Выбрать главу

— Abbiamo scelta? — domandò il senatore Peters di Deneb Drei.

Tutti si girarono verso la persona seduta a fianco del consulente Albedo.

Quasi a sottolineare l'importanza del momento, una nuova IA era stata ammessa al Consiglio di Guerra, con il compito di presentare l'arma goffamente battezzata "neurobomba". Il consigliere Nansen era alto, maschio, abbronzato, rilassato, impressionante, convincente, affidabile e imbevuto di quel raro carisma da leader che attira stima e simpatia.

Meina Gladstone trovò subito antipatico il nuovo consulente e ne ebbe paura. Le parve che quella proiezione fosse stata elaborata dagli esperti delle IA per creare proprio la reazione di fiducia e di ubbidienza che intuiva già in atto in alcuni dei presenti. E, temeva Gladstone, il messaggio di Nansen significava morte.

La neuroverga era stata per secoli tecnologia della Rete: progettata dal Nucleo e limitata nell'uso al personale della FORCE e ad alcune organizzazioni di sicurezza specializzate, come quella della Casa del Governo e come i Pretoriani di Gladstone. Non bruciava, esplodeva, sparava, scorificava, inceneriva. Non provocava rumore e non proiettava raggio visibile né impronta sonica. Si limitava a far morire il bersaglio.

Se il bersaglio era umano, cioè. Il raggio di azione della neuroverga era limitato, non più di quindici metri; ma, in questo raggio, il bersaglio umano moriva, mentre animali e oggetti erano completamente al sicuro. L'autopsia mostrava segni di interferenza nelle sinapsi e nessun altro danno. Per generazioni gli ufficiali della FORCE avevano portato la neuroverga come arma personale e simbolo di autorità.

Ora, rivelò il consulente Nansen, il Nucleo aveva perfezionato un ordigno che utilizzava su scala più vasta il principio della neuroverga. Aveva esitato a rivelarne l'esistenza, ma vista l'imminente e orribile minaccia dell'invasione Ouster…

Le domande erano state energiche e a volte ciniche, con i militari più scettici dei politici. Sì, la neurobomba poteva eliminare gli Ouster, ma che cosa sarebbe accaduto alla popolazione dell'Egemonia?

La si poteva mettere al riparo in uno dei mondi labirinto, aveva risposto Nansen, ripetendo la precedente proposta del consulente Albedo. Cinque chilometri di roccia l'avrebbero riparata dagli effetti delle increspature neurali in espansione.

Quanto si propagavano, questi raggi della morte?

Già a una distanza di poco inferiore ai tre anni-luce non avevano più effetto letale, rispose Nansen, calmo, fiducioso… l'ultimo piazzista della penultima campagna vendite. Una zona abbastanza ampia da liberare qualsiasi sistema dello Sciame aggressore. E abbastanza ridotta da interessare solo i sistemi stellari più vicini. Il 92% dei mondi della Rete non aveva altri pianeti abitati nel raggio di cinque anni-luce.

E quelli che non potevano essere evacuati? La domanda era stata di Morpurgo.

Il consulente Nansen aveva sorriso e aveva allargato le mani come per mostrare che non vi nascondeva niente. Non mettete in funzione l'ordigno finché non siete sicuri che tutti i cittadini dell'Egemonia sono stati fatti evacuare o messi al riparo, aveva detto. Ogni cosa, dopotutto, sarebbe sotto vostro controllo.

Feldstein, Sabenstorafem, Peters, Persov e molti altri si erano subito mostrati entusiasti. Un'arma segreta per porre fine a tutte le armi segrete. Si poteva avvertire gli Ouster… organizzare una dimostrazione.

Spiacente, aveva detto Nansen. I denti, quando sorrideva, erano candidi come la veste. Non possono esserci dimostrazioni. L'arma funziona proprio come una neuroverga, solo in uno spazio molto più ampio. Non ci saranno danni alle cose, effetti di esplosione né onde di urto misurabili al di sopra del livello neutrinico. Solo invasori morti.

Per fare una dimostrazione, aveva spiegato il consulente Albedo, bisogna usarla almeno contro uno Sciame Ouster.

L'entusiasmo del Consiglio di Guerra non era diminuito. Perfetto, aveva detto lo Speaker della Totalità Gibbons, scegliamo uno Sciame, proviamo l'ordigno, trasmettiamo i risultati agli altri Sciami e diamo loro un'ora di tempo per ritirarsi. Non abbiamo provocato noi questa guerra. Meglio milioni di nemici morti che una guerra che reclami decine di miliardi nel prossimo decennio.

