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— Salve, Jerry.

Senza alzare lo sguardo Church stese la mano attraverso il banco. Reich fece per afferrarla. L’altro la ritirò rapidamente.

— No — disse Church con un ghigno che fu come una risata isterica. — Non questo, grazie. Datemi quello che volete impegnare.

La telespia aveva voluto tendergli la sua piccola trappola maligna, e Reich c’era cascato. Non importava.

— Non ho niente da impegnare, Jerry.

— Sei diventato così povero? Come cadono i potenti. Ma c’è da aspettarselo, eh? Tutti cadiamo.

Church gli gettò uno sguardo obliquo cercando di captarne il pensiero. Ci si provasse pure. Paura, Tensione, Ansietà cominciano già. Provasse pure a superare la barriera dello stupido motivetto che gli risuonava in testa.

— Tutti cadiamo — ripeté Church. — Tutti.

— È vero, Jerry. Io non ancora. Sono stato fortunato.

— Io invece ho avuto la sfortuna di incontrare te — disse l’esper con amarezza.

— Jerry, non sono stato io a portarti sfortuna — disse Reich. — È stato il tuo stesso destino che ti ha rovinato. Io non…

— Bastardo — disse Church con calma spaventosa. — Falso, bugiardo, sporco cannibale. Fuori di qui. Non voglio avere niente a che fare con te.

— Non vuoi neppure il mio denaro? — Reich trasse di tasca dieci banconote un po’ gualcite da dieci sovrane l’una e le mise sul banco. Paura, Tensione, Ansietà cominciano già.

—  Vorrei che ti squarciassero il cuore. Vorrei che il tuo sangue imbevesse la terra. Vorrei che i vermi ti divorassero gli occhi da vivo. Non è il tuo denaro che voglio.

— Allora che cosa vuoi, Jerry?

— Te l’ho detto — urlò l’esper. — Che ti si geli il sangue!

— Che cosa vuoi, Jerry? — ripeté Reich, senza staccare gli occhi da quel viso riarso. Paura, Tensione, Ansietà, cominciano già. Riusciva ancora a dominare Church. Non era importante che Church fosse stato un secondo grado, perché il dominio non era una questione telepatica ma di personalità. Otto, amico; sette, amico; sei, amico; cinque, amico. Aveva sempre dominato Church e avrebbe sempre continuato a dominarlo.

— Che cosa vuoi? — chiese Church cupamente.

Reich sbuffò. — Tu sei la telespia, tu lo devi dire.

— Non posso captare niente. Quella stupida musica crea una grande confusione.

— Allora te lo dirò io. Voglio una pistola.

— Che cosa?

— Una pistola. Arma antica. Lancia proiettili!

— Non ho niente di simile, qui.

— Sì che ne hai, Jerry. Keno Quizzard me ne ha parlato tempo fa. L’ha vista: d’acciaio e apribile. Molto interessante come antichità.

— Per che scopo te ne vuoi servire?

— Leggimi nel pensiero, Jerry e scoprirai tutto. Niente che non sia innocente.

Church assunse un’espressione concentrata. Poi desistette, disgustato. — Non mi contagerai con quel monotono motivetto.

Scomparve nell’ombra. Si udì un lontano sbattere di cassetti metallici, poi il tintinnìo di un involucro protettivo frantumato. Church tornò con in mano un oggetto d’acciaio brunito e lo depose sul banco accanto al denaro. Premette un pulsante e l’oggetto metallico si aprì rivelando un tirapugni d’acciaio, una pistola a tamburo e uno stiletto.

— Perché la vuoi? — chiese ancora Church.

— Speri che voglia farne qualcosa per cui potrai ricattarmi? — disse Reich con un sorriso. — Spiacente, è un regalo.

— Un regalo pericoloso. — Church gli lanciò quel suo sguardo obliquo che era come un ghigno o una risata. — Vuoi rovinare qualcun altro, eh?

— È un regalo per un mio amico. Il dottor T8.

— T8! — Church lo guardò sorpreso.

— Lo conosci? Fa collezione di cose antiche.

