grandi lettere DA APRIRSI IN CASO DI ASSASSINIO.
Cominciò a sfogliare rapidamente le pagine del taccuino: ANARCHICI… CORRUZIONE (GIÀ SPERIMENTATA)… CORRUZIONE (DA TENTARSI) RAPIMENTO… INCENDIO DOLOSO… Sotto le parole da tentarsi erano segnati i nomi di cinquantasette notissime persone. Tra esse figurava quello di Augustus T8, un medico esper di primo grado. Annuì soddisfatto.
Lacerò la busta rossa e ne esaminò il contenuto. Conteneva cinque fogli ricoperti da una scrittura vecchia di secoli. Quattro erano numerati: PIANO A, PIANO B, PIANO C, PIANO D. Il quinto portava il titolo INTRODUZIONE. Reich lesse lentamente l’antico scritto vergato da segni sottili come ragnatele.
A quelli che verranno dopo di me.
Il segno di un alto intelletto è dato dal rifiuto a soffermarsi su ciò che è ovvio. Se hai aperto questa lettera noi ci comprendiamo già l’un l’altro. Ho preparato quattro piani di assassinio che ti potranno essere di aiuto. Te li lascio in eredità come parte del patrimonio dei Reich. NOÌI sono che schemi essenziali. I particolari li ideerai tu, secondo le esigenze della tua epoca e del tuo caso.
Ma non dimenticarti di una cosa: l’essenza del delitto non muta. Si tratta sempre del conflitto dell’assassino contro la società: la vittima ne è il prezzo. E l’A B C del conflitto con la società non muta. Sii audace, forte e fiducioso e non fallirai l’impresa. Contro queste doti la società non ha difese.
Geoffrey Reich
Reich sfogliò i piani, lentamente, pensosamente, pieno di ammirazione per il vecchio filibustiere che aveva avuto tanto intuito e tanto ingegno da tramandare quell’opera ai suoi discendenti. La sua fantasia si eccitò, e nella sua mente le idee cominciarono a formarsi e a cristallizzarsi per essere analizzate, scartate e immediatamente sostituite.
Una frase attrasse la sua attenzione: Se hai la tempra dell’assassino, non indugiare troppo a far piani. / Lascia il più al tuo intuito / l’intelligenza ti può tradire ma l’istinto dell’assassino è infallibile.
— L’istinto dell’assassino — disse Reich con respiro affannoso. — Sento di possederlo!
Il telefono trillò e il telericettore automatico scattò. Si udì un rapido scambio di frasi, poi il nastro cominciò a snodarsi a sobbalzi dall’apparecchio. Reich si avvicinò alla scrivania e lo esaminò.
La risposta era brevissima e implacabile. CODICE REICH: RISPONDETE WWHG.
— Rifiuta l’offerta. Lo sapevo! — mormorò a denti stretti. — Benissimo, D’Courtney. Se non ci sarà fusione ci sarà delitto.
3
August T8 si faceva pagare mille dollari per un’ora di analisi — non una somma enorme, dato che raramente gli si chiedeva più di un’ora del suo tempo prezioso — ma i suoi guadagni erano di ottomila dollari al giorno, quarantamila alla settimana, due milioni all’anno. La gente conosceva queste cifre ma non sapeva quale percentuale lui versasse alla Lega per l’istruzione degli esper, e per l’attuazione del piano eugenetico della Lega di estensione della percezione extrasensoriale a tutti. August T8 lo sapeva; quel 95 % che doveva pagare era una nota assai dolente per lui. Per questo motivo non aveva mai accettato con piena convinzione il Voto di Galeno. Lo aveva quasi accettato, quasi, ma non completamente. Era per questo Non completamente che il suo nome era segnato nell’elenco sotto la voce CORRUZIONE (DA TENTARSI).
Reich entrò direttamente nell’ufficio di consultazione di T8, diede un’occhiata alla sua figura, vagamente sproporzionata all’ambiente, poi si sedette e mormorò: — Analizzatemi, presto.
— Siete Ben Reich della Sacramento. Dieci bilioni di dollari. State battendovi in una lotta mortale con la compagnia D’Courtney. Odiate D’Courtney? Questa mattina gli avete offerto di fondere le vostre due aziende. Ha rifiutato. Disperato, avete deciso di… — T8 s’interruppe.
— Continuate — disse Reich.
— Di uccidere D’Courtney come prima mossa per impadronirvi della sua industria. Vi occorre un aiuto. In cambio offrite… Qui il vostro pensiero si fa vago.