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Vedo me stesso, è vero, mi vedo correre con Esaù attraverso un pascolo di notte, inginocchiato nella paglia del fienile, mentre la cinghia di papà cala dall’alto sulla mia schiena, dolorosa, cattiva. Vedo me stesso com’ero allora. Ma quando cerco di vedere me stesso come sarò, un uomo adulto, ma di nuovo parte di Piper’s Run, non ci riesco.

Cerco di vedere Joan con la cuffia bianca e l’umiltà della terra, e neppure questo posso vedere.

Eppure io devo tornare indietro. Devo trovare quello che avevo là, e che non ho più avuto da quando sono partito. Devo trovare la certezza.

Devo trovare la pace.

Poi una sera, al tramonto, Len vide l’uomo che guidava un carro da mercante, tirato da grandi cavalli attraverso una verde ondulazione della prateria, apparendo per breve tempo sulla linea del cielo, e scomparve così rapidamente che Len non fu sicuro di averlo veramente visto. Joan era inginocchiata al suolo, stava accendendo il fuoco. Le disse di spegnerlo, e quella notte camminarono a lungo sotto il chiarore della luna, prima che lui volesse fermarsi.

Si unirono a una banda di cacciatori… era sicuro, questo, perché gli uomini di Bartorstown non andavano con i cacciatori, e Joan lo sapeva, e conosceva coloro che appartenevano alla sua gente, e nessuno di loro era nella banda. Raccontarono una fantastica storia di un attacco dei Nuovi Ismaeliti, per giustificare le loro condizioni, e i cacciatori scossero la testa e sputarono.

«Quei maledetti diavoli assassini,» disse uno di loro. «Anch’io sono un credente,» e guardò cauto al cielo, «Ma uccidere non è il modo giusto di servire il Signore.»

Eppure tu ci uccideresti, se lo sapessi, pensò Len, ci uccideresti per servire il Signore. E tormentò Joan, che non aveva mai avuto bisogno di controllare in quel modo le sue parole, finché lei non ebbe paura di pronunciare anche il suo nome.

«Ma è tutto così?» gli bisbigliò, di notte, nell’intimità delle loro coperte. «Sono tutti come dei lupi pronti a sbranarti?»

«Per Bartorstown, sì. Non dire mai da dove vieni, non dare mai il più lieve indizio, non farli mai sospettare.»

I cacciatori li lasciarono a dei mercanti, che vennero loro incontro in un luogo già fissato, e che dovevano andare a sud-est con un carico di pellicce e di rame. Joan si assicurò che non ci fossero uomini di Bartorstown tra loro. Tenne la bocca ben chiusa, guardando con occhi dubbiosi i piccoli paesi bruciati dal sole nei quali si fermarono, le fattorie solitarie che incontrarono durante il loro viaggio.

«Sarà diverso a Piper’s Run, vero, Len?»

«Sì, sarà diverso.»

Più dolce, più mite, più verde, più fertile, sì. Ma in altri modi no, non sarà diverso. Non sarà affatto diverso.

Cos’è che si stende sull’intero paese, nelle strade polverose e nel lento battito degli zoccoli dei cavalli, nei volti delle persone?

Ma Piper’s Run è casa mia.

In una notte chiara, a mezzanotte, gli parve di vedere il tendone di un carro solitario che viaggiava lontano, scintillante sotto la luna. Prese Joan e si allontanarono verso est, da soli, lungo fiumi disseccati, biancheggianti nel sole d’estate, faticando e andando di fattoria in fattoria, di paese in paese, in una lenta avanzata.

«Ma che cosa fa la gente in questi posti?» domandò Joan.

E lui le rispose, irato:

«Vive.»

I giorni dell’arsura e del sole passarono. Le lunghe, aspre miglia si srotolavano. La visione di Piper’s Run sbiadiva, poco a poco, per quanto egli vi si aggrappasse tenacemente, scolorita dal sole e dalla distanza e dalla fatica, fino a quando non fu così debole da potersi a malapena distinguere. Aveva proseguito per molto tempo sullo slancio, e ora questo si stava consumando. E l’uomo sul carro lo ossessionava, lo perseguitava per tutti i giorni dell’estate, avanzando senza posa sull’orizzonte immenso, sbucando dal vento e dalla polvere della prateria. E con il passare dei giorni, la corsa di Len si trasformava sempre più in una fuga da qualcosa, che non verso qualcosa. Non riuscì mai a vedere il volto di quell’uomo. Non poté essere neppure sicuro che fosse sempre lo stesso carro. Ma lo seguiva. E lui sapeva.

