«Cinquecento secondi» disse Wadie. Rusty si raggomitolò tranquillo fra le sue braccia, leccandosi una zampa.
Betha si accese la pipa, e inspirò il familiare, tranquillizzante odore del fumo. «La prima nave sta per passare; sono dislocate a una distanza di circa cento secondi l’una dall’altra. Ma non importa… a questo punto non possiamo più soddisfare la richiesta di MacWong.»
All’improvviso Clewell ridacchiò, quasi non si rendesse conto della situazione.
«In nome di Dio, Pappy, che diavolo c’è da ridere?»
Lui scosse la testa in atteggiamento di scusa. «Sto ridendo per la reazione della Demarchia al discorso di Nakamore… per la loro sacrosanta indignazione nei confronti di chi li ha chiamati con il loro nome.»
«Be’, faccia sentire anche a noi» disse Wadie, stranamente ansioso. «Mi interessa.»
Una scarica di elettricità statica mescolata a frammenti di conversazione riempì la sala. Clewell abbassò il volume. «Chiedo scusa; anche migliorando la ricezione ci vuole ugualmente una certa pratica per tirare fuori un senso da tutto questo.»
Quattrocento secondi.
Clewell si sfilò la cuffia. «Mio Dio, Betha, credo che stiano davvero votando… se lasciarci andare o no.»
Betha si spinse via dalla sedia, e si afferrò al bordo del pannello con una smorfia di dolore. «Pappy! Non puoi rendere la trasmissione più chiara?»
«Ci proverò. Adesso le navi di MacWong sono abbastanza vicine; potremmo trovarci proprio lungo il raggio di trasmissione della Demarchia.» Sullo schermo si formò un’immagine; Betha vide una scritta, illeggibile a causa della nebulosità, e comprese che era in corso una votazione generale della Demarchia. Sul fondo brillava una striscia giallo-dorata.
«Ci vogliono circa cinquecento secondi per un conteggio completo.»
«Cinquecento! Cristo!» Sentì Wadie avvicinarsi a lei e sfiorarle il braccio con la manica. «Pappy, cerca di contattare la nave di MacWong.»
«Ci ho provato, ma non stanno parlando.»
Betha poteva quasi scorgere i numeri, poteva quasi vederli cambiare. E oltre all’immagine disturbata dalle scariche elettriche, lo schermo rivelava la scia di tre navi in avvicinamento contro un cielo pieno di stelle. Tre navi che adesso spiccavano come fiaccole, in fase di decelerazione, proiettando una scia luminosa davanti a sé. Betha cercò nella loro brillantezza una traccia più piccola, il seme di una imminente distruzione. Dacci tempo, MacWong… Clewell, lasciò il sedile e si spostò lentamente lungo il pannello, accostandosi a lei. Betha gli strinse il braccio. Le cifre del cronometro diminuivano come sabbia in una clessidra, consumando le loro vite. Ancora cento secondi al passaggio della prima nave… sessanta… cinquanta… Betha si accorse di avere smesso di respirare. «Si tengono a distanza! Quaranta secondi. Quella prima nave ormai non può più spararci addosso.»
Sullo schermo apparve MacWong. «Capitano Torgussen.» Videro i segni della tensione sul suo volto, e anche su quelli che lo circondavano. «Stiamo ricevendo proprio adesso i risultati di una votazione effettuata dalla Demarchia. La maggioranza accetta il suo aiuto a Lansing come prova della sua buona volontà, capitano, ed è favorevole a una modificazione della nostra missione… Spero che lei mi stia ascoltando, Nakamore; ha appena avuto una dimostrazione della vera forza e versatilità del popolo, e della saggezza e bontà del sistema della Demarchia.» Distolse lo sguardo, puntandolo sulle telecamere dei pubblicitari, poi tornò a fissare lo schermo.