— Sì, lo conosco. — Church cominciò a ridacchiare sussultando. — Ma comincio a conoscerlo meglio ora. Comincio a compatirlo. — Smise di ridere e guardò Reich con sguardo penetrante. — Naturale! Sarà un bellissimo regalo per Gus. Proprio un magnifico regalo. Perché è carica.

— Ah sì?

— Cinque belle cartucce. Magnifico regalo per Gus. — Fece scattare una leva. Dalla pistola uscì il cilindro rivelando cinque scompartimenti contenenti ciascuno il fondo di ottone di un proiettile.

— Cinque denti di serpente per Gus.

— Ti ho detto che il mio scopo è assolutamente innocuo — disse Reich con voce dura. — Toglieremo questi denti.

Church lo fissò attonito, poi cominciò a far cenni di finta complicità. — Sì, sì, li estrarremo — canticchiò con voce stranamente gaia. Scomparve un attimo nel buio e tornò con due piccoli arnesi. — Un regalo per Gus — canticchiò con tono quasi isterico. — Un regalo per il nostro bravo, ricco, felice, piccolo Gus! — Con gesto rapido tolse i proiettili da ogni cartuccia, rimise i bossoli di ottone al loro posto, inserì nuovamente il cilindro e pose l’arma accanto al denaro.

— Nessun pericolo — disse vivacemente. — Nessun pericolo per il nostro caro piccolo Gus.

Guardò Reich con sguardo interrogativo. Reich tese entrambe le mani. Con una spinse il denaro verso Church, con l’altra prese l’arma. In quel momento Church cambiò di nuovo espressione. Quella sua aria di allegra malizia scomparve. Afferrò i polsi di Reich in una stretta ferrea e si curvò sul banco con un’espressione di ardente concentrazione.

— No, Ben — disse, chiamandolo per nome per la prima volta. — Non è questo il prezzo. Lo sai. Malgrado quella stupida canzone che hai in testa so che lo sai.

— Benissimo, Jerry — disse Reich con voce ferma senza allentare la presa sulla pistola. — Qual è il prezzo?

— Non voglio denaro. C’è stato troppo fra noi perché ci sia ancora bisogno di denaro.

— Che cosa vuoi, Jerry?

— So che Gus lavora per te.

— Non l’hai captato certo da me.

— L’ho captato da Pres, ma non importa dove; lo so, stai macchinando qualcosa di pericoloso per Gus, vero? Qualcosa di simile a quello che infliggesti a me.

— Con una pistola scarica? Tu stesso hai allontanato il pericolo, Jerry. Ricordatelo.

— Nel caso che me lo chiedessero?

— E perché te lo dovrebbero chiedere?

— Non mi importa di quello che vuoi fare a Gus. Mi importa di quello che puoi fare a me.

— Che cosa vuoi? Qual è il tuo prezzo?

— Voglio essere riammesso — disse l’ex-esper. — Voglio essere riammesso nella Lega. Voglio sentirmi di nuovo vivo. Questo è il prezzo.

— Che cosa posso fare io? Non sono un esper. Non appartengo alla Lega.

— Hai patteggiato con me. Hai patteggiato con T8. Potresti patteggiare con la Lega. Potresti ottenere la mia riammissione.

— Impossibile.

— Tu puoi corrompere, ricattare, intimidire, lusingare, abbagliare, affascinare. Puoi farlo, Ben. Fallo per me. Aiutami, Ben. Io ti ho già aiutato una volta.

— E l’ho pagata assai cara.

— E io? Che cosa ho pagato io? — urlò Church. — Io ho pagato con la mia stessa vita.

— Tu hai pagato per la tua stupidità.

— Per l’amor di Dio, Ben, aiutami! Aiutami oppure uccidimi. Non ho fegato abbastanza per farlo io stesso.

— Non ho la possibilità di pagarti un tale prezzo, Jerry. Nessuno l’avrebbe.

— Benissimo. Ascolta. — Church strinse ancor più forte i polsi di Reich e si curvò in avanti. — Ecco quello che puoi fare. Vai alla polizia. Vai da Powell. Digli cos’è successo realmente nell’affare Swingle. Sarà una confessione compromettente, ma te la caverai Ben. Un uomo potente come te se la cava sempre. E io sarò a posto. Potrò tornare a far parte della Lega. Cosa ne dici?