— Ruatha è mia?
— Ruatha? — la derise F’lar. — E rinunceresti a essere la dama del Weyr?
— La dama del Weyr? — mormorò Lessa guardandolo stupefatta e sconvolta.
— Certamente, sciocchina. Te l’ho già detto che sto facendo la Cerca… e per te è arrivato il momento di occuparti di qualcosa di più importante di Ruatha. L’oggetto della mia Cerca… sei tu!
Lessa guardò il dito che F’lar le aveva puntato addosso come se fosse pericoloso.
— Per il primo Uovo, ragazza, hai potere da vendere se sei riuscita a far fare quello che volevi a un dragoniere ignaro. Ma stai pur certa che non succederà più, perché ti terrò a bada io.
Mnementh emise un gorgoglio rombante di consenso, quindi inarcò il collo per poter guardare la ragazza con i suoi occhi scintillanti nel buio del cortile.
F’lar, orgogliosamente, notò che la vicinanza di quell’occhio più grande della sua testa non la intimoriva affatto.
— Adora farsi grattare le sopracciglia — la informò F’lar amichevolmente.
— Lo so — rispose adagio tendendo una mano per accontentare il drago.
— Nemorth ha deposto un uovo d’oro — riprese F’lar suadente. — Sta per morire e abbiamo bisogno di una dama del Weyr molto forte.
— La Stella Rossa? — bisbigliò agitata Lessa, volgendo al cavaliere due occhi impauriti. F’lar rimase stupito: lei non aveva mai mostrato timore per niente.
— L’hai vista? Sai cosa vuol dire? — la vide inghiottire nervosamente.
— C’è un pericolo… — iniziò Lessa voltando a Est uno sguardo colmo di preoccupazione.
F’lar non perse tempo a domandarsi come avesse fatto a capire l’imminenza del pericolo. L’avrebbe portata al Weyr anche con la forza, ma dentro di sé desiderava che la giovane donna accettasse la sfida spontaneamente. Una Dama del Weyr ribelle avrebbe giovato ancora meno di una stupida. Quella ragazza aveva troppo potere ed era troppo abituata alle astuzie e alle strategie. Provocarla sarebbe stato pericoloso.
— Tutto Pern ne è minacciato, non solo Ruatha — le disse dando alla sua voce un tono supplichevole — E tu sei indispensabile. Non qui. — Agitò la mano come per dirle che Ruatha diventava insignificante di fronte all’urgenza della situazione generale. Senza una dama del Weyr come te siamo finiti.
— Gemma mi ha detto che tutti i cavalieri di bronzo erano necessari — mormorò Lessa stordita.
Cosa intendeva dire? F’lar corrugò la fronte. Aveva captato qualcosa detta da lui? Capì che stava per colpire nel segno, quindi continuò.
— Qui hai vinto. Lascia che il bambino… — la vide sobbalzare e, implacabile, concluse: — Il bambino di Gemma… cresca a Ruatha. In qualità di dama del Weyr il tuo potere si estenderà su tutte le fortezze, non solo su questa. Fax è morto: lascia da parte i tuoi propositi di vendetta.
Lessa guardò F’lar con uno sguardo stupito, assorbendo le sue parole. — Non ho mai pensato ad altro che alla morte di Fax — confessò adagio. — Non ho mai pensato al dopo.
Era una confusione quasi infantile e F’lar ne rimase colpito profondamente. Non aveva ancora avuto né il tempo né la voglia di riflettere sullo stupefacente esito ottenuto con la ragazza. Iniziava solo adesso a giudicarla. All’epoca della conquista di Fax non doveva aver avuto più di dieci Giri. Nonostante la sua tenera età si era imposta uno scopo ed era riuscita a passare inosservata e a resistere alla brutalità il tempo sufficiente per mettere in opera la sua vendetta. Che dama del Weyr sarebbe stata! Degna erede del Sangue ruathano. Alla luce della luna appariva tanto giovane e fragile… addirittura carina.
— Potresti diventare la dama del Weyr — le ripeté con educata insistenza.
— La dama del Weyr — mormorò incredula voltandosi a guardare il cortile inondato dal chiarore lunare. A F’lar parve sul punto di cedere.