«Capitano Torgussen, la Demarchia le consentirà di partire… se ci garantisce che la Demarchia sarà il centro operativo per la distribuzione degli aiuti al suo ritorno su Paradiso.» I suoi occhi le stavano chiedendo di promettere qualsiasi cosa.
Betha vide nel mezzo dello schermo la seconda nave della Demarchia che li stava sfiorando.
Poi ricomparve l’immagine di Nakamore. «Sa che non posso accettare una cosa del genere, MacWong.» La sua voce era piatta; non doveva più raggiungere e stimolare un intero popolo. «Io non chiedo che il controllo tocchi all’Armonia. Ma non spetta certo a voi.»
Betha si raggelò, rendendosi conto che Nakamore poteva ancora lasciarli andare. Una promessa strappata di fronte alla punta di un coltello non era una promessa… e nemmeno una soluzione. Doveva esserci un modo per mettere d’accordo le due parti, altrimenti la prossima nave di Mattino che avesse raggiunto Paradiso sarebbe caduta nella stessa mortale trappola di avidità. Lei udì qualcuno dietro di sé, si girò e scorse Shadow Jack e Bird Alyn, tranquilli e con la mano nella mano.
«Cos’è successo?» Bird Alyn scostò dagli occhi i morbidi capelli neri e ammiccò in direzione dello schermo.
Betha vi vide comparire gli occhi pallidi di MacWong che ispezionavano il suo viso in cerca di una risposta. «Sarà Lansing! Ditelo alla vostra gente, MacWong, Nakamore. Questi sono i termini di Mattino: il nostro aiuto verrà distribuito tramite Lansing, la capitale della Cintura di Paradiso. Nessuno dei vostri governi riceverà favori di sorta; ciascuno verrà trattato con equanimità.»
Essi la fissarono, immagini irreali, e lei vide Tirila rianimarsi, e la sua bocca pronunciare parole inaudibili: «…un trucco… voglio che quella nave sia distrutta…»
Wadie si chinò accanto a lei. «Lansing è indifeso, Lije! La Demarchia accetterà, lo sai.»
MacWong volse le spalle allo schermo quando Tiriki lo afferrò per un braccio; Betha lesse l’odio sul volto del giovane, ma subito diede un’occhiata al diagramma del computer. «L’ultima nave passerà a soli trenta chilometri di distanza; possono spararci addosso quasi a bruciapelo.» Indicò lo schermo con un cenno della testa. «Se non vediamo passarci accanto questa nave, diventeremo polvere…»
Alle sue spalle Shadow Jack disse con voce solenne: «Lei intende dire che moriremo.»
MacWong si liberò dalla stretta di Tiriki. Betha non poteva vederlo in faccia, perché lui stava impartendo un ordine, fissando nel contempo la telecamera di un pubblicitario…
Nakamore cominciò a ridere. «Grazie, figlio del caos.»
Una striscia appena visibile color viola pallido trafisse l’oscurità dello schermo per la durata di un battito, e sparì. La terza nave era passata.
RANGER +3,15 MEGASECONDI
Clewell si assicurò al sedile dell’ufficiale di rotta, sentendo nuova energia e soddisfazione riempire la vuota stanchezza delle sue membra. Abbassò lo sguardo sulle curvature che correvano lungo il pannello, mentre Bird Alyn, fra le braccia di Shadow Jack, cantava una serenata al gatto fluttuante a mezz’aria per la sala.
I rappresentanti della Cintura di Paradiso… Clewell sorrise, vedendo tutti loro, più vecchi e più saggi, fare ritorno su Lansing, molti anni dopo. «Non credevo che lo avrei mai detto, ma vorrei poter vivere per altri sessant’anni.»
Bird Alyn si puntellò contro la parete per guardarlo di traverso. «Non riesco a credere che sia tutto vero, Pappy. Come è potuto succedere? Come siamo arrivati a questo punto?» Shadow Jack la baciò sulla guancia, e lei fece una risatina.