— Del tutto escluso. Non ci sono armi.
— Ma con che mezzo è stato ucciso?
— Non si sa.
— Se ha un buco nella testa che ci passerebbe un pugno!
— Entrata sotto il velo pendulo. Uscita dalla cosiddetta fontanella. Morte istantanea. Ma che cosa gli ha perforato il cranio? Non lo sappiamo.
— Radiazioni?
— Nessuna bruciatura.
— Cristallizzazione?
— Nessun segno di congelamento.
— Una carica di nitro vapore?
— Nessun residuo di ammoniaca.
— Acido?
— Un getto d’acido non avrebbe potuto sfondargli il cranio a quel modo.
— Un pugnale o un coltello?
— Impossibile. Avete un’idea di che forza ci vuole per un colpo del genere? Nessuno ci sarebbe riuscito.
— Bene, non riesco a immaginare nessun’altra arma. No, aspetta. Che ne diresti di un proiettile?
— Escluso anche questo. Non c’è traccia di proiettili. Nulla nell’interno della ferita. Nulla nella camera.
— Maledizione!
— Sono d’accordo.
— Allora non hai proprio nulla di speciale da riferirmi?
— Sì. Al momento di morire stava mangiando zucchero candito. Gli abbiamo trovato in bocca un frammento di materia plastica del tipo in cui in genere si avvolge lo zucchero candito.
— Ebbene?
— Nessuna traccia di zucchero candito nella stanza.
— Potrebbe averlo mangiato tutto.
— Nessuna traccia di zucchero candito nel suo stomaco. Comunque, non avrebbe potuto mangiarlo, con la gola che aveva.
— Perché no?
— Cancro di origine psichica. Un brutto caso. Non poteva parlare, figuriamoci se poteva mangiare zucchero candito.
— Dobbiamo mettere le mani sull’arma, di qualunque cosa si tratti.
— Cerca la figlia e troverai l’arma — disse Kr I-2t. — Ha fatto fuori il vecchio e poi se ne è andata di corsa con l’arma.
— E sai anche perché lo avrebbe fatto?
— Non ti posso dire perché l’abbia ucciso — rispose, con disperata calma, Kr I-2t — non ti posso dire come, l’ha ucciso… — e improvvisamente esplose: — Non posso nemmeno dirti a che ora! Powell, io do le dimissioni!
Con questa, Kr I-2t aveva dato le dimissioni diciassette volte nel corso di due anni. Ignorando completamente il fatto, Powell sfogliò il fascicolo del rapporto, fissò il cadavere bianco come cera, fischiettò un motivetto. Ricordava di aver letto un romanzo in cui si narravano le vicende di un esper capace di leggere nella psiche di un cadavere… qualcosa di simile all’antico mito secondo cui si poteva, fotografando la retina di un morto, avere l’immagine dell’assassino. Gli sarebbe piaciuto possedere quella eccezionale capacità.
— Bene — disse infine con un sospiro. — Ci hanno battuto per quel che riguarda il motivo e il metodo. Speriamo che il Reparto Molecolare ci illumini sull’occasione, Kr I-2t, o non riusciremo mai a battere Reich.
— Reich? Ben Reich? E che cosa c’entra?
— È Gus T8 che mi preoccupa, più che altro — mormorò Powell. — Se davvero è immischiato in questa faccenda… Che cos’hai detto? Oh, Reich? È lui l’assassino, Kr I-2t. Ho giocato San Jordan, giù nello studio di Marie Beaumont. Recitando la mia parte della piccola commedia che ho inscenato, sono riuscito a distrarre l’attenzione di San e ne ho approfittato per telespiare il suo cliente. Nessuna prova obiettivamente valida, naturalmente, ma ho captato abbastanza per convincermi che Reich è l’assassino.
— Davvero? — esclamò Kr I-2t.
— Ma ci vuol altro per consegnarlo alla legge, fratello. È un lungo, lungo cammino.