— Preferisci forse gli stracci? — le chiese in tono duro e beffardo. — E i capelli opachi, i piedi sudici, le mani screpolate? Ti diverti a dormire sulla paglia e a mangiare gli scarti? Sei giovane… almeno credo. — Era scettico. Lessa lo guardò fredda, serrando con decisione le labbra. — Le tue ambizioni si fermano qui? Che cosa sei se tutto quello che desideri si limita a questo minuscolo pezzetto di mondo? — Si fermò, quindi concluse con totale disprezzo: — Vedo che il Sangue di Ruatha non è più quello di un tempo. Tu hai paura!
— Io sono Lessa, la figlia del signore di Ruatha e niente mi fa paura! — La ragazza si erse in tutta la sua altezza. Aveva gli occhi scintillanti e teneva la testa alta contro quell’insulto al suo Sangue.
F’lar si lasciò andare a un leggero sorriso.
Mnementh invece tese in avanti la testa allungando il suo collo sinuoso. Il suo grido riecheggiò nell’intera valle. Quindi fece capire a F’lar che Lessa avrebbe accolto la sfida e gli altri draghi risposero con un grido più stridulo di quello lanciato da Mnementh. Il wher da guardia, accucciato all’estremità della catena, emise un urlo sottile e snervante finché tutti gli occupanti della fortezza non furono usciti stupefatti.
— F’lar! — chiamò il cavaliere di bronzo indicandogli di farsi vicino. — Lascia metà degli uomini a custodire la fortezza. Qualche signore vicino potrebbe seguire le orme di Fax. Corri all’opificio dei tessitori a cercare L’to… Lytol. — F’lar ebbe un sorriso di trionfo. — Sarà un Connestabile e Reggente modello per questa fortezza, in nome del Weyr e del piccolo signore.
L’espressione di F’nor tradì tutto l’entusiasmo per quell’incarico; adesso iniziava a capire le intenzioni del fratello. Con Fax morto e con la protezione dei dragonieri, in particolare dell’uccisore di Fax, la fortezza di Ruatha sarebbe stata al sicuro e avrebbe potuto prosperare sotto una saggia amministrazione.
— È stata opera sua la decadenza di Ruatha? — domandò.
— Aveva quasi rovinato anche noi con le sue macchinazioni — rispose F’lar. Ora che la sua Cerca era terminata, si sentiva magnanimo. — Trattieni la tua baldanza, fratello — si affrettò a precisare appena vide l’espressione di F’nor. — La nuova regina non ha ancora ricevuto il Primo Schema di Apprendimento.
— Mi preoccuperò di tutto io qui, e Lytol è la scelta migliore — commentò F’nor pur sapendo che F’lar non aveva bisogno del consenso di nessuno.
— Chi è Lytol? — chiese risentita Lessa. Aveva raccolto all’indietro la massa opaca dei capelli e così al chiaro di luna pareva meno sporca. F’lar si avvide dell’espressione di F’nor rivolto verso di lei. Con un gesto imperioso lo invitò a eseguire gli ordini ricevuti senza attendere oltre.
— Lytol è un dragoniere senza drago — spiegò poi alla ragazza. — E non è certo un amico di Fax. Guiderà bene la fortezza e la farà prosperare. — Quindi aggiunse, rivolgendole un suadente sguardo: — Giusto?
Lessa lo fissò scura in volto. Rimase zitta fipché lui scoppiò a ridere per il suo disagio.
— Torneremo al Weyr — la informò offrendole una mano per portarla al fianco di Mnementh.
— Il drago aveva teso la testa in direzione del wher da guardia, steso al suolo con la catena allentata nella polvere.
— Oh — sospirò Lessa, lasciandosi cadere vicino all’animale che sollevò lentamente il capo ed emise dei pietosi lamenti.
— Mnementh dice che è molto vecchio e che presto si addormenterà per sempre.
Lessa abbracciò quella testa ripugnante accarezzandone le sopracciglia e grattandola dietro le orecchie.
— Vieni, Lessa di Pern — la incitò F’lar impaziente di riprendere il viaggio.
La ragazza si alzò adagio ma arrendevole.
— Mi ha salvato la vita. Lui sapeva chi sono.
— E sa di aver fatto la cosa giusta — le garantì F’lar brusco e un po’ stupito da quel sentimentalismo tanto inconsueto in lei.