E in settembre, in una piccola comunità ardente, smarrita in un mare verde-grigio di alte erbe, al confine con il Texas, egli sedette ad aspettare.

«Stupido,» gli disse Joan, disperata. «Non è lui. È solo la tua coscienza colpevole che te lo fa pensare.»

«È lui. E tu lo sai.»

«Perché dovrebbe essere lui? Anche se si tratta di qualcuno di là…»

«Capisco quando non dici la verità, Joan. Non farlo.»

«Va bene! È lui, naturalmente è lui. Era responsabile di te. Aveva giurato davanti a Sherman, aveva garantito per te. Che cosa pensi?»

Lo fissò, irata, con le piccole mani brune chiuse a pugno, con gli occhi lampeggianti.

«Lascerai che ti riporti indietro, Len Colter? Non sei ancora un uomo, con tutta quella barba che hai? Alzati. Andiamo.»

«No.» Len scosse il capo. «Non mi ero mai reso conto che lui avesse giurato per me.»

«Non sarà solo. Ci saranno degli altri con lui.»

«Forse. E forse no.»

«Ti lascerai riprendere da lui.» La sua voce era stridula, si spezzava come quella di una bambina. «Ma lui non prenderà me. Io continuo.»

Le parlò con un tono che non aveva mai usato prima.

«Resterai con me, Joan.»

Lei lo fissò, sorpresa, e poi nei suoi occhi apparve un’ombra di dubbio, di qualche palpito di oscura apprensione.

«Cosa intendi fare?»

«Non lo so ancora. È quello che devo decidere.»

Il suo volto si era indurito, era diventato impassibile e freddo come pietra.

«Di due cose sono sicuro. Non intendo scappare. E non intendo lasciarmi prendere.»

Lei rimase accanto a lui, silenziosa, spaventata senza sapere il perché.

Len aspettò.

Due giorni. Non è ancora venuto, ma verrà. Ha giurato per me.

Due giorni per pensare, per rimanere in attesa sul campo di battaglia. Esaù non ha mai combattuto questa battaglia, e neppure mio fratello James. Loro sono i fortunati. Ma papà ha combattuto, e Hostetter ha combattuto, e ora è venuto il mio momento. La battaglia della decisione, il tempo della scelta.

Presi una decisione, a Piper’s Run. La decisione di un bambino, basata sui sogni di un bambino. Presi una decisione a Bartorstown, ed era ancora una decisione infantile, basata sulle emozioni. Ora ho finito con i sogni. Ho finito con le emozioni. Ho digiunato per i miei quaranta giorni nel deserto, e ho concluso la penitenza. Sono nudo e segnato, ma sono uomo. La decisione che prenderò sarà presa da uomo, e non ritornerò più indietro, dopo averla presa.

Tre giorni, per consumare le ultime, dolci speranze colorate di sole.

Non tornerò a Piper’s Run. Qualunque sia la strada che sceglierò, non sarà quella. Piper’s Run. Qualunque sia la strada che sceglierò, non sarà quella. Piper’s Run è un ricordo dell’infanzia, e ho finito anche con i ricordi. Quella porta si è chiusa alle mie spalle da molto, molto tempo. Piper’s Run era un ricordo di pace, ma qualunque strada io scelga ora, non avrò mai pace.

Perché la pace è certezza, e non c’è certezza che nella morte.

Quattro giorni, per piantare i piedi ostinati più saldamente nel terreno, e insegnar loro a non fuggire.

Perché ho smesso di fuggire. Ora mi fermerò, e sceglierò la mia strada.

Presto o tardi, un uomo deve fermarsi e scegliere la sua strada, non tra le strade che egli vorrebbe, o tra quelle che ci dovrebbero essere, ma tra quelle che ci sono.

Cinque giorni, per scegliere.

C’era molta gente in paese. Era l’epoca del mercato d’autunno, il caldo momento di quiete nel quale il raccolto non è ancora maturo, e l’erba si muove soffice e frusciante nel vento, e ogni pezzo di legno è secco come un vecchio scheletro. La gente veniva dalle fattorie della regione, per acquistare e scambiare le provviste dell’inverno, e i carri dei mercanti erano allineati in fila alla fine di una breve strada polverosa.