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— Due — dice il Console.

— Come? — Martin Sileno si gira di scatto, perde l'equilibrio, cade sulle ginocchia accanto al corpo di Hoyt. — Cos'hai detto?

— Due crucimorfi — dice il Console. — Il suo e quello di padre Duré. Se la storia sui Bikura è vera, allora tutt'e due saranno… risuscitati.

— Oh, Cristo in croce — dice Sileno. Si siede sulla sabbia.

Brawne Lamia ha terminato di avvolgere il corpo del prete. Lo guarda. — Ricordo l'episodio, nella storia di padre Duré a proposito del Bikura chiamato Alfa — dice. — Ma ancora non capisco. Non quadra con la legge della conservazione di massa.

— Saranno mini-zombie - dice Martin Sileno. Si stringe addosso la pelliccia e prende a pugni la sabbia.

— Avremmo appreso un mucchio di cose, se la nave fosse arrivata — dice il Console. — L'autodiagnostico avrebbe… — S'interrompe. — Guardate. Nell'aria c'è meno sabbia. Forse la tempesta sta per…

Il fulmine lampeggia e comincia a piovere: palline gelide che colpiscono il viso con furia maggiore della tempesta di sabbia.

Martin Sileno comincia a ridere. — Che deserto di merda! — grida al cielo. — Finiremo annegati nel diluvio.

— Dobbiamo toglierci di qui — dice Sol Weintraub. Fra le pieghe del mantello si scorge il viso della piccina. Rachel piange: è paonazza. Sembra appena nata.

— Castel Crono? — propone Lamia. — Dista un paio d'ore…

— Troppo lontano — obietta il Console. — Accampiamoci in una Tomba.

Sileno ride di nuovo. Declama:

Chi sono costoro che vengono al sacrificio?

A quale verde altare, o misterioso sacerdote,

hai condotto questa giovenca che muggisce al cielo,

con i serici fianchi ornati di ghirlande?

— Significa sì? — domanda Lamia.

— Significa un merdoso "perché no?" — ride Sileno. — Facilitiamo pure alla nostra gelida musa il compito di trovarci. Nell'attesa, guarderemo il nostro amico decomporsi. Quanto tempo occorreva, secondo la storia di Duré, perché un Bikura si riunisse al gregge, dopo che la morte aveva interrotto il suo brucare?

— Tre giorni — dice il Console.

Col palmo della mano Martin Sileno si batte la fronte. — Ma certo. Come ho fatto, a scordarlo? Un periodo di tempo davvero appropriato, a mo' di Nuovo Testamento. Intanto, forse il nostro lupo Shrike porterà via un altro capo di questo gregge. Credete che al prete importi, se prendo in prestito un crucimorfo, per ogni evenienza? Voglio dire, ne ha uno di scorta…

— Andiamo — dice il Console. Un ruscello continuo di pioggia gli scorre dal tricorno. — Staremo nella Sfinge fino al mattino. Porterò il bagaglio di Kassad e il cubo di Moebius. Brawne, porta le cose di Hoyt e lo zaino di Sol. Sol, tieni la piccina al caldo e all'asciutto.

— E il prete? — domanda il poeta, muovendo il pollice in direzione del corpo.

— Padre Hoyt lo porti tu — dice piano Brawne Lamia, girandosi.

Martin Sileno apre bocca, vede in pugno a Lamia la rivoltella, scrolla le spalle, solleva il corpo del prete. — Chi porterà Kassad, quando lo troveremo? — domanda. — Certo, forse sarà in tanti pezzi che potremo dividercelo…

— Per favore, sta' zitto — dice stancamente Brawne Lamia. — Se devo spararti, avremo un altro peso da portare. Cammina e basta.

Il Console procede all'avanguardia, Weintraub viene subito dopo, Martin Sileno barcolla a qualche metro, Brawne Lamia chiude la fila: per la seconda volta il gruppetto scende nella Valle delle Tombe.

