— Voi mentite!
— Potrei accusarvi di violazione di domicilio e tentato omicidio, ma è un’accusa insufficiente e probabilmente riuscireste a scaricarvene. I miei soli testimoni sarebbero una telespia e una ragazza ammalata.
— Devo credervi? Non avete nessun elemento, Powell. Vi ho battuto su tutta la linea. Ecco perché ora cercate di prendermi in trappola. — Reich si interruppe di colpo. — Questa è probabilmente la trappola più pericolosa e io ci sono caduto. Che dannato idiota.
— State zitto — sbottò Powell — quando vi agitate così non riesco a captare un bel niente!
Powell si concentrò su Reich poi il suo viso impallidì. — Ecco! Peetcy aveva ragione. Movente passionale e noi pensavamo che si divertisse a dir sciocchezze. L’immagine di Reich e di Barbara unite come due fratelli siamesi… Il senso di colpevolezza di D’Courtney. Non c’è da stupirsi se Reich non poté uccidere me e Barbara da Chooka… Ma il delitto non ha più importanza ora. La cosa è ben più profonda e più pericolosa di quel che io abbia mai immaginato.
S’interruppe, si volse e fissò Reich con occhi fiammeggianti. — Ma sapete fino a che punto siete pericoloso? Sa un flagello di essere letale? La morte è cosciente di essere morte?
Reich stralunò gli occhi in viso a Powell, sconvolto.
— Perché chiederlo a voi? — mormorò Powell. — Voi non sapete di che cosa sto parlando. Non lo saprete mai.
Si accostò al bar, riempì due coppe di brandy e le fece trangugiare a Reich una dopo l’altra. Reich s’ingozzò e sputacchiò rabbiosamente.
— Sappiate questo — disse Powell. — Il processo contro di voi è chiuso a causa di questi tranelli, di queste insidie in cui cadete. Se avessi conosciuto prima la loro esistenza avrei infranto i miei principi e vi avrei ucciso.
Reich smise di sputacchiare.
— Quando avete offerto la fusione a D’Courtney egli vi rispose WWHG, che significa accetto. Non avevate ragione di ucciderlo. Questa era la nostra lacuna!
Reich impallidì. — WWHG: rifiuto.
— No, accetto. Quando lo seppi mi resi conto che non avrei potuto chiedere la vostra condanna. Ma non sono io l’uomo che vi insidia, che tenta di uccidervi. C’è un altro che tenta di uccidervi perché sa che siete sfuggito alla disintegrazione. Lui ha sempre saputo quanto io ho scoperto solo ora: che voi siete una spaventosa minaccia per tutto il nostro futuro.
Reich si alzò a fatica dal divano. — Chi è? Chi è?
— Il vostro antico nemico, Reich. Non riuscirete mai a sfuggirgli… a nascondervi… e io spero che non riuscirete mai a mettervi in salvo.
— Chi è?
— L’Uomo senza Volto.
Reich gli volse le spalle e uscì barcollando dalla casa.
15
Devi pensare. Che cosa ti è accaduto? Perché non pensi?
Paura, Tensione…
Mentiva. Una gigantesca trappola. WWHG: rifiuto. Ma perché mentiva? A che gli può servire?
…Ansietà, cominciano già.
L’Uomo senza Volto. Breen potrebbe averlo raccontato a Powell. Anche Gus 18. Pensaci!
Paura…
Non c’è nessun Uomo senza Volto. Si tratta solo di un incubo.
Tensione…
E i tranelli, allora? Ero nelle sue mani: perché non l’ha fatta finita con me? E mi ha detto che sono libero. Che cosa medita? Pensaci!
Ansietà…
È il tuo nemico. Non riuscirai mai a sfuggirgli… a nasconderti… a metterti in salvo… No, non è l’Uomo senza Volto. È Powell!
Una mano gli toccò la spalla.
— Signor Reich?
Reich si rese conto che pioveva a dirotto. Giaceva su un fianco, le ginocchia piegate, fradicio, tremante di freddo. Si trovava sulla spianata dell’Inlet Bombe. Intorno gli alberi frusciavano, grondanti. Una figura era curva su di lui.
— Chi siete?
— Galen Chervil. Quello della festa di Marie Beaumont. Posso farvi quel famoso favore, signor Reich?
— Non leggetemi nel pensiero, ve ne prego.
— Ma no, signor Reich. Non lo facciamo, d’abitudine… — Il giovane Chervil s’interruppe. — Non sapevo che foste al corrente che ero una telespia.
— Vi conosco tutti, dannati…
— Non parlate così, signor Reich. Mi fate venir voglia di darvi ragione.
Il giovane Chervil lo prese sotto per le ascelle e l’aiutò a rialzarsi, fissando quel suo viso spaventato.
— Siete stato assalito, signor Reich?
— Cosa? No.
— Un incidente, signore?
— No, io… Oh, andatevene all’inferno!
— Certo, signore, ma pensavo aveste bisogno di aiuto e vi devo un favore, ma…
— Tornate qui. — Reich si abbrancò al tronco di un albero, si drizzò in piedi e fissò Chervil con occhi iniettati di sangue. — Siete pronto a farmi qualunque favore?
— Ma certo, signor Reich.
— Il mio problema è il delitto, Chervil. Voglio scoprire chi sta tentando di uccidermi. Mi farete questo favore? Leggerete il pensiero di chi vi indicherò?
— Suppongo che la polizia sia in grado di…
— La polizia? — Reich rise e agitò una mano disperatamente. — Voglio captare il pensiero di un pezzo grosso, Chervil. Il commissario stesso. — Si staccò dall’albero e si avvicinò barcollando a Chervil. — Voglio fare una visitina al mio amico, il commissario Crabbe e fargli un paio di domande. Voglio che voi siate presente per dirmi la verità.
— Ma il commissario potrebbe seccarsi di essere telespiato.
— Non lo saprà — tuonò Reich. — Guardatemi, idiota. Sono distrutto… sono a pezzi… mi hanno assassinato per due terzi! Voglio questo favore. Dite che me lo dovete. Dunque siete disposto a venire con me nell’ufficio di Crabbe e a telespiarlo?
— Sì, signor Reich.
— Una telespia per bene! Che cosa strana. Andiamo.
Reich percorse la spianata alla cieca, come fosse solo un corpo, un corpo appena decapitato. Chervil lo seguì, soggiogato dalla furia che spingeva Reich alla centrale di polizia. Là giunto, Reich riacquistò tutta la sua prepotenza, passò come un fulmine dinanzi a impiegati e guardie e irruppe nell’ufficio tutto ebano e argento del commissario Crabbe.
— Mio Dio, Reich — Crabbe trasecolò. — Sei tu, non è vero?
— Sedetevi, Chervil — disse Reich. Si volse a Crabbe. — Sì, sono io. È la terza volta che per poco non mi fanno fuori, oggi. Questo ragazzo… — Reich indicò Chervil. — Questo ragazzo mi ha trovato sulla spianata dell’Inlet Bombe più morto che vivo. E dov’era quella dannata polizia?
— Che ti fanno fuori, dici? — Crabbe batté un gran colpo sulla sua scrivania. — Ma naturale! Powell è un idiota. Ho detto a Powell che eri innocente. Non ha voluto darmi retta. Anche quando Peetcy ha asserito che tu eri innocente, non ha voluto darsene per inteso.
— Il giudice ha detto che io sono innocente?
— Ma certo. Non c’è in corso nessun processo contro di te. Non andartene, Ben. Voglio parlarti di quell’elezione a senatore del sistema solare…