«Sì: lui voleva conoscere tutti i dettagli.»
«E fu lui, allora, a cercare di sfasciare il Reversore?»
«Perché avrebbe dovuto sfasciarlo? Sapeva benissimo che non rappresentava alcun pericolo per lui.»
«Ma lei ha detto che la casa risultava disinfestata dopo l’uso del Reversore!»
«Un altro trucco di Belasco.»
«Non posso credere…»
«Lui è ancora là dentro, Edith, nella casa» l’interruppe Fischer, indicando. «Ha ucciso suo marito. Ha ucciso Florence. Ha quasi ucciso lei e me…»
E rise, una fredda sarcastica risata. «La sua beffa finale. Benché adesso conosciamo il suo segreto, non possiamo farci niente.»
ore 20.36
Fischer arrestò il passo, presso il limitare della casa. Edith lo guardò. Lui fissava la porta.
«Cosa c’è?» chiese la donna.
«Non so se ce la faccio, a tornar dentro.»
Ella esitò poi disse: «Ma io devo recuperare le sue cose, Ben».
Fischer non rispose nulla.
«Lei ha detto che, se rimane chiuso, Belasco non può farle nulla.»
«Ho detto un sacco di cose, in questi giorni. Per lo più sbagliate.»
«Allora, vado io?»
Lui non rispose.
«Vado io?»
Fischer spinse il battente. Guardò dentro per qualche istante, poi si volse verso di lei. «Farò più presto che posso» disse.
Entrò. Per un po’ rimase immobile, aspettando. Nulla accadde. Attraversò il vestibolo. Cominciò a salire le scale. L’atmosfera era inerte. Ma ciò non valse a rassicurarlo, stavolta. Chissà, si chiese, se Belasco è ancora nella cappella, o se si aggira nelle altre stanze. Saliva in fretta gli scalini. Sperava che, a restar chiuso, fosse abbastanza protetto. Ma non ne era mica tanto sicuro. Entrò nella camera dei Barrett. Mise le valigie sul letto e le aprì.
Cominciò a riempirle. Un’altra cosa che l’aveva buttato a terra (oltre tutto) era stato il rendersi conto che Barrett aveva sbagliato tutto. Eppure era così sicuro di sé e delle sue teorie. E queste erano molto ragionevoli. Ma, alla prova dei fatti, egli aveva fallito.
Fischer si sbrigava, prendeva la roba dai cassetti e dall’armadio e la gettava alla rinfusa nelle due valigie. E rifletteva: Belasco deve aver deciso fin dall’inizio di non mostrarsi mai, direttamente. Non vedendolo, nessuno avrebbe mai supposto che il suo ruolo era tanto importante. Di fronte a una così vasta gamma di fenomeni, senza connessioni apparenti fra loro, nessuno si sarebbe reso conto ch’erano tutti opera sua. Che bastardo, pensò. Il suo volto si indurì. Prese a pigiare gli indumenti per chiudere le valigie.
Una cosa non riusciva a spiegarsi: come mai Belasco — così diabolicamente astuto nel macchinare la disfatta di Florence e di Barrett — era stato invece così maldestro con lui. Indurlo a uscire dalla casa era stata una mossa sbagliata, da parte di Belasco. Se il potere di Belasco era illimitato, perché mai sarebbe ricorso a un mezzo così precario?
Fischer soprastette. Ammenoché…
Ammenoché il suo potere non fosse più illimitato!
Era possibile ciò? Certo, nella cappella Belasco aveva preso il sopravvento su di lui. Sarebbe stato quello il momento più adatto per schiacciarlo, per finirlo. E invece non aveva potuto far altro che indirizzarlo verso lo stagno perché vi si annegasse. Perché? Florence aveva davvero visto giusto anche sul suo conto? Il suo potere di resistenza era davvero così grande?
Fischer scosse la testa. Sciocchezze. Sì, certo, ciò era molto lusinghiero, ma assai poco convincente. Forse un tempo, da ragazzo, lui era stato grande, ma non adesso, non più. Più accettabile era l’ipotesi che Belasco non fosse riuscito a ucciderlo perché si era indebolito dopo aver ucciso Florence e Barrett.