Hiroshima, aveva detto Gladstone, il suo unico commento della giornata. La parola era stata pronunciata a voce troppo bassa perché gli altri la udissero, tranne Sedeptra.

Morpurgo aveva domandato: «Siamo sicuri che i raggi perderanno efficacia dopo tre anni-luce? Li avete provati?»

Il consulente Nansen aveva sorriso. Se rispondeva sì, da qualche parte c'erano mucchi di cadaveri umani. Se rispondeva no, l'attendibilità della neurobomba era seriamente in discussione. Siamo certi che funzionerà, aveva detto Nansen. Le prove simulate sono state infallibili.

"Le IA della Squadra Kiev dissero la stessa cosa a proposito della prima anomalia teleporter" pensò Gladstone. "Quella che distrusse la Terra." Non disse niente a voce.

Tuttavia, Singh e Morpurgo e Van Zeidt e i loro specialisti avevano spuntato le frecce di Nansen dimostrando che era impossibile evacuare rapidamente Mare Infinitum e che l'unico mondo della Rete minacciato dalla prima ondata, in possesso di un proprio labirinto, era Armaghast e si trovava a meno di un anno-luce da Pacem e da Svoboda.

Il sorriso caloroso, servizievole, di Nansen non vacillò. — Voi volete una dimostrazione, e mi sembra ragionevole — disse piano. — Dovete mostrare agli Ouster che l'invasione non sarà tollerata, pur concentrandovi su una perdita minima di vite. E dovete mettere al riparo la popolazione dell'Egemonia. — S'interruppe, congiunse le mani. — Che ne dite di Hyperion?

Intorno al tavolo il brusio divenne più intenso.

— Non è un vero e proprio mondo della Rete — disse lo Speaker Gibbons.

— Ma ora è nella Rete, con il teleporter della FORCE ancora sul posto! — esclamò Garion Persov della Diplomazia: era chiaro che aveva sposato subito l'idea.

L'espressione severa del generale Morpurgo non mutò. — Resterà lì solo per alcune ore. Al momento proteggiamo la sfera dell'anomalia, ma potrebbe cadere da un istante all'altro. Gran parte di Hyperion è nelle mani degli Ouster.

— Ma il personale dell'Egemonia è stato evacuato? — disse Persov.

Rispose Singh. — Tutti, tranne il governatore generale. Non è stato rintracciato, nella confusione.

— Peccato — disse il ministro Persov, senza molta convinzione. — Ma il punto è un altro: la popolazione rimasta è quasi tutta indigena e ha facile accesso al labirinto, dico bene?

Barbre Dan-Gyddis, del Ministero dell'Economia, il cui figlio era stato direttore di una piantagione di fibroplastica nei pressi di Port Romance, disse: — Nel giro di tre ore? Impossibile.

Nansen si alzò. — Non credo. Possiamo trasmettere per astrotel l'avvertimento alle autorità autonome della capitale. Penseranno loro a iniziare immediatamente l'evacuazione. Esistono migliaia di ingressi al labirinto di Hyperion.

— La capitale Keats è sotto assedio — brontolò Morpurgo. — L'intero pianeta è sotto attacco.

Il consulente Nansen annuì con espressione triste. — E presto sarà messo a ferro e fuoco dai barbari Ouster. Una scelta difficile, signore e signori. Ma l'ordigno funzionerà di sicuro. L'invasione cesserà semplicemente di esistere, nello spazio intorno a Hyperion. Sul pianeta milioni di persone si salverebbero e l'effetto sulle forze di invasione Ouster dislocate in altri punti sarebbe significativo. Sappiamo che i loro cosiddetti Sciami Confratelli comunicano mediante astrotel. L'eliminazione del primo Sciame a invadere lo spazio dell'Egemonia… lo Sciame di Hyperion… sarebbe il deterrente perfetto.

Nansen scosse di nuovo la testa e si guardò intorno, con un'aria di preoccupazione quasi paterna. Impossibile fingere una simile sincerità addolorata. — La decisione tocca a voi. L'arma è vostra: potete servirvene o lasciarla da parte. Al Nucleo non piace togliere vite umane… né, con l'inazione, permettere che vite umane si trovino in pericolo. Ma in questo caso, quando sono in ballo miliardi di vite… — Nansen allargò di nuovo le mani, scosse la testa per l'ultima volta e si sedette: era chiaro che rimetteva la decisione a menti e cuori umani.