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«O magari avete semplicemente dato la priorità alle cose sbagliate, Abdhiamal! Cosa dovrebbero fare, torturarsi sul passato perché ha lasciato loro soltanto reliquie su cui lavorare? Almeno fanno qualcosa per il loro popolo, e non vivono a spese di tutti come qualche dannato bellimbusto!» Betha gli strappò dalle mani il pezzo di legno, e sentì delle schegge che le ferivano il palmo. Poi voltò le spalle alla sorpresa di Wadie, e se ne andò a grandi passi, mentre la sua rabbia sembrava quasi riecheggiare dietro di lei.

* * *

Clewell sorrise al volto stupefatto di Abdhiamal. «Abdhiamal, è andato a dire tutto questo proprio a un ingegnere.»

Abdhiamal sbatté gli occhi. «Non avrei mai dovuto uscire dal letto… due megasecondi fa’.» Fissò con occhi sgranati l’enormità della sala vuota. «Pare che io dica sempre la cosa sbagliata a… a sua moglie. Io credevo che fosse un pilota.»

Clewell sentì il rumore dei passi di Betha affievolirsi, mentre lei saliva le scale. Si domandò quale fresco fardello si fosse portata appresso da Mecca… un fardello che i suoi occhi e ogni sua azione rivelavano, ma che non poteva dividere con lui. «Su Mattino era un ingegnere, prima di essere scelta per comandare il Ranger. È stata lei a progettare alcune parti della nave, per esempio l’unità motrice.» Di nuovo gli occhi fulvi di Abdhiamal mostrarono sorpresa. «È la prima astronave che abbiamo avuto i mezzi per costruire fin da prima della Bassa.»

«La Bassa?»

«Emergenza… carestia.» Ricordi di avversità e sofferenze si ridestarono troppo facilmente in lui, sollecitati dal recente ricordo della perdita. Una schiacciante stanchezza lo costrinse ad appoggiarsi al bordo del tavolo. Mise da parte il pezzo di legno; e morbosamente si raffigurò il proprio corpo come legno antico, butterato dalle tempeste, in disfacimento. Sospirò. «Su Mattino i piccoli cambiamenti nell’attività solare e le perturbazioni nella nostra orbita possono significare un disastro. Quando ero ragazzo, nell’ultimo quarto del mio decimo anno, ci capitò un “attimo ardente”…» Vide la distesa ghiacciata del lato oscuro ritrarsi, e gli iceberg frantumati costellare le acque del Mare Boreale. Il mare stesso si era sollevato di mezzo metro, sommergendo importantissime industrie della fascia costiera; nei campi, i raccolti si erano imputriditi per le piogge eccessive. Lui aveva visto con i propri occhi uno dei suoi padri che uccideva una covata di gattini perché non avevano niente di cui nutrirsi. E aveva gridato, anche se il suo stomaco vuoto gli doleva per la fame. Eppure, dopo tutti quegli anni… «Ci sono voluti degli anni prima che il clima si stabilizzasse, e una buona parte della mia esistenza prima che le nostre vite ritornassero alla “normalità”. Proprio adesso siamo entrati in un’Alta, e Uhuru si è stabilizzato… si tratta del nostro vicino più prossimo. In origine questa spedizione era stata programmata per portar loro aiuto. Ecco perché abbiamo corso il rischio di venire con il Ranger fino alla Cintura di Paradiso.» Sentì il vento tagliente sopra la neve del ghiacciaio del lato oscuro, dove il cielo scintillava di stelle come ghiaccio scheggiato. «Ecco perché non possiamo permetterci di restare qui. Anche se torniamo su Mattino a mani vuote, almeno avranno la nave.»

Abdhiamal annuì. «Capisco. Ho detto a… sua moglie, il capitano Torgussen, che ho intenzione di fare tutto ciò che posso per aiutarvi a ritornare su Mattino… per il bene stesso di Paradiso. Da come sembra che si mettano le cose, la vostra permanenza qui finirà col fare a pezzi Paradiso, invece di rimetterlo insieme…» Per un attimo Clewell si ricordò di qualcuno, ma subito l’immagine scivolò via.

Considerò le parole di Abdhiamal, sorpreso… più sorpreso ancora nell’accorgersi che ci credeva. Abbiamo trovato un uomo onesto?