Di malumore Powell si congedò da Kr I-2t, attraversò l’anticamera e discese al quartier generale, installato nella galleria.
— E ho simpatia per Reich — borbottò.
Il Rivelatore Molecolare era una specie di segugio meccanico. Nel XX secolo, quando si usavano le armi da fuoco, i malviventi facevano scomparire il numero d’identità dell’arma servendosi di una lima e un po’ di acido. Non sapevano che l’incisione aveva alterato a tal punto la struttura molecolare del metallo che con raggi X e altri metodi affini si potevano leggere i numeri anche dopo che la superficie era stata accuratamente raschiata.
Il Rivelatore Molecolare agiva su per giù nello stesso senso dei raggi X. Si poteva camminare su un pavimento con la massima circospezione, cancellare accuratamente ogni orma senza lasciare alcuna traccia visibile del proprio passaggio, ma si ignorava che ogni passo lasciava dietro di sé un’inconfondibile, caratteristica traccia molecolare. Il Molecolare seguiva appunto tale traccia, strisciando su pavimenti, scale e scalinate, con uno stridore e un ronzìo insistenti, demoniaci.
La traccia veniva riportata sotto forma di freccioline su una carta graduata di pellicola plastica trasparente, di colore diverso per ogni singolo sospettato. Quando l’indagine era compiuta, le pellicole venivano sovrapposte, ed esaminandole si aveva una visione complessiva di tutti i tortuosi itinerari seguiti da ciascun individuo sospetto.
Son mise il fascio delle carte sotto gli occhi di Powell che osservò attentamente i sinuosi fili colorati per un attimo e poi alzò stancamente lo sguardo.
Lo so, Pres. Sarebbe stato più semplice se non avessero scoperto che il sangue di D’Courtney filtrava attraverso il soffitto. Ma salendo lassù tutti in massa hanno creato questa bella confusione.
Powell esaminò ancora le carte sovrapposte. Linee colorate attraversavano in varie direzioni il salone di casa Beaumont, la sala di musica, lo studio, passavano attorno al palco e alle fontane e confluivano nella sala di proiezione. Da questa un grosso nastro di colori si snodava di nuovo in direzione del salone, risaliva la galleria e raggiungeva l’appartamento nuziale.
Ecco la ragazza. Son indicò un susseguirsi di frecce gialle che partendo da una delle camere dell’appartamento nuziale scendevano per il corridoio, penetravano nella camera delle orchidee, e dopo alcuni giri confusi, lasciavano la stanza e si dirigevano verso la più prossima uscita.
Powell e Son iniziarono uno di quei rapidi scambi di idee che caratterizzavano la conversazione degli esper.
Di chi sono queste, Chas? Le orme rosa e smeraldo? Anche queste portano verso un’uscita.
Due ospiti che non se la sentirono di sopportare quel gioco detto Sardina, benedetti loro. Se ne andarono presto. Una è Duffy Wygs, una compositrice di psicocanzoni, l’altro è il giovane Galen.
Ma guarda!
No, non pensare niente di male, Pres. Galen non appartiene al circolo di Marie Beaumont. M’è bastato esaminare un attimo i due esper segretari. Si è intrufolato tra gli invitati per scommessa. A quel che pare se l’è battuta appena possibile.
Cercalo, comunque, e parla sia con lui sia con la ragazza.
Va bene.
Le orme di Reich quali sono?
Perché Reich in particolare? Forse che…
Mah!
Accidenti! Che cosa deve essere la vita di un primo grado!
Fa’ i tuoi esami alla Lega e lo saprai!
Fatti il mese scorso. Bocciato di nuovo. Le orme di Reich sono quelle scarlatte.
Lo pensavo. Guardale, Chas. Reich è salito al piano superiore due volte ed è sceso due volte. Vedi?
Sì. E allora?
È la prova che ebbe l’occasione di compiere il delitto. Salì una volta con il gruppo, ma era già salito prima, a uccidere D’Courtney.