Ma allora come mai? Dopo aver dato prova di così vasti poteri nei giorni scorsi perché avrebbe dovuto d’un tratto indebolirsi? Non poteva essere che il Reversore aveva funzionato. Se avesse funzionato, Belasco sarebbe scomparso.
E allora?
Edith, nel portico, aspettando che Fischer tornasse, batteva i piedi per riscaldarseli. Si era avvolta una coperta intorno alle spalle, ma non bastava a tenerla calda. I suoi abiti erano umidi. Guardò dentro, nel vestibolo. E se fosse entrata in casa, appena oltre la soglia, tanto per ripararsi dal freddo dell’esterno, un pochino?
Alla fine si decise. Entrò, richiuse la porta, e restò ferma lì. Guardava verso lo scalone.
Era come se gli avvenimenti dei giorni scorsi fossero successi in un’altra vita. Giovedì le pareva tanto lontano quanto l’alba dell’era volgare. Era anche per questo che era tornata. Ora che Lionel non c’era più, nulla più le importava.
Chissà quanto tempo sarebbe occorso prima che riuscisse a persuadersi che davvero lui non era più di questo mondo. Forse, quando avesse rivisto il suo cadavere…
Scacciò quel pensiero. Era solo ieri che aveva disceso quelle scale dietro a Fischer? Rabbrividì. Certo lei, per Belasco, era stata una facile preda!
Mentre lei esaminava Florence, era stato Belasco a spiarla, godendo del suo imbarazzo. Ed era stato Belasco a mostrarle le foto, a farle bere quel liquore, a tramutare il suo timore di aver tendenze lesbiche in una sfrenata bramosia del maschio come antidoto. A quel ricordo, fece una smorfia. Come era debole, lei! Con quanta facilità Belasco l’aveva raggirata, manipolata!
Scacciò anche questo pensiero. Ogni pensiero intorno a Belasco era un affronto alla memoria di Lionel. Quasi le dispiaceva di esser tornata, solo per scoprire che lui si era sbagliato in tutto!
Ma a questo punto si sentì in colpa. Come poteva pensare che tutta l’attività di Lionel era stata invano? Provò un moto di rabbia nei confronti di Fischer, per aver egli distrutto la sua fede in Lionel. Che diritto ne aveva?
Un improvviso senso d’angoscia l’indusse a muovere qualche passo nel vestibolo. Poi procedette su per le scale, salì al piano di sopra. Vide le due valigie pel corridoio. Udì dei rumori provenire dalla camera di Fischer. Si diresse là.
Fischer trasalì, a vederla. «Non le avevo detto?…»
«Lo so quel che m’ha detto» l’interruppe lei. E poi tutto d’un fiato: «Vorrei sapere perché è tanto sicuro che mio marito aveva torto».
«Non lo sono affatto, invece, sicuro.»
Quell’impeto di rabbia che l’aveva condotta lassù seguitò a trascinarla e cominciò a dire qualcosa. Ma si interruppe e fece marcia indietro. «Come dice?»
«Dico che penso che lui poteva aver, in parte, ragione.»
«Non…»
«Ricorda quel che disse Florence?»
«Cosa?»
«Ma non capisce — disse a suo marito — che tutti e due potremmo aver ragione? Così gli disse.»
«Non capisco.»
«Voglio dire, se l’energia di Belasco consiste in radiazioni elettromagnetiche, allora, egli potrebbe essere stato indebolito dal Reversore.»
Edith non desiderava altro che restituire validità alle teorie di suo marito. Attese.
Ma Fischer, accigliandosi, soggiunse: «Ma perché mai avrebbe consentito di venir indebolito? Non si spiega, dal momento che aveva la maniera di distruggere il Reversore!».
«Forse però è stato indebolito. Lei ha detto che lui poca fa l’ha preso in trappola nella cappella. Ebbene, se non fosse stato indebolito, perché avrebbe dovuto attirarla là, anziché sbarazzarsi di lei in un altro posto qualsiasi?»