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— Contro di me?

— Forse. Secondo Akins, D’Courtney è in un periodo di violenta tensione e il suo sistema di adattamento è in pezzi. L’Istinto della Vita e l’Istinto della Morte si sono scissi in lui. Sotto l’azione di questo crollo emotivo cede rapidamente.

— La mia vita dipende da questo — gridò Reich. — Parlate chiaro.

— Akins vedrà D’Courtney mercoledì mattina, nel tentativo di dissuaderlo dai suoi pericolosi disegni. Akins teme gli sviluppi di questa situazione ed è deciso a fare il possibile per arrestarlo in tempo.

— Ma non dovrà intervenire. Io stesso lo arresterò. Ormai si tratta di autodifesa, non più di un assassinio, T8! Avete fatto un buon lavoro.

— Oggi è lunedì. Dovete tenervi pronto per mercoledì.

— Mi terrò pronto — assicurò Reich con una smorfia. — E anche voi fareste meglio a essere pronto.

— Ci ho ripensato — disse T8. — Non ci tengo ad andare oltre il punto a cui già sono arrivato.

— All’inferno voi e il vostro punto!

— Vi ho riferito quanto più vi premeva sapere. Sono stato una buona spia, come mi avete definito. Ho avuto il compenso che mi spettava, siamo pari e patta.

— Sentite — disse Reich sinistro — non posso cavarmela da solo e voi lo sapete. Ci eravamo accordati in questi termini. Ho bisogno che voi assecondiate la mia azione mercoledì in casa di Marie Beaumont. Avrò bisogno di voi dopo, per difendermi dalla polizia. Vi avevo detto che si trattava di una decina di settimane. Un giorno per l’assassinio e sessantanove per mascherarlo.

— Spiacente — disse T8. — Non posso aiutarvi.

— Non avete idea di come sarete spiacente tra poco — rispose Reich. Sfiorò con un dito il Sigillo e questo rotolò a terra. Era veramente una straordinaria contraffazione e il solo esserne in possesso avrebbe potuto creare guai seri se il governo ne fosse venuto a conoscenza. Reich indicò con un cenno il cristallo del registratore. — Volete risentire la conversazione?

La faccia di T8 divenne livida. — Avete registrato la nostra conversazione? Voi…

— E tale rimarrà finché la faccenda non sarà chiusa. Poi vi spedirò il cilindro di cristallo e un martello.

— Se mai la Polizia… significherebbe Disintegrazione. Non ve ne rendete conto?

— Disintegrazione per entrambi. Me ne rendo conto. — La voce di Reich s’incrinò. — Miserabile verme che non siete altro! Pensate che io permetta che qualcosa si frapponga tra me e il sangue di quel bastardo? — Cercò di padroneggiarsi. — Vi batterete con me fino alla fine, e io mi batterò fino all’ultimo sangue. Non dimenticate che anch’io sono in uno stato anormale. Anch’io mi sto disgregando.

Reich passò tutto quel lunedì a preparare il suo piano di battaglia. L’ideò come si inventa la trama di un romanzo o il motivo di una canzone. Ne abbozzò le linee essenziali con la delicatezza con cui un artista copre il foglio bianco di sottili arabeschi prima di tracciare il segno definitivo. Ma lui non lo tracciò. Mercoledì notte il suo istinto assassino avrebbe completato l’abbozzo. Per il momento mise da parte i suoi piani e la notte di lunedì si addormentò… per risvegliarsi con un urlo, in preda all’incubo dell’Uomo senza Volto.

Ma la mattina di martedì riesaminò il suo piano e ne rimase soddisfatto. Era audace, ben congegnato e sicuro. Comprendeva un trucco per rendersi invisibile al momento di attaccare D’Courtney; un cronoteleruttore per proiettare fuori dal flusso del tempo gli eventuali difensori; un ingegnoso inganno per defraudare tutte le telespie della loro pericolosa facoltà di percezione telepatica; un ultimo imprevedibile colpo assassino per distruggere per sempre il suo nemico.

Martedì pomeriggio Reich lasciò presto la Torre per fare una capatina in Sheridan Place agli Studios Winter.