Troveremo insieme il coraggio, il nostro canto non cesserà mai…

«Cos’è?» domandò Abdhiamal.

«Bird Alyn.» Clewell udì la musica flebile ed esitante che saliva dal laboratorio idroponico. «Betha le ha insegnato alcuni accordi sulla chitarra, e io le ho insegnato qualche canzone, mentre stavamo… aspettando.» Bird Alyn stonò appena il motivo. «Non so se Claire lo avrebbe approvato, ma sembra che le piante apprezzino la sua sincerità.» Clewell sorrise. «Non è importante ciò che si canta, o come si canta, ma come ci si sente dentro mentre si canta.»

Abdhiamal fece un sorriso educato, e con lo sguardo toccò la superficie bucherellata del tavolo, il pavimento, tutta la stanza; il sorriso gli si irrigidì sulla bocca. «Lo sa, a volte ho la strana sensazione di vivere in un sogno; di avere dimenticato, chissà come, il modo per risvegliarmi.» La sua voce tradì una sfumatura di disperazione.

«Bird Alyn mi ha detto la stessa cosa. E penso che dicesse sul serio.»

«Provenendo dalla Cintura Principale, probabilmente parlava seriamente… e forse anch’io.» Abdhiamal si schiarì la gola, emettendo uno strano suono imbarazzato. «Welkin, vorrei rivolgerle una domanda personale. Se non le dispiace.»

Clewell rise. «Alla mia età non ho più molto da nascondere. Mi dica.»

Abdhiamal esitò. «Non trova… difficile prendere ordini da sua moglie?»

Clewell si raddrizzò. «Perché mai dovrebbe fare differenza per me?»

Abdhiamal lo guardò con aria strana. «Onestamente non ho mai incontrato una donna della quale mi fidassi al punto da consentirle di prendere decisioni al mio posto.»

Clewell ricordò quello che aveva visto sui monitor della società demarchista, e capì perché per Abdhiamal la cosa doveva fare differenza. «Betha Torgussen è stata scelta per comandare il Ranger perché era la più qualificata a farlo, e la più abile nel prendere decisioni rapide. Noi tutti abbiamo condiviso questa scelta.» Strinse le ganasce di un morsetto da tavolo, non riuscendo a capire se la cosa lo divertiva o lo infastidiva. «E adesso risponda lei a una mia domanda personale: cosa pensa di mia moglie?» Notò una reazione istintiva emergere e svanire prima ancora di avere raggiunto le labbra di Abdhiamal. Un uomo onesto…

«Non lo so.» Abdhiamal aggrottò appena la fronte, forse rivolto a se stesso. «Però devo ammettere che da quando la conosco ha preso delle decisioni migliori delle mie.» Rise, distogliendo lo sguardo. «Del resto ha scelto lo spazio, invece di…» I suoi occhi tornarono su Clewell, nuovamente pieni di confusione e di perplessità.

«Perché la Demarchia non ha donne nello spazio? Circa il modo di vivere dei Cinturani, ho sempre avuto l’impressione che ognuno faccia dannatamente come gli pare. Uomini e donne.»

«Prima della guerra, forse. Ma adesso dobbiamo proteggere le nostre donne.»

«Da cosa? Dal vivere?» Clewell prese il pezzetto di legno e se lo passò da una mano all’altra; adesso il senso di fastidio aveva preso il sopravvento sul divertimento.

«Dalle radiazioni!» Era la prima volta che udiva Abdhiamal alzare la voce. «Dai danni genetici. Le unità di fissione che alimentano le nostre navi e le nostre fabbriche sono troppo sporche. Malgrado tutto quello che abbiamo fatto, il numero delle malformazioni alla nascita è venti volte più alto di quanto lo fosse prima della guerra.»

Clewell pensò a Bird Alyn. «E per quanto riguarda gli uomini?»

«Possiamo preservare lo sperma. Non gli ovuli.»

«A causa di quella guerra avete perduto più di quanto pensiate.» Abdhiamal rimase in silenzio, con il volto inespressivo. Clewell si sfilò il braccialetto di cuoio che uno dei suoi figli gli aveva donato alla partenza e lo porse all’altro. «Riconosce questo simbolo?» Indicò il disegno smaltato su un cerchio di rame, mentre Abdhiamal glielo prendeva dalla mano.