9

Quel mattino il programma del PFE Gladstone era pieno d'impegni. Tau Ceti Centro ha un giorno di ventitré ore, cosa che rendeva pratico, per il governo, servirsi del tempo standard dell'Egemonia senza distruggere totalmente i ritmi diurni locali. Alle 5,45 Gladstone s'incontrò con i consiglieri militari. Alle 6,30 fece colazione con una ventina d'influenti senatori e con i rappresentati della Totalità e del TecnoNucleo. Alle 7,15 si teleportò su Vettore Rinascimento, dove era sera, per l'inaugurazione del Centro Medico Hermes a Cadua. Alle 7,40 tornò alla Casa del Governo per una riunione con i collaboratori più importanti, compreso Leigh Hunt, allo scopo di ripassare il discorso che alle dieci in punto avrebbe tenuto al Senato e alla Totalità. Alle 8,30 s'incontrò di nuovo col generale Morpurgo e con l'ammiraglio Singh, per un aggiornamento della situazione nel sistema di Hyperion. Alle 8,45 mi ricevette.

— Buon giorno, signor Severn — mi salutò. Era alla scrivania, nello stesso ufficio dove l'avevo incontrata tre notti prima. Indicò un buffet contro la parete, sul quale facevano bella mostra brocche d'argento sterling contenenti caffè, tè e caffta.

Scossi la testa e mi accomodai. Tre olofinestre mostravano solo luce bianca, ma quella alla mia sinistra presentava la stessa mappa tri-D del sistema di Hyperion che avevo tentato di decifrare nella Sala di Guerra. Ora mi parve che il rosso degli Ouster ricoprisse il sistema e vi s'infiltrasse come colore che si sciolga e si diffonda in una soluzione azzurra.

— Vorrei che mi raccontasse i suoi sogni — disse Gladstone.

— Vorrei che mi spiegasse perché li ha abbandonati — replicai, con voce piatta. — Perché ha lasciato morire padre Hoyt.

Gladstone non era certo avvezza a sentirsi apostrofare in questo modo, dopo quarantotto anni di Senato e quindici come Primo Funzionario Esecutivo; ma, come unica reazione, inarcò d'un millimetro il sopracciglio. — Allora sogna eventi reali — disse.

— Ne dubitava?

Gladstone posò il blocchetto per appunti, lo spense, scosse la testa. — A dire il vero, no. Ma è sempre una sorpresa sentir parlare di una cosa che non conosce nessun altro nella Rete.

— Perché non ha permesso ai pellegrini di usare la nave del Console?

Gladstone girò la poltroncina per guardare il display tattico che cambiava configurazione a mano a mano che gli aggiornamenti modificavano il flusso di linee rosse, la ritirata di linee blu, il movimento di pianeti e di lune; ma se per rispondermi intendeva prendere spunto dalla situazione militare, cambiò idea. Tornò a girarsi. — Perché dovrei spiegare una qualsiasi decisione esecutiva proprio a lei, signor Severn? Qual è il suo collegio elettorale? Chi rappresenta?

— Rappresento i cinque adulti e la bimba che lei ha abbandonato su Hyperion — risposi. — Era possibile salvare Hoyt.

Gladstone chiuse il pugno e con l'indice si tamburellò il labbro. — Forse — replicò. — E forse era già morto. Ma non era questo il punto, vero?

Mi appoggiai alla spalliera. Non mi ero preso la briga di portare un album da disegno e le dita mi prudevano per la voglia di stringere qualcosa. — Quale, allora?

— Ricorda la storia di padre Hoyt… la storia che raccontò nel corso del viaggio alle Tombe?

— Sì.

— A ogni pellegrino è concesso di chiedere allo Shrike una grazia. La tradizione dice che quell'essere esaudisce il desiderio di uno solo e uccide gli altri. Ricorda qual era il desiderio di Hoyt?

Esitai. Richiamare eventi del passato dei pellegrini era come cercare di ricordare particolari dei sogni della settimana prima. — Voleva che gli fossero tolti i crucimorfi — risposi. — Voleva la libertà per… l'anima, il DNA o cosa diavolo è… di padre Duré e per la propria.

— Non esattamente — disse Gladstone. — Padre Hoyt voleva morire.