Per ragioni sentimentali la vecchia libreria Winter era rimasta intatta in uno stretto passaggio tra due degli imponenti edifici. Così essa lasciava al di sopra tanto più spazio e luce, e costituiva, con la sua antica Protezione Donaldson, un tipico monumento dei tempi andati. Si era specializzata in dischi piezoelettrici, piccoli cristalli con eleganti montature. L’ultima moda consisteva in opere tascabili per signora. Winter disponeva anche di scaffali gremiti di seducenti libri antichi.

— Vorrei acquistare qualcosa di speciale per un amico a cui ho dimenticato di fare un regalo — disse Reich al commesso.

Fu immediatamente subissato da una valanga di oggetti e di suggerimenti.

— Non vedo niente di abbastanza speciale — si lamentò. — Perché non assumete una telespia per evitare tutta questa fatica ai vostri clienti? — Cominciò ad aggirarsi per il negozio, con un corteggio di premurosi commessi alle calcagna. Dopo aver recitato con sufficiente convinzione la sua parte e prima che il direttore preoccupato potesse mandare a chiamare un commesso telespia per l’occasione, Reich si fermò accanto agli scaffali dei libri.

— Che cosa c’è qui? — chiese con aria incuriosita.

— Libri antichi, signor Reich. — I commessi cominciarono a spiegare che genere di libri erano e come li stampavano un tempo, mentre Reich identificava con uno sguardo cauto il volume ingiallito e macchiato che era lo scopo della sua visita. Se lo ricordava bene. Gli aveva dato un’occhiata cinque anni prima, e aveva preso, su un certo particolare, un appunto nel taccuino nero su cui segnava tutto quanto gli potesse tornar utile. Il vecchio Geoffrey Reich non era il solo a credere nell’efficacia dei piani ben preparati.

— Interessante. Di che si tratta? — disse Reich prendendo in mano quel volume ingiallito. Giochi di società di Nita Noyes. — Di che epoca è? Credete che davvero facessero riunioni e inviti tanto tempo fa?

I commessi lo assicurarono che gli antichi erano modernissimi in tanti modi sorprendenti.

— Ma guarda un po’! — disse Reich. — Bridge da luna di miele… Whist alla prussiana… Ufficio postale… Sardina. Ma che cosa diavolo può essere? Pagina 96. Vediamo un po’.

Reich sfogliò il volume finché trovò una pagina dal presuntuoso titolo Giochetti ameni. — Ma guarda — rise, indicando il ben noto paragrafo.

Un giocatore viene scelto a fare da Sardina. Si spengono tutte le luci e la Sardina si nasconde da qualche parte in casa. Dopo qualche minuto gli altri ne vanno in cerca separatamente. Il primo che la trova non lo dice a nessuno, ma si nasconde con lei, là dove l’ha trovata. Successivamente ogni giocatore trovando le Sardine si unisce al gruppo finché tutti si trovano nascosti in un unico posto e l’ultimo giocatore, che è il perdente, vien lasciato vagare solo al buio.

—  Lo prendo — disse Reich. — È proprio quello che ci vuole per un de… per un amico.

Quella sera passò tre ore a deturpare accuratamente il resto del volume. Con fumo, acidi, inchiostro e forbici rese illeggibili le spiegazioni degli altri giochi e ogni bruciatura, taglio, macchia erano come altrettanti colpi inferti al corpo di D’Courtney. Quando questi suoi pseudo delitti furono compiuti, delle istruzioni relative a ogni gioco non restavano che pochi frammenti. Solo Sardina rimaneva intatto.

Reich infilò il libro in una grossa busta su cui scrisse l’indirizzo di un famoso perito e lo lasciò cadere nella buca della posta pneumatica. Vi cadde con un lieve tonfo, e un’ora dopo era di ritorno con il sigillo dell’approvazione ufficiale del perito. Le mutilazioni di Reich erano state interpretate come semplici segni di antichità e non avevano destato sospetti.

Fece avvolgere il libro in un elegante pacchetto, lo sigillò come era l’uso, e lo spedì a Marie Beaumont. Venti minuti dopo ricevette la risposta, naturalmente scritta dalle mani della donna.